A lesson in Italian

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Svegliarsi la mattina dopo era stata una fatica non indifferente, non che riuscire ad addormentarsi la sera prima fosse stato particolarmente più facile. Dopo tutto quello che era successo durante l'uscita con Maverick, Sara avrebbe dovuto saperlo che il sonno avrebbe tardato ad arrivare.

L'afa della Thailandia però non le aveva permesso comunque di dormire più del dovuto, se la seconda sveglia alle sette in due giorni di fila era un indicatore di qualcosa. La sala della colazione era vuota tanto quanto lo era stata il giorno prima, solo un paio di persone oltre a lei si aggiravano già attorno al buffet e, considerando da quanto poco Sara fosse arrivata in quell'ambiente, non avrebbe avuto nessun modo per capire chi fossero se non fosse stato per i pass che già indossavano al collo e li contrassegnavano come mano d'opera del paddock.

Come il giorno prima, non aveva perso troppo tempo prima di prepararsi un caffè e afferrare una brioche dal buffet solo per poi sedersi in un dei molteplici tavoli liberi del salone, già che non aveva nulla da fare, avrebbe potuto ricontrollare le foto fatte la sera prima e capire quali valesse la pena tenere nella, già fin troppo utilizzata, memoria del suo telefono. Magari ne avrebbe trovate anche un paio da stampare e aggiungere alla sua collezione.

Era immersa in una fitta discussione con Chiara alla quale era bastato un accenno alla sera prima per partire in voli pindarici che, Sara ne era sicura, avrebbero fatto impallidire i migliori scrittori di romanzi rosa, quando era stata interrotta da qualcuno che aveva preso posto di fronte a lei. Di certo non si sarebbe aspettata di ritrovarsi di fronte Valentino, anche perché era quasi sicura che il pilota conoscesse molto meglio di lei la maggior parte della gente che iniziava ad affollare la stanza.

«Buongiorno.» L'accento incredibilmente marcato dell'italiano portava ancora chiaramente i segni della stanchezza che doveva ancora portarsi sulle spalle, se il modo in cui continuava a sbattere le palpebre era una qualche indicazione.

Sara sorrise, appoggiando il cellulare sul tavolo e ripromettendosi di rispondere più tardi ai messaggi di Chiara «Buongiorno.» replicò semplicemente, cercando con ben pochi risultati di imitare la pronuncia di Rossi.

Non che fosse particolarmente importante dato che, piuttosto che correggerla, Valentino si era lasciato sfuggire una mezza risata. Solo dopo aver preso un sorso dalla tazza di caffè che aveva portato al tavolo con sé aprì nuovamente bocca «Si pronuncia buongiorno, comunque,» la corresse bonariamente, gli occhi azzurri che brillavano ora più svegli e il suo accento che quasi scompariva nel ripetere la pronuncia corretta di quella parola «se passerai il tuo tempo nel box Yamaha, finirai per impararlo per forza un po' di italiano.»

«La vedo dura,» si era limitata a rispondere nella sua lingua madre, non era mai stata un asso nelle lingue e, a parte la necessità che aveva per l'inglese, dubitava sarebbe riuscita a imparare più di qualche frase in italiano «non mi sembra questa teoria abbia funzionato con te e lo spagnolo, no?» concluse poi, dopo qualche secondo decidendosi finalmente a finire l'ultimo sorso del caffé ormai freddo che aveva abbandonato sul tavolo.

«Touché.» il pilota si era stretto nelle spalle prima di accomodarsi meglio sulla sedia, che apparentemente aveva deciso di continuare ad occupare per la durata della colazione «Non è colpa mia se tutti i piloti spagnoli parlano con me in italiano.»

Chiaro, da quel poco che si ricordava dei discorsi di Maverick che riguardavano Rossi, poteva intuire che il rispetto che tutti sembravano avere per lui li portasse a cercare di parlarci, anche se farlo comportava imparare l'italiano. Valentino sembrava avere il suo stesso problema con le lingue dopotutto.

«Per fortuna che io non lo parlo allora.» la ragazza si guardò appena attorno, un po' spaesata dall'intera situazione; faticava proprio a spiegarsi perché Rossi stesse sprecando il suo tempo con lei. Forse il giorno prima era sembrata davvero abbastanza persa da essersi guadagnata la pietà del pilota, altrimenti non c'erano altre spiegazioni «Scusa se te lo chiedo... ma non hai davvero nessuno di più interessante con cui parlare dell'ultima arrivata che nemmeno parla la tua stessa lingua?» chiese poi, inclinando appena la testa di lato come a studiarlo meglio.

Cold Coffee (Maverick Viñales fanfiction)Where stories live. Discover now