La vera natura

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Il Fiocco perduto diPiccola Yuki è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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La vera natura

Quando entrammo in casa, l’ansia e la paura s’impossessarono nuovamente di me. Ero certa che il demone avesse già stabilito il programma di questa serata e che, stavolta, non si sarebbe fatto distrarre da niente e da nessuno. Mi sentivo come un uccellino in gabbia. I numerosi domestici, dopo aver dato un caloroso bentornato al loro padroncino, tornarono a svolgere le proprie mansioni. Certo che il “padroncino” doveva essere ricco sfondato, non era da tutti avere un trattamento simile a quello di un nobile o meglio, di un re. Ciononostante io non lo invidiavo affatto, perché, per me, quella non era la vera felicità. Seguii il demone/stronzo su per le scale con una lentezza esasperante che riuscì ad irritare quest’ultimo. Se dovevo andare al patibolo, tanto valeva godersi appieno gli ultimi attimi di vita rimastomi. Stavo esagerando, me ne rendevo conto, però non riuscivo a frenare i miei pensieri melodrammatici. Lo stronzo, oramai stufo dei miei movimenti da bradipo, mi tirò per un braccio e mi spinse all’interno della sua camera. A quanto pareva, era piuttosto impaziente. Iniziò a togliersi la giacca della divisa, fradicia come il resto dei suoi vestiti e dei miei, senza proferire parola. Chissà che cosa gli frullava nella testa.

-Spogliati.- che cosa? Avevo sentito bene? -Smettila di fare quella faccia da pesce lesso e fa’ ciò che ti ho detto.- per mia grande fortuna, quello non era un ordine, bensì un avvertimento; non avevo la benché minima intenzione d’assecondare quel suo capriccio. Mi sedetti sul letto e gli voltai le spalle, perché mi vergognavo parecchio a vederlo a torso nudo. -Fine che stai facendo?-

-Assolutamente niente.- ed era la pura e semplice verità.

-Vuoi farti la doccia con i vestiti addosso, per caso?- be’, non aveva tutti i torti, però non sarei caduta nella sua trappola tanto facilmente. Il demone/stronzo mi si avvicinò minaccioso ed un brivido di terrore si fece largo in me. Che intenzioni aveva? Indietreggiai un po’ per allontanarmi da lui, ma quest’ultimo riuscì a raggiungermi ed a bloccarmi col suo corpo; ero letteralmente schiacciata da quell’ammasso di muscoli. Mi sciolse il nodo della cravatta e prese a sbottonarmi la giacca; ero rimasta paralizzata dai suoi movimenti lenti e programmati, la situazione era completamente sotto il suo controllo. Ma non erano soltanto i suoi movimenti ad ipnotizzarmi, ma anche le due gemme preziose che si trovavano al posto dei suoi occhi; quei pozzi cobalto erano troppo meravigliosi per essere reali. Il demone interruppe lo scambio di sguardi per potersi occupare del mio collo, il quale baciò e leccò numerose volte.

-Fermati.- riuscii a dirgli, nonostante io avessi perso la lucidità quasi del tutto. Non volevo che mi rubasse anche la verginità oltre al mio fiocco ed al mio primo bacio; mi aveva già preso troppe cose. -Fermati.- ripetei, stavolta, con più decisione; no, non gli avrei mai permesso di togliermi anche quella. Lo stronzo si staccò dal mio collo e mi guardò intensamente.

-Perché con gli altri ti comporti diversamente, rispetto a quando sei con me?- e ciò che c’entrava adesso? E che cosa intendeva con quella frase? Non riuscivo a capirne il significato celato all’interno di quelle parole.

★★

Non ero riuscito a frenare il mio desiderio di sapere e così la domanda era nata spontanea dalle mie labbra, senza rendermene conto. Volevo comprendere il motivo per cui Fine si comportasse così diversamente con le altre persone. Con me sorrideva raramente ed indossava sempre quella maschera che m’impediva di conoscere la vera lei. Sapevo che quest’ultima, in realtà, fosse buona e dolce, ma non negavo d’essere un po’ infastidito dai suoi continui tentativi d’edificare un muro che ci separasse.

Il Fiocco perdutoWhere stories live. Discover now