𝘴𝘬𝘺🌆

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Non faceva mai delle cose così inusuali per lui; e perché mai farle? Che motivazioni valide aveva per doverle fare?
La voglia di cambiare? No: no, di certo non lo avrebbe mai assalito: se c'era una sola cosa che non gli piaceva era proprio il cambiamento.
E allora perché si era ritrovato lì? In quella sala giochi oscura, di Sabato pomeriggio, piena di ragazzi svogliati e non curanti della vita o dei loro problemi, invece che essere all'aperto o a casa a studiare?
Quello era ormai l'ultimo periodo prima della fine dell'anno scolastico: i suoi amici avevano proposto di andarci per divertirsi per passare ancora un po' di tempo insieme prima che le loro strade si separassero del tutto; e lui, di certo, non voleva rifiutare.
Anche se il luogo non era più di tanto di suo gradimento, cercava di pensare più che altro a passare più tempo con i suoi amici, così da poter almeno creare dei bei ricordi da custodire nella sua mente.
E fu lì: sì, proprio lì, in quella buia sala giochi, che la vide.
Ed era davvero bellissima.
Stava andando a prendere delle bibite quando la incrociò con lo sguardo: ed al solo vederla, tutto attorno a lui sembrò scomparire, mentre il suo cuore dal battito inusuale era l'unica cosa che raggiunse le sue orecchie.
Non era stato il suo corpo ad attrarre la sua attenzione, bensì il suo volto: bianco come il latte, con le labbra rosee e le guance colorite, con quegli occhi dorati che sembravano essere incastonati come gioielli nella roccia, rendendola quasi simile ad una bellissima bambola di porcellana.
Chiariamoci: lui era il primo a non credere all'amore a prima vista; eppure, in quel momento, iniziò a pensare di doversi ricredere.
I suoi lunghi capelli neri come la pece erano tinti sulle punte di un arancione intenso, mentre i suoi vestiti era tutto fuorché difficili da notare per la loro natura decisamente poco sobria. Ma no: l'unica cosa di cui era attratto in quel momento, era il suo bellissimo viso.
E, da quel momento, non sembro più nemmeno lui.
Non gli importava chi fosse, quale fosse il suo nome: voleva solo rivederla, anche solo per una volta.
E così tornò ancora in quella sala giochi il Sabato pomeriggio successivo; all'inizio si diede dello stupido, senza nutrire chissà quali aspettative su cosa avrebbe potuto trovare.
E poi, miracolo.
La bella ragazza di porcellana era lì, come la volta prima.
Era lì a giocare con i cabinati di quel luogo, concentrando i suoi occhi dorati su quegli schermi luminosi.
E lui rimase senza fiato.
Aveva completamente perso la testa e la ragione era quella semplice ragazza che nemmeno lo aveva mai probabilmente notato.
Così venne ancora il Sabato successivo, e quello dopo ancora, e quello dopo ancora: mesi, mesi solo per guardarla da lontano, completamente con la testa persa nel cielo delle emozioni che quella ragazza provava.
Poi, un giorno... Non la vide più.
Quella ragazza di porcellana non venne più in quella sala giochi: né il sabato successivo, né quelli dopo ancora.
E, per la prima volta, sentì la mancanza di quel cambiamento, così come ne risentì il suo cuore che per tutti quei giorni si era perso il quel cielo amoroso che si era creato.
Forse non era vero che l'amore a prima vista non esisteva, ma ciò che sicuramente era vero è che, per certo, caderci vittima non avrebbe fatto altro che spezzare il cuore.

-[°Galaxy°] ◕ (^Assassination Classroom one-shot^) - Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora