𝐂𝐀𝐏𝐈𝐓𝐎𝐋𝐎 𝐈𝐈𝐈

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— sensazione di casa :

Gli occhi quasi uscirono dalle orbite e un urlo acuto spezzò quel trambusto che si era creato di fronte casa Kang. Era stato proprio Yeosang a gettarlo e sarebbe stato capace di fare peggio di Wooyoung se lui stesso non si fosse promesso di autocontrollarsi: non voleva rischiare di disintegrare qualcuno, ma avrebbe messo da parte la sua eleganza per dare una lezione a quei quattro furfanti, che di fronte al suo cancello sembravano orchestrare quel circo. Da ciò che gli occhi di Yeosang vedevano, a quanto pare una folla si era riunita di fronte la sua villa con sacchi simili a quelli delle patate e carriole, pronte a prendersi ciò che più gli appettiva degli oggetti al suo interno, come se tutto fosse normale; fortunatamente per il padrone di casa era arrivato appena in tempo, prima che rompessero il lucchetto massiccio che chiudeva il grande cancello.
«Da quale buco viscido siete usciti per venire qui e fare una cosa del genere!?» sbraitò il ragazzo, dai capelli nuovamente tinti di un leggero castano, a pieni polmoni buttando a terra i suoi bagagli, spaventando quegli ospiti indesiderati che di fretta e furia cominciarono ad andarsene preoccupati che il giovane avesse potuto ammazzarli; in seguito arrivò anche la pattuglia di Guang che fece sgomberare la zona.
«Vi sembra normale? Noi ci allontaniamo per solo poche settimane e subito tutti si credono chissà chi per fare irruzione a casa mia in questa maniera così barbara!» sbottò ancora rivolgendosi ai suoi amici, poi sfongando la sua rabbia su chiunque gli fosse accanto, lasciando perdere la sua compostezza e il suo essere raffinato. Persino la nuova guardia che da poco era stata assunta nella pattuglia in servizio; la giovane guardia sembrò sobbalzare ad udire quella voce, intanto che, tutti erano rimasti a bocca aperta dalla scena messa in atto dal loro amico, ridevano a crepapelle.

Yeosang non sembrava essere in sé, scosso da tale gesto irrispettoso; non si seppe per quanto tempo, addirittura ore, controllò ogni angolo della sua proprietà nella speranza per quella gente approfittatrice che nulla mancasse al suo vasto elenco, mentre gli altri si prendevano il tempo per farsi un bagno e riposarsi, addirittura addormentarsi. Hongjoong si era stabilito ufficialmente in quella casa e divideva la camera da letto col fidanzato, il quale era stato felicissimo non appena il più basso aveva accettato la proposta che gli era stata fatta prima della partenza. Hongjoong non avrebbe potuto fare di meglio, e grazie all'enorme aiuto del moro, aveva scoperto la passione per i libri e di conseguenza aveva cominciato a fare il bibliotecario in piccolo bazar di Guang dopo qualche settimana. La sua routine si era finalmente stabilizzata e tutto proseguiva normalmente: lavorava tre giorni a settimana, ricevendo un salario modesto; tornava a casa oppure rangiuggeva Seonghwa da qualche parte o addirittura il più grande lo andava a prendere per fare lunghe passeggiate per le strade semi illuminate dal tramonto primaverile.

Seonghwa era davvero la persona più felice del mondo: si era innamorato di qualcuno così speciale da non sapere cosa avesse fatto per meritarselo, viveva nella stessa casa con lui, dormivano nello stesso letto e condividevano qualsiasi cosa

