"È un'idiozia." ribatté Magnus.

"Non è vero."

"Sì, invece."

"Se vuoi toglierti di mezzo dopo averlo localizzato non fa niente, ce la faccio da solo, sono un Nephilim." disse secco Alec, stufo di sentire la disapprovazione dello stregone.

"Non essere ingenuo, Alexander, lo sai bene che anche se sono perfettamente contrario a questa cosa ti seguirò. - rispose composto Magnus - Anche perchè così il nostro signorotto sarà senza dubbio attratto dalla mia bellezza, e per lui seguirci non sarà una prigionia, ma un privilegio."

Alec alzò gli occhi al cielo. Solo dopo si rese conto che quella stessa bellezza era quella che aveva apprezzato per almeno le due settimane precedenti.
Nascose un sorriso.
Si domandò, se Sharon fosse arrivata prima, se si sarebbe mai innamorato di Magnus. Il suo quesito mentale, ovviamente, non ricevette risposta.

"Senti, avviso Izzy e arrivo. Dimmi dove sei." gli disse uscendo dall'Armeria, ripercorrendo il corridoio e passando davanti all'ufficio di sua madre.

"Apro un portale per l'Istituto e vengo a prenderti, quindi riapro un portale per dove sono ora."

Alec non ebbe il tempo di replicare che si aprì un Portale nella Sala Principale.
Isabelle, ancora davanti al monitor, sorrise allo stregone.

"Ehi, cosa ti porta qui?"

"Ho appena chiuso la chiamata con lui." rispose, puntando il dito contro Alec, ancora il telefono tra la spalla e l'orecchio, che stava giungendo presso di loro.

"Andiamo a catturare Wilson. Ho un piano, dubito ci possa sfuggire." replicò cacciando il telefono in tasca.

Isabelle non riuscì a trattenere una risata.
"Il mio fratellone così ottimista e sicuro di sè? Questa mi mancava."

"Non ti mettere anche tu." la ammonì Alec.

"Vogliamo andare, signor Lightwood?" propose Magnus facendo il garbato.

Alec rispose con altrettanta galanteria.
"Volentieri, signor Bane."

Isabelle guardò i due scomparire all'interno di un Portale, quindi tornò a concentrarsi sulle statistiche sullo schermo.

****

Sharon stava sudando freddo.
Il Capo dell'Istituto aveva deciso di farle una specie di interrogatorio che, a detta di lei, veniva svolto ogni qual volta un nuovo Shadowhunter arrivava in Istituto.
Non era sicura, però, che fosse vero.

"Mi serve sapere un po' di te, come mai sei qui se sei cresciuta a Londra... insomma, per accogliere Shadowhunters nel nostro Istituto esigiamo un criterio sulla base del quale ci si possa fidare a vicenda.
Ma se le nostre origini sono oscure, la fiducia mancherà inevitabilmente."

Sharon raccontò per l'ennesima volta la solita storiella su di sè tralasciando dettagli superflui che avrebbero fatto dubitare che la storia fosse autentica.
Aveva provato quel discorso innumerevoli volte, quando ancora c'era in vita sua madre, perchè ella voleva che la figlia non venisse mai vista come una minaccia che, di fatto, non era, anche se il suo passato avrebbe potuto dire il contrario.

Quando ebbe finito si sentì sollevata, soprattutto perché Maryse non aprì bocca per almeno dieci secondi buoni, nei quali Sharon pensò che stesse rielaborando tutto il suo racconto.
Sperò solo che non fosse dubbiosa di lei.

"Mi serve un solo altro particolare su tua madre, oltre al suo nome, naturalmente... l'ho già vista, ne sono sicura, è un viso familiare, nonostante ora, povera donna, stia solo attendendo una degna sepoltura. Mi manca il ricordo su come possa essere avvenuto il nostro incontro. Credo che tu possa aiutarmi."

Il cuore della ragazza perse un battito. Cercò di non dare a vedere quanto fosse agitata. Era vicino d un precipizio, oltre il quale c'era tutta la verità. E, mentre lei era proprio sull'orlo, Maryse era lì con lei, le mani sulle sue spalle, pronta a spingerla dentro.

"Oh, mia madre... era una Shadowhunter, può essere che l'abbiate incontrata ad Idris... anche lei ci è andata un paio di volte. Ma per il resto, è cresciuta a Londra."

"Oh, forse al matrimonio di... Valentine e Jocelyn. - pensò la donna ad alta voce - Dopotutto, i giovani di quell'epoca erano tutti in quella cerchia di ragazzi."

Sharon sorrise.
"Sì, è probabile." mentì.

"A proposito di lei, devi dirmi cosa vuoi. Se un funerale, o qualunque cosa. Siamo disposti a farlo." le ricordò.

La ragazza scosse il capo.
"Grazie ancora per la disponibilità, ma credo di non fare alcun funerale. Le darò sepoltura nel Cimitero Monumentale..."

...insieme a suo marito, pensò Sharon, ma non lo disse.

𝐎𝐑𝐈𝐆𝐈𝐍𝐒: 𝐎𝐧𝐞 𝐈𝐝𝐞𝐧𝐭𝐢𝐭𝐲 || Alec LightwoodWo Geschichten leben. Entdecke jetzt