L'Antico scoppiò a ridere. La sua enorme bocca nera si aprì come un pozzo senza fondo. Il suo alito sapeva di morte. Il coltello era rimasto lì dov'era, incastrato tra le sue viscere putrefatte.

«Giovane Arcadiano, con chi credi di avere a che fare?»

L'essere risollevò la guerriera da terra, tenendola saldamente per il collo, con entrambe le mani.

Shani si sentì soffocare, scalciò con tutta la forza che aveva, mentre con le dita cercava disperatamente di liberarsi da quella presa letale. Ma gli artigli neri erano rigidamente avvolti al suo collo. Il sangue cominciò a pulsargli nella testa, percepiva le vene gonfiarsi sulle tempie e i polmoni annaspare ossigeno.

Gli occhi bianchi del demone la scrutavano ridenti. Stava godendo della sua morte.

Proprio quando la vista incominciava ad annebbiarsi, la ragazza udì una fucilata alle sue spalle. Cadde a terra con un tonfo, agonizzante.

Thea la soccorse subito premurosa.

«Sono entrati» mormorò la donna, dando voce allo sguardo sconvolto della guerriera.

Davanti a loro, un'altra figura si palesò in tutta la sua imponenza.

Una gobba squadrata deformava la sua schiena. La sua testa aveva un rigonfiamento enorme, simile a un bernoccolo, all'altezza di un occhio. L'altro bulbo oculare era invece cavo.

«Cosa avete fatto?!» Urlò a gran voce, osservando il cadavere del compagno a terra, cosparso di liquido scuro. «Come avete osato?!»

Una raffica di colpi si scagliò nella loro direzione.

Shani si riparò con le braccia in titanio, mentre Thea trovò rifugio dietro una trave in legno, che era appena crollata.

L'essere urlava di dolore e sparava senza curarsi delle munizioni.

Quando Shani osò riaprire le palpebre, quattro proiettili le si erano incastonati nelle protesi, ma il resto del suo corpo, almeno, era integro.

Solo allora riuscì a osservare meglio il demone riverso a terra, quello che Thea aveva ucciso.

Era una donna. Non se n'era accorta prima, ma ora poteva vedere chiaramente delle protuberanze all'altezza del petto, sotto un rigido top di colore scuro, e una lunga treccia sottile che partiva a metà della nuca rasata.

Approfittando della fragilità dell'avversario, si gettò in scivolata e sforbiciò le gambe, facendolo cadere. Poi, rapida come un felino, gli salì in cima e lo colpì con un pugno al volto. L'essere scoppiò a ridere, nonostante il suo viso stesse colando copiosamente liquido color pece.

«Stupida Arcadiana.»

La scaraventò in aria. Shani atterrò qualche metro più indietro, malamente, sugli avambracci. Il demone imbracciò il fucile, prese la mira e...

Cadde riverso sul cadavere della sua amante.

I due corpi mutanti si sgonfiarono del titanio che per oltre mille anni avevano assorbito. Rimasero un mucchio di ossa e qualche lembo di pelle, pudicamente rivestito da stracci sottili e consunti.

«Stai bene?» Tomas le porse la mano. Prima che potesse rispondere la trascinò con sé, verso il fusto che fungeva ormai da tempo da scudo difensivo.

«Quante te ne rimangono?» chiese Shani, indicando le munizioni, senza badare ai ringraziamenti. Poco più in là avvistò Thea che le faceva un cenno. I suoi uomini l'avevano raggiunta: il gruppo si diresse verso il centro del villaggio, alla ricerca dei demoni che erano riusciti a penetrare al suo interno.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora