9. Sento il mondo cadere sopra le mie esili spalle

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Non parlo con Emily da esattamente due giorni. Da quando ho rifiutato la sua offerta non riesco a rivolgerle la parola. Ogni volta che provo a chiamarla con il cellulare dentro di me un macigno blocca la gola e non permette alle parole di svolgere il loro dovere.

Odio questa cosa.

L'abbiamo capito. L'hai ripetuto almeno cinquanta volte. Dopo un po' cominci ad annoiare, sai?
Ma dov'ero io quando distribuivano la coscienza in versione gentile?

Spiritosa!
Fra le due chi dovrebbe essere offesa?

Piuttosto: chiama la tua migliore amica e suo cugino e invitali a casa tua per dirgli che hai intenzione di aiutare Noah.

A sentire il suo nome il mio cuore perde un battito e attorno a me tutto diventa piccolo. Mi sento schiacciare dalle pareti, come se stessero cercando in tutti i modi di inghiottirmi.

Per porre fine a questa strana sensazione prendo in mano il cellulare e digito il numero di Emily.

Mi fa tirare un sospiro di sollievo vedere che, nonostante tutto, risponde al primo squillo.

"Pronto?" chiede curiosa.

"Sono Scarlet." questo modo di parlare non è da noi due e questo un po' stringe il mio cuore in una morsa.

"Tutto ok?" annuncia preoccupata.

Sono stata una stupida.

Devo smetterla di tenermi tutto dentro invece che urlare al mondo intero i pensieri che affollano la mia mente.

"Puoi venire a casa mia con tuo cugino? Voglio comunicarvi la scelta sulla tua proposta." dico tutto d'un fiato.

È strano il fatto che io non riesca a pronunciare il suo nome. È come se dovesse rimanere serrato nella mia mente e non potesse essere mostrato alle persone che mi circondano.

"Ok. Siamo lì tra quindici minuti."

E subito dopo riattacca.

Butto il telefono sul letto e, senza pensarci due volte, corro in cucina a mangiare una fetta della crostata della nonna.

Chiudo gli occhi e mi concentro sui sapori incantevoli che sta assaggiando il mio palato. Mi sembra di sentire il suono del vento tra i capelli, mentre alcuno uccellini cantano spensierati.

Poi un suono spaventoso mi riporta alla realtà.

Spalanco immediatamente le palpebre e dentro di me la paura sta cominciando a devastare tutte le altre sensazioni.

Il cuore batte fortissimo e sono sicura che potrebbe uscirmi dal petto e bagnare il pavimento lasciando una macchia evidente di sangue.

A questa scena il mio stomaco si ribella e minaccia di far uscire quello che ho appena mangiato.

Salgo velocemente le scale e mi dirigo verso la camera di mio fratello.

Cerco di aprire la porta ma è chiusa a chiave.

Sbatto fortemente la mano sulla superficie fredda del legno e, a primo impatto, piccoli brividi cominciano a camminare sulla mia pelle.

"Jace che sta succedendo?"

Se si potessero leggere le emozioni attraverso gli occhi penso che un estraneo noterebbe immediatamente la pozza di panico che governa essi.

Continuo a bussare ma non succede nulla.
Si sente solo il rumore del silenzio e di tutti i segreti che racchiude esso.

È questo quello che mi fa più paura perché in realtà esso è la vera voce della vita. Quando niente si muove o parla, tutto comincia a prendere forma e ad avere un'anima.

Come papaveri rossiWhere stories live. Discover now