𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐈𝐕

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— un fulmine a ciel sereno :

«Hongjoong hai preso tutto?» lo chiamò Seonghwa aspettando pazientemente di fronte l'entrata di quel piccolo hotel.
Il ragazzo lo raggiunse in ub baleno, prendendolo per mano con uno sguardo indecifrabile.
«Che hai piccolo?» il moro gli accarezzò dolcemente il viso vedendo un piccolo sorriso formato dalle sue labbra.
«Niente» rispose l'altro frettolosamente «Volevo rimanere di più ad Aurora
«Yeosang non ci permetterebbe mai di saltare la sua festicciola, tra l'altro mi ha precisato di essere stato particolarmente accurato nella scelta delle decorazioni.
Dopo una notte di fuoco, la coppia dovette fare le valigie per tornare a Guang: Yeosang aveva preparato una festa coi fiocchi. Dato che il loro ritorno era stato disturbato da quel fastidioso incidente, aspettava il momento adatto e che il suo umore si stabilizzasse, tornando il ragazzo composto, elegante e gentile di sempre.

La festa rispecchiava perfettamente il suo gusto per il classico, ma non un classico qualunque e fin troppo semplice, bensì qualcosa che c'entrasse con il suo amore per l'estremo: in poche parole lo definiva un classico ma glamour. Seonghwa non riusciva a capire come potessero due cose così diverse fossero state mescolate, ma si limitò ad annuire quando il suo migliore amico gliene parlo in giardino, con la sua tazza di tè in mano. Yeosang lì aveva invitati a liberarsi di tutti i loro bagagli e di prepararsi per la festa, suggerendo di vestirsi in maniera appropriata. Quella richiesta non fu motivo di agitazione solo per la coppia appena tornata da Aurora, ma mise ansia anche Mingi e Wooyoung. I due ragazzi nel pomeriggio avevano avuto modo di confrontarsi sulla cosa, ma tornati nelle loro stanze non seppero cosa indossare. Wooyoung si agitò più di tutti; voleva che la festa di quella sera fosse un buttarsi alle spalle il proprio futuro. Dopo ciò che aveva passato era il minimo sindicale.
«Stai ancora decidendo cosa mettere? Ti avevo suggerito la camicia, quella lì» indicò San uscendo pronto dal bagno. Wooyoung indossò quella camicia color crema che risaltava sulla sua pelle abbronzata, abbottonò tutti i bottoni lasciandone uno aperto sopra; completo con un pantalone scuro e un paio di scarpe gessate. All'inizio si sentì un pò a disagio, non si era mai vestito così ma il suo migliore amico gli sollevò il morale.
«Stai benissimo Wooyoungiee, tranquillo» disse la sua calda voce, aprendo la porta della sua stanza. Giù nel giardino interno trovarono già tutti gli altri. Yunho era in piedi di fronte a Mingi, con una bella camicia bordeaux i cui primi due bottoni erano lasciati aperti e un pantalone bianco, mentre il rosso aveva indossato una camicia bianca e un pantalone dello stesso colore. I due si scambiarono uno sguardo brindando alla splendida serata che avrebbero passato tutti insieme, questa volta come si deve.
Cenare insieme, passare del tempo insieme era diventato così diverso e così bello, dava la sensazione che fossero una famiglia.

