41. This girl is on fire

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- Vorrei tanto sapere com'è scoppiato - sospirò Lisa, per poi poggiarmi una mano sulla spalla. Sollevai il capo, staccandomi dal petto di Dylan quando sentì un rumore di passi vicino.

- Ragazzi, state tutti bene? - ci chiese una donna, con la croce rossa sulla divisa ben in vista.

- Avete portato via un ragazzo alto, con i capelli rossi... - stavo per terminare la mia domanda, ma la donna mi interruppe.

- Tesoro, mi dispiace, ma non ne ho la minima idea. È probabile -.

Annuii e in ricambio ricevetti una carezza, per poi vedere la donna allontanarsi verso altra gente. - Sta' tranquilla, sono sicura che sta bene - disse Lisa, facendosi più vicina e passandomi una mano fra i capelli.

- Abbiamo... abbiamo litigato prima di entrare. - singhiozzai - E gli ho detto che doveva lasciarmi in pace. Devo cercarlo, Lisa -.

- Senti, che ne dici di andare in ospedale e vedere se è lì? - continuò la bionda.

Non ebbi nemmeno il tempo di risponderle perché un urlo straziante mi fece accapponare la pelle. La barella ci sfrecciò accanto in un millesimo di secondo. Su di essa, una ragazza si stava contorcendo dal dolore e non la smetteva di urlare. Una morsa mi si strinse attorno allo stomaco quando uno dei paramedici mi lasciò libera la visuale sul suo viso. La sorpresa non fu quella di scoprire la sua identità -il che era praticamente impossibile- ma vedere le gravi ustioni che aveva in viso.

Mi sentii pervadere da un conato di vomito, ma ebbi la decenza di trattenermi. - Dov'è Aiden? - gemetti. Le lacrime continuavano a scorrere ininterrottamente sul mio viso, consapevole che quel dubbio fosse più lacerante della più macabra verità.

Mi portai una mano sulla fronte, pensando di stare per svenire. L'avevo trattato malissimo, l'avevo allontanato da me, l'avevo rifiutato e avevo perso la fiducia in lui. Ma se c'era una cosa che non era andata via, era ciò che provavo. Non avevo nemmeno avuto il tempo di dimostrarglielo.

- Ehi, Wendy, respira - disse Bryan, tenendomi per un braccio.

- È lì, Aiden è lì! - urlò Dylan, guardando oltre le mie spalle. Mi girai di scatto, per vedere Aiden chiudere in fretta la portiera della sua lucida auto nera e cercarci con lo sguardo. Non aspettai che mi vedesse per corrergli incontro e raggiungerlo a metà strada.

Gli gettai le braccia al collo, piangendo per la gioia mentre mi stringeva contro il suo petto.

- Stai bene? - mi chiese allarmato.

Aiden era lì. Stava bene.

Sorrisi, prendendogli il viso fra le mani. - Stai bene? - ripetè.

Sorrisi davanti quel volto angelico, annuendo con convinzione. - Dov'eri? Stai bene? -.

- Sì, sto bene -. Quelle parole mi riempierono l'anima e affondai il viso nell'incavo del suo collo, inalando l'odore della sua pelle mischiato a quello di fumo. Casa. Sapeva di casa, di un luogo sicuro. Ad un tratto erano sparite tutte le incertezze, tutti i litigi, tutto ciò che non andava.

- Pensavo che... -.

- Non ti avrei mai lasciato così - mi interruppe, dandomi un bacio fra i capelli. Non mi ero mai sentita così felice in tutta la mia vita.

Come la peceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora