Back to real life

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Il contratto era stato firmato. Non senza almeno un paio di ripensamenti e una dozzina di rassicurazioni da parte di Maverick e, stranamente, di un Valentino Rossi che per qualche motivo sembrava averla presa sotto la sua ala protettiva.

In ogni caso, Sara era ufficialmente una fotografa del team Monster Energy Yamaha MotoGP per il campionato 2019. Questo non escludeva che dovesse dare almeno quindici giorni di tempo a Diego per trovarsi un'altra barista, dopo tutto quello che aveva fatto per lei scomparire senza nemmeno quella cortesia non le sarebbe sembrato solo scortese, ma anche incredibilmente ingiusto.

Proprio per quel motivo si era ritrovata a lavorare l'ennesimo turno serale, la camicetta nera che non faceva molto per proteggerla dal freddo umido della Barceloneta in inverno e la mente troppo preoccupata a eseguire quei compiti che conosceva perfettamente per lasciarla riflettere troppo sull'idea che da lì a un paio di giorni sarebbe dovuta partire, di nuovo, con Maverick.

«Sara, possiamo parlare?» la voce di Albert l'aveva presa alla sprovvista mentre lavorava dietro al bancone, udibile solo perché era quasi ora di chiudere e il bar aveva passato gli ultimi minuti a svuotarsi gradualmente dai clienti.

«Sto lavorando.» si limitò a fargli notare, sollevando appena la bottiglia di rum che aveva in mano quasi non fosse stato ovvio che in quel momento di parlare non solo non aveva voglia, ma nemmeno tempo «Pensavo avessimo messo in chiaro che non sono interessata a quello che hai da dirmi.» aggiunse poi, mentre si affrettava a consegnare il Cuba Libre dall'altro lato del bancone.

Erano quasi le due del mattino, aveva lavorato per le passate otto ore e, di certo, non aveva voglia di aver a che fare con Albert in quel momento.

Il fatto che non lo avesse trovato dove lo aveva lasciato, quando era tornata indietro per raccogliere i bicchieri vuoti e portarli alla lavastoviglie, le aveva dato la speranza che l'inglese avesse per una volta capito l'antifona e, possibilmente, si fosse messo in testa di lasciarla perdere.

Si era resa conto di essersi sbagliata un'ora dopo quando, uscendo dal locale, se l'era ritrovato davanti, la schiena appoggiata alla portiera dell'auto e una sigaretta accesa tra le labbra. Non ci voleva un genio a capire che stesse aspettando lei e, considerando che lo conosceva da anni, Sara poteva dirsi, più di tanti altri, un'esperta quando si trattava di lui.

«Ti do un passaggio a casa.»

«Preferisco camminare.» lo freddò semplicemente, stringendosi di più nella giacca imbottita che indossava.

«Stavi per partire per il Sud America.» la voce di Albert la fermò a metà passo, facendola voltare nuovamente verso di lui «Stavi per partire per il Sud America nonostante sapessi che l'idea non mi piaceva. Ero arrabbiato Sara e pensavo che avresti sicuramente trovato di meglio e...»

«E quindi hai pensato bene di calpestare i miei sentimenti per... cosa, non perdere la tua superiorità maschile?» poco importava che avesse tentato di tenere controllato il tono di voce, perché lo sapeva che la sua arrabbiatura era chiara in ogni caso e Albert ebbe per lo meno la decenza di mostrare un qualche tipo di imbarazzo a quel commento.

«Ero ubriaco, e lo sai anche tu-»

«Non mi interessa!»

Il ragazzo riprese fiato «ho fatto una stronzata, me ne rendo conto, ma Sara... pensavo quello che c'era tra di noi fosse più forte di un errore.»

Sara si lasciò sfuggire una risata «Non hai sopportato che partissi, da sola, per il Sud America Albert. Non credo tu riusciresti a sopravvivere alla tua stupida gelosia nei prossimi mesi. Non ci riusciresti neppure se io fossi così stupida e disperata da darti un'altra possibilità.»

Cold Coffee (Maverick Viñales fanfiction)Where stories live. Discover now