quarto capitolo: 𝐴𝑢𝑛𝑡

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«Ho detto che sono incinta... E che Carlh mi ha buttata come una scarpa vecchia appena lo ha saputo...»

Ripeté Dayla, stringendosi nelle spalle come per scusarsi verso di lei.
Che poi, scusarsi di cosa?
Mica le aveva fatto un torto, perché si sentiva così in colpa?
La guardò avanzare verso di sé con aria avvilita.

«Se stai scherzando, ti prendo a botte, te lo giuro»

La minacciò Ilaria, passandosi entrambe le mani sul viso e chiudendo gli occhi.
Quando li riaprì, le si avvicinò e le mise una mano sul ventre, cadendo in ginocchio sull'asfalto.
La campanella suonò, ma nessuna delle due si mosse. La bionda poggiò l'orecchio sulla sua pancia, facendo avvampare la corvina, che si portò una mano sul seno, che iniziava a diventare più grande giorno dopo giorno, e un'altra sulla testa dell'amica.

«Ciao, creaturina... Che ci fai lì dentro? Il tuo papà è proprio uno stronzo, eh? Non essere mai come lui, sii come la mamma»

Disse sorridendo, e una lacrima le solcò il viso.
Diede un bacio sulla sua pancia e si rialzó, abbracciandola

«Carlh sarà anche un bastardo coi controfiocchi, ma ha un bel visetto - mannaggia a lui - e dato che tu sei la madre, sono sicura che sarà bellissimo!»

La fece ridere. Dayla tirò su col naso, in modo non molto femminile e nemmeno aggraziato, e si asciugò le lacrime con un lembo della T-shirt.

«Non so nemmeno se sarà maschio... Però si, sarà bellissimo, se nascerà»

Ridacchiò e la bionda la prese in braccio, portandola dentro la scuola fino in classe.

«Gli farò da zia, sappilo!»

Quasi gridò Ilaria, circa a metà del corridoio, davanti alla segreteria

«Ok, ma magari non urlarlo! Non vorrei diventare l'argomento di gossip della bidella e del cuoco della mensa!»

La sgridò con tono affettuoso, sorridendole.
Quando arrivarono alla porta della classe, la bionda le fece posare di nuovo i piedi per terra e le diede un veloce bacio su una guancia, per poi dirigersi, con la sua solita aria da maschiaccio, verso la propria aula, che si trovava al piano di sopra.
La mattinata di scuola quasi volò e le ore si successero una dietro l'altra, tutte uguali, anche perché Dayla aveva altro per la testa.
Quando l'ultima campanella suonò, ripose i libri e l'astuccio nello zaino e uscì dalla classe, ricongiungendosi con la bionda.

«Com'è andata con quella di plastiche? Ha deciso di espellerti una volta per tutte?»

Le chiese la corvina, ridacchiando, e l'altra scosse il capo mandandola a quel paese.
Ilaria la prese a braccetto, mettendosi accanto a sé e facendola sentire più bassa di quanto non fosse. La bionda era sempre stata la più alta della propria classe sin dalla prima superiore e così era continuato ad essere. Anche i ragazzi faticarono a raggiungerla, ed alcuni neppure ci riuscirono.

«No, me la sono scampata anche oggi! Piuttosto, quella di piano ha di nuovo distrutto qualche tasto perché hai sbagliato una canzone?»

Dayla rdacchiò, dandole un mezzo colpetto con gomito sul fianco.
Varcato il cancello, dopo essersi salutate, la bionda la inseguì e le cinse i fianchi con le braccia

«Ho cambiato idea... Vieni a mangiare da me? Tanto mia mamma è di nuovo in qualche posto dei tuoi... Credo che sia a Tokyo in questo momento, o forse è in Connecticut...? Non mi ricordo, e neppure mi interessa»

Disse Ilaria, poggiando il mento sulla testa della corvina, che ridacchiò e si spostò, prendendo il telefono e scrivendo un veloce messaggio alla madre.

