Vago inesorabile nelle sterpaglie aride dell'entroterra meridionale nipponico, perdo sangue e sono affaticato in ogni singolo passo dalla Guerra. Sto scappando dalla mia vita perchè adesso sono ridotto ad un'ombra e sto scappando da me stesso, da ci...
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Osservata la situazione interna della stanza da un piccolo foro inciso da lui nella carta di riso delle pareti, notò che l'atmosfera pareva piuttosto tranquilla: il Generale stava dialogando con qualcuno. Forse di burocrazie o forse di un nuovo massacro in nome dell'Impero. Attesa l'uscita di questo primo individuo, ne arrivò di corsa un secondo, un Soldato di corte, il quale annunciava i misteriosi omicidi avvenuti quella stessa sera. Il generale farfugliò qualcosa e, di tutta risposta, diede l'ordine di aumentare al massimo la sicurezza e di non far giungere questo/i nemico/i dell'Impero da lui, quindi di portare altre guardie a sua protezione.
Take: "Tsk!... Devo sbrigarmi ad agire prima che il Generale sia fornito di ulteriori rinforzi..." Takemizu attese qualche momento di quiete dopo l'uscita del Soldato e che il Generale gli desse le spalle.
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Era il momento: o agiva adesso, o mai più.
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Un placido e mirato affondo attraversò la parete di carta di riso e attraversò il petto della guardia fidata. Takemizu mollò la spada per non far cadere il corpo esanime, unica guardia interna che il Generale teneva in stanza, probabilmente per motivi di concentrazione, o semplicemente privacy.
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