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Seonghwa era davvero la persona più felice del mondo: si era innamorato di qualcuno così speciale da non sapere cosa avesse fatto per meritarselo, viveva nella stessa casa con lui, dormivano nello stesso letto e condividevano qualsiasi cosa. Ne fu talmente felice che si sentì in dovere di fare qualcosa di importante che segnasse una volta per tutte la loro relazione, così aveva organizzato una piccola gita di due giorni ad Aurora. Lo aveva portato nel suo regno d'origine per mostrargli quanto splendido fosse quel luogo sul mare fosse un pezzo fondamentale del quadro che era il suo passato. La cosa non poté che fare piacere ad Hongjoong, il quale si sentì molto più connesso al suo ragazzo, apprezzando quel gesto inusuale.
«Quindi tu hai vissuto qui?» prese parola il bassino mentre passeggiavano sulla spiaggia mano nella mano, smettendo di nascondere il suo volto nel petto dell'altro per scorgere il tramonto all'orizzonte. Seonghwa sorrise dolcemente, portando una mano al suo viso, accarezzandolo.
«Già, te l'ho detto sin dall'inizio. Se questa fosse stata la mia casa, non so se avresti voluto essere invitato.»
«Credo sarebbe stata la stessa cosa e sai cosa intendo» Hongjoong si riferì al suo difficile passato e Seonghwa colse subito il significato delle sue parole, per questo rispose «Ora abbiamo un posto dove stare, non dovrai più preoccuparti di nulla.»
«Smetterò di preoccuparmi nel momento in cui sarò sicuro che tutto sia al suo posto. Ma farò uno sforzo per te.»
Seonghwa si ritrovò nuovamente a mostrare un sorriso, decidendo di proseguire quella passeggiata in silenzio, sotto un cielo che tendeva sempre di più al blu scuro della notte e le stelle iniziavano a brillare lontane. Semplicemente prese per mano il biondo mostrandogli tutto ciò che sarebbe per sempre rimasto impresso nella sua memoria. Hongjoong era sicuro che mai avrebbe dimenticato quel posto così bello che sembrava addirittura assomigliare a Eden. Per un momento sentì il fiato mancare mentre si immergeva di nuovo in un mare di ricordi. Non sentiva Alicante dal suo ritorno a Guang, ed erano già passate diverse settimane; cominciava a sentirne un pò la mancanza, per questo di faceva piccolo piccolo e affonda a il visto nell'ampio petto di Seonghwa, come fosse una casa in cui abitare.

«Comunque, mi piacerebbe tornare ad abitare qui un giorno, quando le cose saranno più stabili» il silenzio venne nuovamente spezzato, questa volta dalla voce di Seonghwa «Mio padre aveva una biblioteca a qui ad Aurora, dove lavorava con mia madre

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«Comunque, mi piacerebbe tornare ad abitare qui un giorno, quando le cose saranno più stabili» il silenzio venne nuovamente spezzato, questa volta dalla voce di Seonghwa «Mio padre aveva una biblioteca a qui ad Aurora, dove lavorava con mia madre. È rimasta chiusa per tanto tempo, ma è ancora nelle nostre mani. Potrei tornarci e aggiustare delle cose. Ci potremmo lavorare insieme.»
«E la tua carriera da professore?»
Sì, Seonghwa aveva avuto una cattedra momentanea come professore nello stesso istituto in cui la madre lavorava. La donna, diventata vice preside, era stata contenta della scelta del figlio e ancora più contenta quando conobbe Hongjoong. Seonghwa aveva sognato di poter fare l'insegnante per tutta la vita, abbandonare il suo impiego sarebbe stato doloroso, il biondo non voleva che rinunciasse.
«Potrei fare il professore durante la mattina e dopo pranzo venire nel primo pomeriggio per darti una mano. Guang è a pochi chilometri Chiuderemmo verso sera e andare a casa. Ceniamo, coccole e a nanna.»
Hongjoong sorrise istintivamente, mentre era preso ad osservare Seonghwa pianificare la vita dei suoi sogni con un sorriso incantevole sulle labbra. Avrebbe baciato quel sorriso e fatto sì che rimanesse perennemente sul suo viso.
«Ci penseremo più avanti» si limitò a rispondere, prima che la felice coppia entrasse nel piccolo hotel in cui avevano alloggiato al loro arrivo ad Aurora.

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◯  Treasure Saga: The victimWhere stories live. Discover now