"L'Allievo"

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Quella stessa notte fu più silenziosa delle altre e non chiusi occhio, aspettando l'inevitabile destino che il sorgere del sole avrebbe portato con sé.
Nel mattino mi recai al dojo. Regnava il silenzio. Una striscia di sangue ne era la conferma.
Erano evidenti i segni dell'accesa battaglia che si era consumata e con essi, trovai anche il corpo esanime del mio Maestro. Mi fermai e mi inginocchiai per onorare la sua battaglia, la battaglia della sua vita. Pregai per lui.
Seppellii il mio Maestro proprio accanto al punto in cui, mi disse, di aver messo la prima pietra del dojo, in onore alla sua opera di bene e alla pietra su cui, saldamente, le vite di tutti noi 7 hanno potuto fiorire.

Lasciai il mio dojo, lasciai la mia casa e mi incamminai non senza un obbiettivo: dovevo sapere chi aveva ucciso il mio Maestro e dovevo fermarlo.
"Assistere al compimento del male, ti rende in dovere, come detentore di bene, di porre rimedio a quel male."
Mi prefissi le parole che il mio Maestro ebbe modo di tramandarmi negli anni e mi ripromisi che avrei interrotto ciò da cui il mio maestro era fuggito.

"Mi prefissi le parole che il mio Maestro ebbe modo di tramandarmi negli anni e mi ripromisi che avrei interrotto ciò da cui il mio maestro era fuggito

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Sono passati 5 anni da allora.

Mi trovo a camminare in una stradina isolata nella periferia Ovest di Kagura, la capitale dell'Impero Sakuroka. Anche quello Shinobi non sapeva più di quanto, quelli che ho ucciso fino ad ora, sapevano... L'Ordine non si fa scappare informazioni a quanto pare... Bastardi!
La strada e poco illuminata e mi trovo nella zona dei bassifondi della città, devo muovermi ad andarmene, ma il combattimento mi ha messo in difficoltà.
Ecco, ho svoltato l'angolo, tra poco potrò riposarmi. Vedo le luci dei bordelli, qui c'è più confusione, mi gira la testa... arranco due passi verso un muro per appoggiarmi... ma perdo i sensi.
...
Al mio risveglio mi trovai nella stanza di un Ryokan (alberghi tradizionali giapponesi), una Geisha si trovava al mio fianco e mi servì del tè caldo.
Provai ad alzarmi ma una fitta alla spalla mi fece ricadere a terra.
Geisha: "Sei un forestiero, giusto? Cosa ti ha conciato così malamente?"
Takemizu: "Non è affar che ti riguarda, donna."
Riuscì ad alzarmi e con uno scatto guardai fuori dalla finestra. Dannazione, mi trovavo nel centro dei bassifondi... è un miracolo che non mi abbiano ucciso prima che mi risvegliassi.
Mi rivestii velocemente e raccolsi la katana e i miei oggetti.
Geisha: "Cosa fa Signore? Prima di andarsene dovrebbe almeno pagare il conto."
Gli lanciai uno sguardo fulminante e le puntai la katana al petto.

"Gli lanciai uno sguardo fulminante e le puntai la katana al petto

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Dissi: "Sarà meglio per te che io non sia mai stato qui." Saltai giù dalla finestra e corsi per uscire da quella zona malfamata. Devo solo aspettare che mi cerchino e sperare che mandino qualche pezzo grosso... non ho rinunciato affatto a VENDICARE il mio Maestro. Arriverà il giorno in cui li ucciderò tutti!

(La notte precedente)
X: "Abbiamo fatto ciò che ci avevi detto. Il Nobile Tsukamoto, Padrone della casata, è stato ucciso misteriosamente questa notte."
K: "Bene, ora che mio Padre è morto senza testamento, sarò io a ereditare ogni suo bene. Accomodatevi dentro per il pagamento, Assassini delle Lande."
Li condusse dentro con un sorriso orribile sul volto.

"Li condusse dentro con un sorriso orribile sul volto

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... Eccoli, la pista era giusta. È un male il solo fatto che respiri tale feccia.
Saltai giù dal giaciglio su cui mi ero appostato e bussai alla porta.
Z: "Identificatevi."
"..." Bussai con insistenza.
Z: "Allora, volete rispondere o no!?" Aprì uno spiraglio di porta per vedere chi fosse.
In quel momento perforai la porta con un affondo di katana, lo trafissi in pieno petto. Assestai un calcio per spalancare la porta.
Estrassi la seconda katana e trafissi il compagno.
Mi introdussi dentro e, tempo qualche minuto, epurai il luogo.
Dall'unico assassino che rimase ancora in grado di parlare, non ricavai nulla. Il nobile, mentre cercavo di estrocere informazioni, mi colpii alle spalle con uno sgabello. Lo uccisi con un pizzico di piacere, ma permise all'assassino delle Lande di sfuggirmi ed ora sono braccato dall'Ordine.

Ora non ho una traccia da seguire. Le ricerche cesseranno per un bel po'... l'Impero Sakuroka si è gettato in nuova guerra e devo dare servizio come Samurai di un importante latifondista... un uomo infimo, ma che comunque mi da' di che vivere.
Sono affamato, mi reco ad un chiosco di Ramen e ordino.
...Sono passati 5 lunghi anni dalla morte del mio Maestro... ancora porto con me quei ricordi e mi accorgo tristemente che pian piano sfumano sempre più. Chissà che fine avranno fatto tutti e 6 i miei compagni... ma alla fine cosa me ne importa? La mia espressione si intristisce particolarmente quando mi accorgo di non ricordare più la voce del Maestro... le sue parole sfumano...
I miei pensieri vengono interrotti da un soldato con lo stemma della Corte Imperiale. Nomina il mio nome. Il Ramen è arrivato, ma può aspettare. Mi rivelo all'appello.
Soldato: "Takemuzu-san (fece un inchino), alla corte richiedono la Vostra presenza."
Takemizu: "Digli che non mi interessa, non mangio da ieri mattina." Tornai al mio Ramen facendo cenno di andarsene al Soldato.
Soldato: "È su richiesta del Generale Superiore, ha detto che vi sarà assegnata un'armata da portare in battaglia."
Takemizu: "Puhahah... divertente (disse impugnando un bicchiere di sakè), quel bastardo vuole mettermi in condizione di non poter usare sotterfugi per sottrarmi... astuto.
Va bene, mi hai convinto, verrò." Lascio il conto sul bancone e mi allontano dal chiosco assieme al Soldato.

Giunti alla Corte reale, fui scortato alla sala che si affacciava sull'intera vallata; si poteva osservare tutta la città.
Il Generale aspettava il mio arrivo affacciato alla veranda, stava provando il discorso di incoraggiamento da recitare all'esercito prima della battaglia. La falsità è una virtù riservata ai Nobili...
Generale: "Ohh, Benvenuto Takemizu-dono, volevo giusto parlarvi di quanto sia un onore potervi investire del titolo di Comandante per questa battaglia!"
"Certo, si risparmi la fatica di formulare adulazioni, piuttosto chi è quello lì? Uno nuovo?" Rivolgendomi al terzo in comodo nella stanza.
Y: "Oh. Che scortesia, io sono un semplice ambasciatore, il rappresentate di una casata nobiliare limitrofa all'Impero Sakuroka, per l'esattezza. Sono stato inviato per stringere alleanza e... (si avvicinò con zelo fino a starmi di fronte) per vedere te, Samurai."

Takemizu, il Samurai ErranteWhere stories live. Discover now