sesto capitolo: 𝐺𝑖𝑟𝑙𝑠

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«Ila, non te l'ho mai chiesto perché mi sembrava scontato, ma adesso ho bisogno di saperlo... Come hai fatto a capire di essere omosessuale?»

Chiese Dayla dopo che si furono svegliate, mentre sorseggiavano una tazza di caffè fumante - Ilaria - e una di the.
La bionda la guardò quasi divertita, mentre mischiava lo zucchero nel liquido marrone scuro.

«Beh, ho iniziato a notare che mi concentravo su dei particolari che prima non avevo mai notato... Come le labbra, o le mani, il seno, e sentivo che invece i ragazzi non mi piacevano. Non ne parlavo volentieri con le mie amiche, non mi sono mai innamorata di un ragazzo, e non ho mai avuto nessun tipo di desiderio nei loro confronti. Invece le ragazze... Mamma mia!~»

Con le mani finse di palpare dei seni, per poi percorrere i fianchi di una donna immaginaria

«Sono le creature più belle e complicate del mondo. A parte questo, non so dirti altro, mi piacciono e basta»

Dayla, per tutto il tempo, aveva annuito e assimilato le informazioni, notando che in parte la pensava come lei, anche se provava la stessa attrazione anche per i maschi.
Terminato il the, mise la tazza nel lavello e si sentì stringere dai fianchi

«Non vorrai rubarmi il ruolo di migliore amica lesbica, eh, signorina?»

Le chiese la minore, ridacchiando e contagiandola. In men che non si dica, si ritrovarono entrambe piegate a ridere come due sceme.
La corvina si placò solo perché le stava venendo mal di stomaco. Si ricordò quindi del suo Coso. Non aveva ancora pensato a cosa farne.

«Mi dai una mano a fare una lista dei pro e dei contro di un mocciosetto?»

Le chiese speranzosa la maggiore, e la bionda annuì.
Si misero a gambe incrociate sul letto con un foglio di carta ed una penna.
Scrissero per quasi mezz'ora pro e contro - alcuni assurdi - ma i contro risultarono i vincitori in fattore numerico.
Dayla sospirò, sdraiandosi sul letto e poggiando la testa sulla pancia di Ilaria, che mise le gambe ai lati del suo corpo, stese. Chiuse gli occhi e ci rifletté attentamente.

«Non so se voglio tenerlo... È una cosa impegnativa un bambino, e con il mio lavoro da Paul di certo non posso permettermi pannolini e tutte le stronzate che servono ai bambini»

Pensò a voce alta, sentendo poi la pancia dell'altra gonfiarsi e sgonfiarsi sotto di sé. Aveva sospirato.
Le mise una mano sui capelli corvini

«Credo che tua madre ti aiuterebbe, economicamente parlando, non è questo il problema... E  poi potrei aiutarti anch'io. Tu vuoi averlo si o no?»

Ilaria aveva ragione, il vero quesito era quello: si o no?
Lei lo voleva quel bambino?
Certo, era una bella responsabilità, ma era comunque una vita, ed era suo. Scrollò le spalle e chiuse gli occhi, godendosi le dolci carezze dell'altra.
Nonostante i contro fossero tanti, i pro potevano valerne la pena, ma era così giovane per una decisione simile... Di certo non poteva continuare con questa indecisione per sempre, perché dopo un po' non avrebbe più potuto abortire.

«Divrei chiedere alla Marghe?»

Chiese Dayla, sentendola irrigidirsi sotto di sé

«Anche se quella ha abortito quattro volte, non credo che sia la decisione migliore rivolgersi a lei... È strana, girale a largo»

La bionda sembrava quasi infastidita quando finivano per parlare di lei, solo perché era una sua ex.
Però era vero, probabilmente le avrebbe consigliato di abortire, perché lei faceva così quando rimaneva incinta: gettava via la vita che era nata dentro di sé come fosse spazzatura.
A furia di pensare le venne mal di testa. Si alzò dal letto, andò in bagno e prese un'aspirina da uno dei cassetti, per poi guardarsi allo specchio. L'immagine di lei ed Ilaria, abbracciate con il suo bambino dai capelli rossi in braccio le sorse nella mente.
La scacciò bagnandosi il viso con l'acqua gelida. Ma come le era saltato in testa? Si asciugò nell'asciugamano appoggiato al lavandino e tornò di là.

«Sembra che tu abbia visto un fantasma! Che ti è successo?»

Le chiese la minore, mentre l'altra le si sedeva affianco. Le mise una mano sua coscia e le sorrise con dolcezza, ma la corvina avvampò a quel contatto della sua pelle calda contro la propria, che era fresca.
Qualcosa in lei si risvegliò ed un tepore lieve nacque all'interno del proprio corpo. Il respiro le accelerò, e guardando il viso della sua amica notò che anche per lei era lo stesso.
Stavano pensando alla stessa cosa.
Si alzò, interrompendo quel momento carico di tensione e si rimise le scarpe da ginnastica

«Torno a casa... Devo fare i compiti per domani o mi becco due»

Disse Dayla, non del tutto convinta delle proprie parole. In realtà i compiti li aveva già fatti, sia quelli per domani che quelli per il giorno dopo, ma non le importava, avrebbe fatto quelli per giovedì e venerdì, ma doveva assolutamente uscire da casa sua o le sarebbe saltata addosso

«Già, effettivamente dovrei farli anch'io... Che palle»

Ridacchiò di nuovo e l'accompagnò alla porta, salutandola con un rapido bacio sulla guancia per poi guardarla quasi correre via.
Ma che diavolo le era preso? Era la sua migliore amica!
C'era solo una spiegazione: lo shock per il bambino e per Carlh le aveva dato alla testa. Si, era sicuramente così, le sarebbe passato presto, o almeno così credeva...

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Spazio autrice:

𝓗𝓲 𝓰𝓾𝔂𝓼 𝓪𝓷𝓭 𝓰𝓲𝓻𝓵𝓼!

Questo capitolo ho deciso di farlo un po' più piccantino. La nostra protagonista sta iniziando ad avere dei dubbi... Chissà se sono veri o no?
Lo scopriremo solo leggendo (voi) e solo scrivendo (io) -w-

𝓛𝓸𝓽𝓼 𝓸𝓯 𝓴𝓲𝓼𝓼𝓮𝓼, 𝓘 𝓵𝓸𝓿𝓮 𝔂𝓸𝓾 𝓪𝓵𝓵!

𝑵𝒊𝒏𝒆𝒕𝒆𝒆𝒏Where stories live. Discover now