XXIII. Spazio vitale (Melanie)

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Schiudo la bocca, sbalordita e il mio sguardo corre immediatamente sull'espressione turbata di Ilyà. 

Sono pronta a scommettere la mia Lamborghini che i due hanno discusso al riguardo. Probabilmente Anna era talmente sconvolta che è scappata, lui ha tentato di "consolarla" - nel suo vocabolario, ha un significato diverso dal mio - e il tutto ha preso una brutta piega per qualcosa che ha detto il biondo; ne sono sicura. Mi sono sempre ritrovata nel carattere di Anna - poiché sotto questo aspetto siamo molto simili - se non fosse per il fatto che, lei, in ogni situazione rimane a combattere fino all'ultimo, mentre io scappo dai problemi. 

Basti vedere come mi sono comportata con la questione di mio padre: mi rifiuto di analizzare la situazione, di chiamarlo, chiedere spiegazioni e anche solo pensare alla cosa. Mi sono sentita tradita dal mio stesso sangue e scaricata come un sacco della spazzatura, dopo tutti i sacrifici che sto facendo per loro. 

Scuoto il capo, scacciando via il pensiero. Devo rimanere concentrata, se voglio che la missione vada a buon fine e riesca a spillare le informazioni necessarie a Tyler. 

Punto nuovamente lo sguardo su Ilyà, osservando la sua espressione molto diversa dal solito; deve essere successo qualcosa di grosso fra i due. Da quel poco che lo conosco e osservato, si capisce immediatamente che non lascia mai trasparire la singola emozione e, quel poco che lascia scappare, non riesco a decifrarlo; gli unici capaci di ciò sembrano essere Horus e Atena. 

Questa faccia non gliel'ho mai vista: sembra un misto tra confuso, pensieroso, amareggiato, deciso... 

"Confuso e deciso... si vede che non riesco a capire cosa gli passi per la testa."

Improvvisamente, il biondo gira sui tacchi e comincia farsi spazio fra la folla; non riesco a vedere che direzione prende. La mia schiena si fa improvvisamente un pezzo di legno: non fa parte del piano. Sposto lo sguardo su Horus, allarmata ma fa cenno di calmarmi, mimando un "Tutto okay". Aggrotto le sopracciglia, come per chiedere dove sia andato e l'occhiata che mi lancia è eloquente da sé: Anna. 

Decido di fidarmi delle parole di Brian, e, anche se non ho la più pallida idea di cosa stia succedendo, mi attendo al piano. 

<< Non credo che la cosa ci riguardi. >> ribatto, facendo spallucce. Mi irrigidisco quando le mani di Tyler scendono sempre di più, e raggiungono la base della schiena, sfiorando ciò che viene dopo. << Tieni le mani a posto. >> 

I nostri sguardi si incrociano e la sua bocca si tramuta in una smorfia; le mani si spostano di qualche centimetro più sopra. << Per quale motivo ti sei aggregata alla Piramide? >>

Aggrotto le sopracciglia, come per dirgli che non sono affari che lo riguardano ma decido di rispondergli, nella speranza di chiudere il prima possibile la discussione. Continuo a ripetere nella mia testa che devo aspettare solo il segnale di Brian, attraverso il quale mi comunicherà che Anna è riuscita nella missione e dovrò portare i documenti - nel caso in cui si trovi qualcosa - allo zio di Atena, che al momento dovrebbe trovarsi in hotel. 

Le sensazioni che Collins mi sta trasmettendo, non mi convincono per nulla: sembra quasi che intuisca cosa stia accadendo dietro le quinte, voglia sondare un po' il terreno per capire cosa abbiamo in mente ma non sembra intenzionato a fare qualcosa in merito, altrimenti avrebbe già sputato il rospo; sta prendendo tempo, come se si trattasse di una normale conversazione. 

<< Perché fai tutte queste domande? >> ribatto, mantenendo lo sguardo nel suo. << Ti vuoi per caso unire a loro? >>

Scuote il capo, negando e leggo la sincerità nei suoi occhi. << Volevo solo sapere se potessi aiutarti in qualche modo. >>

Dalla mia bocca esce un incrocio tra sbuffo e risatina mal celata. Se crede davvero che abbia bisogno del suo aiuto, si sbaglia di grosso. Non ho alcuna intenzione di entrare nella sua vita, soprattutto perché non mi sembra una persona affidabile. Forse all'inizio mi aveva quasi intrigata con i suoi modi di fare galanti, ma vedendo come si sta comportando al momento e considerando anche il fatto che anche suo padre potrebbe essere invischiato in qualcosa di grosso, preferirei evitare il contatto con lui. 

