13. Ottimo lavoro, soldato

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Osservo attentamente davanti a me.

La mia attenzione viene richiamata dalla scritta che è presente sulla porta: "Famiglia Morris al rapporto."

Non capisco il perché di questa scritta, ma un sorriso comincia spuntare sul mio viso.

Schiaccio il campanello e attendo con ansia.

Dopo alcuni secondi la porta mi viene aperta.

I nostri sguardi si incrociano e la mia schiena viene perversa da tantissimi piccoli brividi, che cominciano a camminare lungo tutta la colonna vertebrale.

Le mie montagne si scontrano con le sue e, non riuscendo a mantenere questo contatto, abbassa subito le iridi.

Dovremo lavorarci su.

"Ciao." rispondo raggiante.

Oggi mi sento stranamente felice.

Avete presente quando vi svegliate con la luna al posto giusto o con la voglia di compiere cose mai fatte?
Oppure quando metti la testa fuori dal finestrino e senti la vita accarezzarti la faccia come una genitrice dolce?

Ecco, in questo momento mi sento esattamente così.

Tutte le emozioni positive che provo sono racchiuse dentro al mio cuore e stanno sconfiggendo le negative.

Il mio omino personale è attrezzato di scudo e spada. Non dimentichiamo anche la corazza, ovviamente.

Non è la guerra di Troia, Scarlet.
Smettila, Geltrude.

Mi rivolge un cenno con il capo e, sempre guardando il pavimento, mi invita a entrare.

Ci dirigiamo insieme verso quella che potrebbe essere camera sua.

Appena entro vengo catapultata in un mondo ultraterreno: è pieno di poster di Harry Potter e di Hunger Games.

Il letto è di un colore misto tra il blu e il verde.
Mi ricorda il mare e tutte le emozioni che ho racchiuso al suo interno.

Piano piano mi avvicino alla scrivania e noto che sopra di essa sono sparsi vari fogli sui quali sono rappresentati i personaggi dei poster appesi sul muro.

Accarezzo attentamente la carta e posso percepire tutte le emozioni che essa mi vuole trasmettere.

~Siamo come disegni,
Intrappolati
Dentro un'altra dimensione~

Ci risiamo: ti è venuta in mente un'altra poesia da scrivere.
Non è colpa mia se il mio ego è fatto così, Geltrude.

La matita a tratti è ricalcata, mentre in altri punti no.

Il gioco di ombre e luce che si crea è pazzesco.

Due mondi completamente diversi giocano fra di loro a nascondino.

Alzo gli occhi e noto che mi sta osservando con uno sguardo che non avevo mai visto sul suo volto. Appena scopre di essere stato scoperto abbassa il viso e continua a giocare al cellulare.

Una foto appesa cattura immediatamente la mia attenzione e mi richiama a lei.

Procedo a passi lenti in modo tale che non si possano sentire, e arrivo al mio obbiettivo.

Raffigura Emily con suo cugino: lei è alta quanto lui e lo sta abbracciando, mentre lui sorride con fierezza all'obbiettivo. Quell'istante è stato catturato dalla macchina fotografica e imprigionato per sempre all'interno di una cornice.

Le emozioni sono rimaste insieme alla foto e posso percepirle tutte.

Mi cullano e portano alla luce ricordi che avevo completamente dimenticato.

Come papaveri rossiWhere stories live. Discover now