Il ritorno del dio

58 6 138
                                    


JANE POV

È l'ottavo compleanno di mia figlia, e mi sto preparando per andare al ristorante (ho messo il vestito a fiori, quello preferito di Vicky), quando sento suonare il campanello. Esco dalla camera ancora struccata e spettinata quando vedo un siluro passarmi accanto. "Vicky, si può sapere perché corri?" le chiedo, infastidita. "Scusa mamma, è che...vedi... beh, è un po' complicato da spiegare. Dopo forse ti dico". Capisco immediatamente, e non le faccio altre domande. Mia figlia a volte è così: misteriosa, incomprensibile... e io so il perché. A dire il vero, io so più cose di lei, ma ancora non riesco a capirla. Certo, io so chi sono i genitori, ma lei resta comunque la figlia. E a volte, la linea di sangue le permette di avere visioni o altri sogni strani, che io non potrei mai afferrare. Quindi, lascio perdere.

Prima che qualcuno possa arrivare alla porta, il campanello suona di nuovo. "Arrivo, arrivo!" urla Vicky, dalla cima delle scale "Un attimo!". Rischia quasi di fare un capitombolo mentre si dirige a tutta fretta verso la porta. Prego in cuor mio che non le succeda niente, altrimenti non me lo perdonerei mai. Fortunatamente, arriva alla destinazione senza rompersi l'osso del collo. Tutta agitata, apre la porta e... si blocca, la bocca spalancata e gli occhi fissi sul soggetto. Da qui, non riesco a capire chi possa essere. Quindi mi avvicino, e appena vedo il nostro ospite ho la stessa reazione di mia figlia. Sono però più veloce a riprendermi, faccio cenno a Vicky di allontanarsi e tiro uno schiaffo in faccia al nuovo arrivato.

"Scusa, è solo che... dovevo assicurarmi fossi te"

"Sono io, Jane. Cosa?"

Prima che potesse dire qualcos'altro, gli tiro un altro schiaffo. Ma lui è più veloce di me, e mi afferra il polso.

"Ci sono già cascato una volta. Non succederà di nuovo" trattengo la risata che queste parole mi suscitano.

"Ah, sicuro? Io ho ancora un discorso in sospeso con te..." Gli rispondo, cercando di trattenere l'impulso di saltargli al collo... c'è una bambina di otto anni a guardarci. O almeno, lo credo. I miei occhi sono puntati sull'uomo di fronte a me.

"Lo so, Jane, lo so. Ma so anche questo..." Inconsapevolmente, ci avviciniamo. Lui mi mette una mano tra i capelli, e questo gesto mi provoca un brivido di piacere, che cerco invano di dissimulare.

"Cosa?" Il mio cervello è in tilt, la mia attenzione va tutta al suo bellissimo volto. Sento la sua mano che mi accarezza la nuca, che mi fa perdere il controllo.

"Io so.." Non capisco più niente, e percepisco il mio corpo che si avvicina ancora di più. Sto per perdere il controllo, ma mi trattengo.

"Lo sai?" La mia bocca è scollegata al mio cervello, i nostri volti sono vicini, troppo vicini.

"So cosa?" Prima che qualcuno o qualcosa possa fermarci, le mie labbra si posano sulle sue. Il nostro contatto mi provoca una scossa elettrica, e io le schiudo ancora di più, mi apro totalmente a lui. I nostri cervelli si fondono, io provo quello che lui prova, sento quello che lui sente. Assaporo totalmente quel tanto agognato bacio, e una lacrima di piacere sfugge al mio controllo, bagnando la sua bocca. Sento un brivido di piacere attraversarmi la schiena, e le gambe mi cedono. Ma le sue braccia forti mi afferrano e mi tirano su. Affondo le mie mani nei suoi biondi capelli, mentre lui mi accarezza.

Improvvisamente, sento qualcuno che inizia a correre. Torno lucida, e mi stacco, sebbene con riluttanza, dal mio amato. Victoria è veloce, ma non abbastanza. Il dio del tuono la afferra per i fianchi e la solleva, mentre la bambina cerca di divincolarsi dalla sua presa di ferro.

𝖀𝖓𝖆 𝖇𝖆𝖒𝖇𝖎𝖓𝖆...𝖎𝖓𝖙𝖊𝖗𝖘𝖙𝖊𝖑𝖑𝖆𝖗𝖊 || IN PAUSAМесто, где живут истории. Откройте их для себя