3. Mutanda Party

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Entrambi abbiamo avuto le nostre colpe, ma io non gli ho mai rinfacciato niente.

Sta per ribattere, ma il suono del campanello ci interrompe.

«Chi è?» domando, posando la bottiglietta sul tavolo.

«Non lo so, forse Claire» sussurra, scrollando le spalle.

Attraverso la cucina a piedi scalzi, dopodiché il salotto, arrivando alla porta d'ingresso.

Claire è una delle nostre vicine di casa. Vive nella villa proprio di fronte alla nostra e ogni volta viene da noi per chiederci lo zucchero.
Dice di dimenticarsi sempre di comprarlo, ma secondo me vive con tutte le buste che mamma le regala.
In fondo anche io lo farei. La poveretta ha oramai ottant'anni e si muove con ancora i bastoni di un tempo, quelli di legno laccato.

Giro la serratura, spalancando la porta, ma non è Claire quella che mi trovo davanti.

«Scott?» domando, rendendomi conto di aver posto il mio saluto più come una domanda.

Mi rivolge uno sguardo fugace, mentre scuote la testa in segno di saluto.

Mi perdo un secondo ad osservarlo, baciato dalla luce del sole che oramai sta tramontando.

I suoi occhi con questo bagliore sembrano ancora più chiari e splendenti, per non parlare dei ricci, leggermente bagnati, che luccicano grazie alle goccioline.

Riprenditi.

«Cosa ci fai qui?» mi faccio da parte, permettendogli di entrare.

Inspiro il suo profumo quando mi passa affianco, fermandosi all'entrata.

«Ieri Joseph mi ha chiesto di dare un'occhiata alla lavatrice» alza leggermente un braccio, mostrandomi una cassetta degli attrezzi, ma io sono troppo concentrata a seguire il flusso delle vene sulle sue braccia muscolose e abbronzate.

Smettila di guardarlo.

«Oh» esclamo, «Certo. Vieni pure, di là c'è mia mamma» gli faccio strada verso la cucina, ma solo quando sono a metà strada mi accorgo di essere praticamente nuda.

Poso subito le dita sui lembi di una delle magliette di mio fratello, abbassandola con veemenza, cercando di farlo sembrare un gesto naturale.
Indosso solo le mutande sotto, niente pantaloni, niente pantaloncini, niente di niente.

Questa è la mia tenuta da casa. Non pensavo che avremmo avuto ospiti.
Se solo qualcuno in questa famiglia mi dicesse qualcosa.

Non appena mettiamo piede in cucina, mamma alza la testa dal telefono, facendo uno sguardo sorpreso.

«Ciao Scott!» esclama, alzandosi immediatamente, «Come stai?» domanda, sciogliendosi i capelli, per rendersi più presentabile.

Tua figlia è in mutande, Margaret.
Come la mettiamo?

«Tutto bene, tu?» le sorride, mostrando una fila di denti perfettamente bianchi.

«Sto bene, grazie» si avvicina, per posare due baci sulle sue guance.

«Amanda» richiama la mia attenzione, «Puoi accompagnarlo tu? Io intanto preparo qualche spuntino» mi prega, già pronta ad abbuffarlo di bontà.

Annuisco, «È quella del piano superiore o questa?» domando, sperando vivamente si trovi in questo bagno.

Se non è così sarò costretta a fare le scale e sarà davvero un disagio.

La mia vita è un disagio.

«È quella di sopra» proclama mamma, facendomi fare un sorriso forzato.
«Seguimi» lo richiamo, uscendo dalla cucina.

Mi trovo davanti alle fatidiche scale, in cerca di un piano per come non mettere in mostra il mio lato b.

Pensa, pensa, pensa.

Sto per fregarmene altamente di tutto, quando lui mi sorpassa, mettendo un piede sul primo gradino.

Aggrotto le sopracciglia, incontrando per un breve istante il suo sguardo.

Ma poi i suoi grandi occhi si abbassano, posandosi sulle mie gambe nude, come a comunicarmi che ha capito il mio dilemma.

Cazzo.

Lo ringrazio mentalmente mentre saliamo al piano superiore.

«A destra» lo guido, «È la porta in fondo. Io arrivo subito» concludo, correndo subito dalla parte opposta, verso la mia camera.

Spero vivamente che adesso non mi stia guardando.

Gli sembrerò una pazza.

Quando arrivo nella stanza, afferro il primo paio di pantaloncini che trovo sul letto, infilandomeli in una sola mossa.

Lo raggiungo subito dopo, trovandolo già impegnato con l'elettrodomestico.

Si accorge della mia presenza, ma non alza la testa.

«Ehm...» cerco di attirare la sua attenzione, «Noi siamo di sotto se hai bisogno» ondeggio sui talloni un po' turbata dal fatto che finga che io non esista.

«Okay» dice semplicemente, facendomi annuire.

Lo guardo ancora per un attimo prima di farmi strada nel corridoio.

Simpatico.


ALOHAAAAA🌺
Come state?
Spero bene.

Pensavate che Amanda si fosse presa una tregua da Scott e dal disagio, ma a quanto pare le due cose vanno a braccetto.😏🤣

Certo che il nostro riccio è proprio entrato a far parte della famiglia ed è pure un sexy tuttofare.

Non so voi... ma io vorrei essere al posto della lavatrice (non so se mi spiego).😝

Vi è piaciuto il capitolo?
Sappiate che siamo solo all'inizio e che i prossimi capitoli saranno ancora più trash e divertenti.

Come sempre, vi chiedo di non fermarvi alle apparenze, perché non tutto è come potrebbe sembrare.💞

Un bacio. Aggiornerò molto presto, quindi stay tuned.🥳

📢 Instagram: thalia.owl_autrice 📢

PATENTE E LIBRETTO, SIGNORINA.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora