Capitolo 1: Prologo

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Anche oggi è passato, tra un inferno e l'altro. Urla, sangue e dolore.
Mi sono stufato di questa vita ma è l'unica che ho, non si può far niente se non andare avanti.

Stamattina ho avuto segnalazione di un carico di "merce" di alcuni banditi del nord.
La mia missione era di scoprire da chi fossero diretti e fu così che arrivai in tarda mattinata lungo il sentiero del deserto.

Era un posto arido, abbandonato, dopo la guerra non cresceva nulla.
Ciò che davvero mi preoccupava erano le caverne nelle vicinanze, tutte sparse intorno.
Se si fossero svegliati sarebbe stato un bel problema.
Nessuno sano di mente sarebbe andato in un luogo del genere e proprio per questo quei deficienti si diressero lì.

Arrivarono ad un punto isolato con tre furgoni, sporchi e arruginiti come i loro animi.
Di fronte a loro vi era un altro furgone, nero e stranamente ben tenuto.
Non erano molte le persone che potevano avere una carrozzeria nuova.
Uno dei banditi scese dal furgone in testa alla carovana.
I suoi vestiti color terreno erano sudici e strappati.
Solo un cappuccio copriva la sua testa impedendomi di vedere chi veramente fosse.

"Certo le missioni di spionaggio sono una rottura" pensai mentre a 300 metri di distanza osservavo tutto con il binocolo.

L'uomo portava con sé una sacca, sporca e inumidita.
La gettò a terra, quasi come un atto provocatorio, e da essa rotolò una testa:
acuminata e con due zanne laterali che fiancheggiavano la mascella.
Gli occhi erano spenti come quelli di chi ha perso la vita da ormai molto tempo.

Sentii la rabbia ribollire dentro.
Era la testa di uno di quei mostri, quelli che detesto, che mi hanno portato via tutto.

"Che cazzo ci fanno quelli con una testa?" Mi stavo chiedendo.

Notai però, che non era di una creatura comune.
Sapevo che una nuova orda, più resistente, era apparsa nei territori del nord e che aveva causato gravi problemi all'esercito della zona.

Intanto scesero dal furgone nero due uomini: uno era un militare armato con il proprio fucile, attento, come se stesse già sul punto di combattere.
In quel momento strinsi la mia swordgun a me.
L'altro era elegantemente vestito, copriva i suoi occhi con un paio di occhiali da sole e si diresse deciso, verso il bandito.
Il militare lo seguì e prese la testa.
Altri due militari scesero portando fuori dal veicolo un paio di casse.
Il bandito si avvicinò, sollevò il coperchio della cassa e accennò ai suoi di prenderle.

La situazione non mi era chiara...quelle nelle casse erano armi?

"Perché l'esercito dovrebbe fornire armi ai banditi, ma soprattutto a cosa serve quella testa?
Il tipo elegante sà qualcosa o forse è solo un traditore".

Mille domande assillavano la mia mente in cerca di risposta ma un solo grido bastò a riportarmi sul campo.
L'urlo annunciava la loro comparsa, vederli significava morire.
Le creature stavano arrivando; si erano accorte della presenza dei trafficanti a causa della testa.

Subito i militari partirono abbandonando i banditi al loro destino.
In poco tempo sarebbero stati spazzati via; il mio compito ora era quello di seguire quel furgone: presi il fucile, saltai sulla motocicletta ricoperta di sabbia e ruggine e tentai di inseguirli.
Tuttavia non ero l'unico predatore, anche il branco, affamato, si era mobilitato ed era proprio dietro di me.

Il furgone andava veloce, senza fermarsi e si accorsero anche di me.
Sentii un boato e subito dopo il cono d'aria generato da un proiettile sfiorò la mia destra, così decisi di cambiare strada seguendoli lateralmente e da lontano.

"A prendersi i proiettili ci penseranno le creature".

La vettura si stava dirigendo verso una piccola città che si trovava poco più avanti.
Appena si avvicinò, la sicurezza esterna notò una nuvola di sabbia sollevarsi; controllarono cosa fosse e videro le loro paure prendere forma.
Tutti stavano per prendere posto alle mitragliatrici, ci sarebbe stato solo un enorme bagno di sangue.

NightmareWhere stories live. Discover now