Yeosang non ne poté essere più felice, mostrando il suo sorriso felino, mentre sorseggiava lentamente il liquido frizzantino nel suo calice, uno dei migliori vini provenienti da Sanghwa. Mangiarono e bevvero prodotti di prima qualità che il castano aveva scelto accuratamente, brindando più volte ad un nuovo inizio senza ostacoli o difficoltà troppo difficili da superare, avrebbero vissuto come dovevano, ognuno con i loro progetti, ma sapete, purtroppo le cose non vanno esattamente come programmiamo, anzi prendono totalmente un'altra piega, trasformandosi nel peggiore degli incubi.
Nessuno si sarebbe aspettata quella scena: erano semplicemente occupati a ridere, dopo tre o quattro bottiglie di vino, all'ennesima battuta di Wooyoung che pian piano era diventato l'animo della festa finché questo si sentì tremare al sentire una voce purtroppo a lui. familiare, rabbrivì sul posto perdendo improvvisamente tutta la sua sicurezza. San fu il primo ad accorgersi di quello strano cambiamento e si preoccupò quando vide il suo amico impallidire di punto in bianco.
«Wooyoungiee, tutto ok? Che ti prende?» il ragazzo, i cui capelli erano stati tinti di castano scuro con una ciocca bianca, scosse il viola da una spalla, rimasto in silenzio da troppo tempo. Lo stesso fece Mingi, stringendosi al petto del suo fidanzato; il rosso aveva una strana sensazione penetrargli nelle ossa. Yunho lo accolse tra le sue braccia stranito dal suo comportamento. Si chiedeva cosa lo spaventasse così tanto. Hongjoong si alzò rumorosamente, facendo cadere indietro la sedia mentre uno strano venticello soffiava improvvisamente verso di loro e un fuoco venne appiccato dal nulla sul tavolo a cui erano seduti.
"Che succede?" si chiese il cheonsawi, ma la verità era che non ne aveva idea, non aveva mai visto una cosa del genere.
Il suo sguardo andò immediatamente sulla figura di Wooyoung e quasi urlando gli chiese: «Wooyoung cosa hai sentito? Wooyoung che cosa hai sentito?!»
Il ragazzo trasalì e poi, quasi con le lacrime agli occhi sussurro un flebile «Sono tornati Hyung» prima che il fuoco sul tavolo divenisse ancora più grande costringendo i ragazzi ad allontanarsi il più possibile.

«Ma davvero?» una risata inquietante e malefica squarciò l'aria «Davvero pensavate che due paroline dolci potessero annientarci? O che una stupida lettera d'amore, un ricordo passato potesse allontanarci? Poveri illusi, forse qualcosa è andato sto...

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«Ma davvero?» una risata inquietante e malefica squarciò l'aria «Davvero pensavate che due paroline dolci potessero annientarci? O che una stupida lettera d'amore, un ricordo passato potesse allontanarci? Poveri illusi, forse qualcosa è andato storto nel vostro piano perfetto» affermò una voce la cui appartenenza era sconosciuta ma si defusse che fosse proveniente da quella fiamma ardente, la quale si identificò come l'alter ego di Wooyoung. Ecco perché il viola era rimasto immobile, tremante come una foglia, in balia delle emozioni che si mescola año nel suo petto e arrivavano in testa annebbiandolo del tutto, rendendolo incapace di formulare un pensiero più complesso di un paio di sillabe. Hongjoong non ebbe dubbi così come il resto dei ragazzi sapeva esattamente con che cosa avessero a che fare; dai loro sguardi non trapelò neanche la più piccola delle emozioni. Tutti gli occhi erano puntati sul fuoco con una ferocia fuori dal comune, dal quale continuavano ad uscire piccole fiammelle blu che finivano dappertutto.
«Non abbiamo mai pensato che vi foste arresi così presto alle nostre azioni, ce lo aspettavamo benissimo, tuttavia è mio compito avvisarvi che le cose per voi non andranno per nulla bene» dichiarò Hongjoong con un tono di voce .

«Credi che il tuo angelo custode o qualcun'altro verranno a salvarvi come vi avevano promesso? Andiamo, noi stessi siamo stati angeli, nessuno di noi ha mai corso per un umano, anzi, siamo stati sempre discriminati; solo dopo, col male, il quale ci ha donato una forza e volontà suprema, tutti hanno avuto paura di noi. Nessuno a più rischiato di essere preso di mira dai terrori del male Adesso siamo invincibili, cheonsawi; è bene che tu lo sappia. Non vi aiuterà nessuno.»
«Io veramente non mi riferivo agli angeli o al Consiglio, piuttosto vediamo se potrete mettere in discussione la grande forza di volontà degli esseri umani.»
A quel punto, Hongjoong sollevò molto lentamente il calice di vino che aveva nella mano sinistra e in segno di sfida lo verso tutto per terra. L'alter ego non sembrò gradirlo particolarmente e questo non fece altro che preoccupare tutti, presto immersi in una nume di cenere.

◯  Treasure Saga: The victimDove le storie prendono vita. Scoprilo ora