D: 𝚖𝚊𝚗𝚐𝚒𝚘 𝚍𝚊𝚕𝚕𝚊 𝙸𝚕𝚊 𝚘𝚐𝚐𝚒, 𝚘𝚔?
C: 𝚗𝚎𝚜𝚜𝚞𝚗 𝚙𝚛𝚘𝚋𝚕𝚎𝚖𝚊, 𝚊 𝚍𝚘𝚙𝚘! :)

«Permesso accordato»

Disse sorridente Dayla, alzando il pollice destro e rimettendo il telefono nella tasca esterna dello zaino.
Le due passeggiarono una di fianco all'altra, a braccetto, parlando del più e del meno, ridendo spensierate, perché era così che la bionda la faceva sentire: senza pensieri.
Quando era con lei tutte le preoccupazioni sparivano, perché sapeva che ci sarebbe sempre stata per lei, nonostante tutto. 
Circa a metà strada, un conato improvviso la fece fermare. Mentre la bile le risaliva lungo la gola, si sporse dietro ad un muro e si svuotò lì, mentre la bionda le reggeva dolcemente i capelli per non farla sporcare.
Una volta finito, si ripulì le labbra con un fazzoletto e si rimisero in cammino. Arrivate a casa di Ilaria, questa aprì la porta e fece entrare la maggiore - si, Dayla era più grande di lei - per prima, seguendola all'interno, ma quando arrivarono in salotto per posare le borse sul divano, una sagoma dai lineamenti duri e taglienti, come spigoli, si alzò e si mise di fronte al caminetto, probabilmente un ragazzo.

«Che ci fai qui? Sai che non sei il benvenuto. Da tanto tempo ormai!»

Disse la bionda, irrigidendosi, mentre la figura alza anche più di lei le si avvicinò.
Quando fu alla luce, Dayla notò che assomigliava davvero molto alla propria amica: il taglio delle labbra e gli occhi, gli zigomi, il modo di sorridere, ma questo aveva i capelli color cenere e gli occhi azzurri.

«Ma dai, Ilaria, non trattarmi così male! Sono mesi che non mi vedi e mi saluti così? Sei proprio come tua madre, eh? Anzi, no, è vero... Tu sei una stupida lesbica, non sei come lei»

Il tono del ragazzo era viscido, la sua voce troppo profonda per il suo aspetto.
Le parole da lui pronunciate fecero infuriare la bionda, che gli si avvicinò lasciando andare la maggiore.

«Che cazzo di problemi hai? Omofobo del Cazzo!»

Rispose Ilaria, con un odio nella voce che la corvina non le aveva mai sentito prima di allora.
Questa rabbrividì di fronte a quella scena e indietreggiò fino a colpire una parete con la schiena.

«Uh, e questa chi è? Un'altra di quelle lesbicone come te? Un vero peccato, è davvero carina. Magari le faccio cambiare idea~»

Il ragazzo le si avvicinò, ma la bionda lo afferrò per il braccio e lo tirò lontano da sé.
Dayla era confusa e spaventata, e ora non doveva proteggere solo se stessa. Si mise una mano in grembo e guardò la minore, che le sorrise

«Ci sono io, tranquilla. E comunque, no, a lei non piacciono le ragazze, è solo un'amica, perciò lasciala in pace!»

Lo aggredì lei, conficcandogli le unghie nella carne.

«Calma micia... Non la tocco, lo giuro. Però in cambio voglio che ti spogli di fronte a me. Voglio vedere una lesbica con i miei occhi~»

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𝓗𝓲 𝓰𝓾𝔂𝓼 𝓪𝓷𝓭 𝓰𝓲𝓻𝓵𝓼!

Questo capitolo è un po' strano...
Non odiatemi, non sono omofoba,  faccio parte della comunità LGBTQ+!
Però... Volevo dare una svolta inaspettata :3
Al prossimo capitolo!

𝓛𝓸𝓽𝓼 𝓸𝓯 𝓴𝓲𝓼𝓼𝓮𝓼, 𝓘 𝓵𝓸𝓿𝓮 𝔂𝓸𝓾 𝓪𝓵𝓵!

𝑵𝒊𝒏𝒆𝒕𝒆𝒆𝒏Where stories live. Discover now