1 - Biplano Marra-Castagneris-Nicoletti

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8 Giugno 1911

Ore 14, campi nei pressi della caserma di Cavalleria di Tor di Quinto, Roma



Un leggero colpo alle redini e Nelly rallentò il passo fino a fermarsi.

Francesco appoggiò le mani sulla sella e respirò a pieni polmoni. — Che paradiso, — mormorò, lasciando che il suo sguardo spaziasse tra i campi costeggiati da lunghi filari di alberi, le cime agitate da una brezza piuttosto tesa. Il Tevere, alla sua destra, scorreva lento in grandi anse diretto verso il centro di Roma mentre la collina del Parioli dominava il panorama.

— Che caldo, — protestò Aristide, il suo compagno di cavalcata, quel pomeriggio. Si riassestò il cappello che gli era scivolato un poco verso la nuca: gli ufficiali di cavalleria del Piemonte Reale dovevano sempre essere impeccabili nel loro aspetto, come nel loro comportamento. — E stasera? Se ti va un po' di teatro, con un paio di amiche mie, c'è uno spettacolino niente male al Ducale.

Francesco sorrise con un'ombra di malizia. — Quasi quasi. Ma è presto: questi cavalli hanno bisogno di una bella sgambata.

— E allora andiamo, no? Garetta? Oppure ti duole ancora il culo?

Francesco lo fissò, di nuovo serio. — Sto benissimo, grazie.

Aristide allungò il braccio e, con il frustino, diede un colpetto sulla schiena dell'amico. — Sei sicuro? Da quello che ho sentito, ti sei fatto un bel capitombolo proprio sotto agli occhi del principe di Persia.

— Se proprio la vuoi raccontare, pezzo di idiota, — sbottò, ridendo, Francesco, — raccontala almeno giusta: era Sua Altezza Tzi-Tzao, principe imperiale cinese, non persiano.

— Fa lo stesso. Comunque mi se dice che è stata proprio una caduta coi fiocchi. Da annali...

Francesco lo guardò serio, ma i suoi occhi luccicavano divertiti. — Spettacolare. Se fai una cosa, tanto vale farla bene, no? Mi son ritrovato steso a terra a guardare le nuvole che correvano nel cielo.

— S'è impuntata?

— No. L'ostacolo l'ha saltato bene, ma ha messo male le zampe a terra. Comunque è passato un sacco di tempo, e il mio fondoschiena non ne ha risentito per nulla, né allora, né oggi. Quindi, se vuoi farti una galoppata, facciamocela. Chi arriva primo ai binari della Roma-Civita Castellana. Andata?

— Vai!

I due cavalieri affiancarono i cavalli e studiarono il percorso con lo sguardo. Le tramvia, con i suoi binari che luccicavano sotto al sole, si distendeva a un paio di chilometri di distanza collegando con il suo tracciato rettilineo alcuni gruppi isolati di alberi. Avrebbero dovuto superare due, anzi tre, steccati che delimitavano i campi. In fondo sulla destra, un pastore cercava di tenere a bada un gregge di pecore. Il rauco abbaiare del cane arrivava fino a loro trasportato dal vento.

Un cenno d'assenso, e poi, insieme, entrambi i giovani piantarono con forza i tacchi nei fianchi dei loro animali.

I cavalli scattarono avanti.

Francesco stava basso sul muscoloso collo della sua cavalcatura, i piedi ben puntati nelle staffe e il sedere appena sollevato sopra alla sella. Le briglie sciolte, il frustino nella mano sinistra che accarezzava il collo della sua cavalla. Sapeva che avrebbe vinto: Nelly era eccezionale, e lui stesso era uno dei migliori cavalieri del suo reggimento. Nei numerosi Concorsi Ippici che si erano svolti da quando, poco più di due mesi prima, erano stati aperti i festeggiamenti per il cinquantesimo dell'Unità d'Italia, Francesco e Nelly avevano ottenuto risultati strepitosi.

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