<< Non ho bisogno del tuo aiuto. >> 

Fa un mezzo sorriso, avvicinando il volto al mio orecchio e il mio mento poggia sulla sua spalla. Il suo alito caldo solletica il collo, scaturendo una serie di brividi che si diramano fino alla punta dei piedi; il mio cuore che batte a tremila. Il suo fascino non ha alcun effetto su di me, ormai, diversamente da ciò che potrebbe dire; ho come l'impressione che stia per dirmi qualcosa di grosso. 

<< So perché siete qui. >> sussurra con voce roca. I miei occhi sgranano. << Eppure, come puoi vedere, non vi sono d'intralcio. >> 

Ormai il mio corpo è diventato un ciocco di legno, e il nostro ballo ha raggiunto una lentezza estenuante, rispetto a tutte le altre coppie. Con lo sguardo cerco Veronica, e quando i nostri occhi si incrociano, a pochi metri di distanza, la sua espressione si fa preoccupata; mi hanno sempre detto che sono un libro aperto. 

Mimo un "Forse sa", e la vedo estrarre di corsa il cellulare dalla borsetta viola, abbinata al vestito lungo e leggero. Probabilmente starà mandando un messaggio ad Anna, avvertendola del possibile pericolo. 

In questo momento, lei e Ilyà, dovrebbero già essere dentro lo studio di Collins senior, ma non avremo notizie loro finché non li vedremo in sala. Ci siamo dati il tempo massimo di un'ora; se prima del tempo stabilito non li vedremo tornare, Brian chiamerà i rinforzi. 

<< Non so di cosa tu stia parlando. >> ribatto, facendo la finta tonta ma non oso scostarmi dalla sua spalla. Se mi vedesse in faccia, capirebbe che sto mentendo spudoratamente. << Siamo qui solo per gareggiare. >> 

Soffia nel mio orecchio, trattenendo una risata e la mia faccia si contorce in un'espressione di riluttanza. << Melanie... Melanie, cara, non hai idea di chi sia io e di tutti i contatti che ho. So di quello che è successo oggi alla centrale dell'FBI, l'espressione insofferente di Atena mentre cammina mi ha confermato l'informazione della sparatoria e sono sicuro che, se controllassi, troverei i tagli sulla schiena di Luxipher. So cosa state facendo: Atena e il suo amichetto si sono infiltrati nello studio di mio padre, probabilmente alla ricerca di qualche collegamento con il Messico. O sbaglio? >>

Taccio per qualche secondo, rendendomi conto che ha troppe informazioni per provare a ingannarlo. << Cosa vuoi da noi? >>

<< Noi? Da te, nulla. Da loro, che trovino ciò che cercano. >> Si scosta, puntando nuovamente gli occhi nei miei, confusi. << Voglio che mio padre paghi per tutto ciò che ha fatto. >>

<< Di cosa stai parlando? >> Tento di sondare il territorio, senza scoprire tutte le carte. Non voglio fargli capire che siamo del tutto disperati perché nessuno è disposto a darci una mano. Anche gli stessi contatti di Anna non hanno saputo dirle niente, e suo zio è solo parzialmente a conoscenza della faccenda. 

<< Mio padre è un uomo influente, Melanie. >> Mi stringe forte i fianchi, come se potessi scappare da un momento all'altro. << Ha fatto brutte cose, in questi ultimi anni. Ha ucciso persone per raggiungere i suoi scopi e aiutato personaggi influenti, che hanno a fare anche con la Piramide. >>

Un'improvvisa repulsione nei suoi confronti si fa strada nel petto, e ormai non ho più il coraggio di guardarlo in volto; ho il terrore di ascoltare le sue prossime parole. 

<< Devi parlare con Atena di tutto ciò. >> lo incito, poiché delle faccende della Piramide so poco e niente. << Perché non ce l'hai detto prima? >> 

Non risponde alla mia domanda, e percepisco il suo capo allontanarsi dal mio orecchio, come se qualcosa alle mie spalle avesse attirato la sua attenzione. 

<< A quanto pare, hanno trovato ciò che cercavano. >> sghignazza, qualche secondo dopo. 

L'Incantatrice - La Caduta del DiavoloWhere stories live. Discover now