La vedo nei tuoi occhi

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Il Fiocco perduto diPiccola Yuki è distribuito con Licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale.
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La vedo nei tuoi occhi

Continuai a volare, tenendo tra le braccia il mio premio. Ero stato molto fortunato, quell’opportunità non accadeva mica tutti i giorni. Dovevo ammettere che quella fata, oltre ad essere incredibilmente bella e con le curve al posto giusto, era piuttosto determinata e con una grande forza di volontà. Ero certo che sarebbe riuscita a soddisfarmi adeguatamente.

-Shade!- sentii urlare alle mie spalle. Mi voltai e trovai Bright e Koaru. Uffa, ed io che speravo che fosse qualche mia vecchia conquista. Li guardai male e continuai a volare verso casa mia. Volevo arrivare il prima possibile per un motivo ben ovvio. Il sesso.

-Sempre gentile tu, eh!- Koaru non sapeva mai quando tacere, ma era proprio per questo motivo che gli volevo bene.

-Chi è quella fata? Non dirmi che sei riuscito a…- stavolta parlò Bright, ma lo interruppi, dicendo un “sì” brusco. Che cosa credeva? Che non riuscissi a procurarmi un semplice fiocco? Io ottenevo sempre ciò desideravo e lui avrebbe dovuto saperlo bene. Ma, a quanto pareva, non era così.

-Certo che è proprio sexy. Mi eccito solamente a guardarla. Poi me la presterai, vero?- ed ecco l’altro che faceva l’idiota con quelle battute del cazzo. Non avrei mai ceduto la mia fata a qualcun’altro. Lei era solo mia e non avrei permesso a nessuno di toccarmela. In questo momento, sembravo il tipico ragazzo alfa, geloso della propria ragazza, ma, ripensandoci, io non ero mai stato così possessivo nei confronti di qualcuno. E allora perché lo ero con quella fata? Sicuramente perché era la mia schiava, non vedevo altre possibilità! -E dai, amico! Non te la rompo mica!-

-Scor-da-te-lo.- non lo sopportavo più. “Non te la rompo mica!”, ma che cazzo si era fumato? Chiusi la mano destra in un pugno per scaricare la tensione e la rabbia; non volevo dire o fare qualcosa, di cui sicuramente mi sarei pentito in seguito. Ero sempre stato un ragazzo irascibile, ma mai come in quel momento.

-Va bene, abbiamo capito. Non si tocca. Messaggio ricevuto, capo!- disse Bright, facendo il saluto militare. Subito dopo, scoppiammo a ridere tutti e tre. Anche se molte volte non li sopportavo, gli volevo un gran bene. Loro erano gli unici di cui mi fidassi veramente e di cui provassi un profondo rispetto. -Va’ a casa, sicuramente avrai molto da fare con la tua fata. A domani, Furbacchione.- li salutai e ripresi a volare. Non impiegai molto per tornare nella mia umile dimora, anche se “umile” non era la parola più appropriata per descriverla. Infatti, io vivevo in un’immensa villa di tre piani, dotata di un ampio giardino, nel quale vi erano perfino una piscina ed una sauna. Mio padre era uno dei demoni più ricchi e più potenti dell’intero regno dei Demons e poteva avere tutto con un semplice schiocco di dita. Io l’odiavo e ringraziavo il cielo per non averlo mai a casa, per via del lavoro. Salutai con un cenno del capo i miei numerosi domestici che si trovavano all’ingresso e sulle scale, pronti a darmi un caloroso bentornato. Sicuramente avevano percepito la mia presenza, quando ero nelle vicinanze. Salii le scale ed entrai in camera mia. Quest’ultima era molto ampia ed era arredata come ad una qualsiasi stanza di un adolescente, ad eccezione dei mobili costosi. Distesi la fata sul mio letto, grande come uno matrimoniale, ed attesi il suo risveglio.

✖★✖

Mi trovavo in una strana dimensione, se così si poteva definire, tutta di colore bianco. Avevo molta paura di quel bizzarro luogo e volevo andarmene via da lì, così provai a spalancare le mie ali, ma non ci riuscii; allora tentai di correre, ma le mie gambe non risposero ai comandi. Cosa mi stava succedendo? All’improvviso, sentii una voce alle mie spalle, mi voltai per vedere chi fosse, ma non trovai nessuno. Che me la fossi immaginata? Ma non passò molto tempo, che la risentii. Quando la riconobbi, persi un battito. Quella era la voce del mio fiocco, anche se continuavo ad avere dei dubbi.

Il Fiocco perdutoWhere stories live. Discover now