Capitolo 1 Buon viaggio

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"Buon viaggio
Che sia un'andata o un ritorno
Che sia una vita o solo un giorno
E siamo solo di passaggio
Voglio godermi solo un po' la strada
Amore mio comunque vada
Buon viaggio"

POV. Luna

La pioggia picchiettava sulle finestre della camera, piccole gocce sottili e taglienti come lame continuavano a scendere dal cielo incessantemente da tutta la notte. Mi voltai sul fianco e presi il telefono per vedere l'ora, erano le otto e due minuti. Decisi di alzarmi per finire di preparare i bagagli. Ma prima mi fermai alla finestra e ammirai il panorama davanti ai miei occhi. La pioggia delinea perfettamente i palazzi e tutto divenne più nitido. Mia nonna sosteneva che la pioggia erano le lacrime degli angeli ed essere bagnate dalle loro lacrime era una benedizione.  Per questo da piccola mi si illuminavano gli occhi quando pioveva, ma quella lucentezza col passare degli anni si affievoliva.

Per non perdere altro tempo scesi per fare colazione. In cucina trovai mia madre seduta a tavola che leggeva un libro, ci salutammo e mi sedetti con lei. Passai quei cinque minuti a memorizzare ogni singolo particolare della cucina, dal frigo con i memo agli sportelli in legno intagliato, cassetti e fornelli. Volevo che l'immagine di quella cucina e di mia madre che leggeva il suo libro fossero impresse nella mia memoria ancora per tanto tempo. Finita la colazione, lavai le tazze e mi diressi in camera per finire di prepara il tutto.

Esattamente alle nove e cinquantaquattro avevo varcato la soglia della porta di casa, chiudendola definitivamente. Salì in macchina con mia madre e ci dirigemmo all'aeroporto. Il traffico era abbastanza scorrevole in autostrada e questo ci permise di raggiungere più velocemente la nostra destinazione. Più mi avvicinavo a quel posto, più sentivo una morsa nello stomaco. Avevo paura? Ansia? Non volevo realmente andare così lontano da casa? E se mi fossi trovata male? Tutti questi pensieri si incastravano l'un all'altro creando un meccanismo perfetto di autogiustificazione a tutto quello che stavo passando. Questi ingranaggi piano piano incominciavano a funzionare e scollegarmi dalla realtà, facendomi perdere la cognizione del tempo.

"Arrivati" annunciò mia madre fermando la macchina davanti all'aeroporto. Sorrisi, presesi un respiro profondo e scesi dalla macchina. Mia madre mi accompagnò fino il check-in per poi salutarci, da un lato avrei voluto non partire, ma dall'altro volevo ricominciare a vivere; ero in mezzo a un limbo.

Quando arrivai al gate, stavano per chiudere l'imbarco. Salita sull'aereo cercai il mio posto e una volta sistemato il bagaglio a mano, mi accomodai. Quando l'aereo decollò, feci partire la mia playlist con le canzoni del momento, non avevo un artista preferito, ascoltavo tutti e di tutto. Durante il volo mi persi nei miei ricordi e ripensai al giorno in cui scoprì il Giappone per la prima volta.

*Flashback* era un giorno come tanti. Frequentavo la seconda elementare e Petunia, la mia baby-sitter, mi venne a prendere come ogni giorno fuori suola. Andammo a casa e, mentre io ero impegnata a tirare fuori la cannuccia del succo di frutta dalla platica che l'avvolgeva, Petunia passava in rassegna tutti i canali che trovava per trovare qualcosa da vedere, fino a quado non lo sentì. Era un verso strano, mai sentito. Così chiesi a Petunia di tornare indietro. A quel punto lo vidi il personaggio che mi avrebbe cambiato la vita. Si rivolgeva al suo allenatore sempre e solo con "Pika! Pika!". Da quel giorno scoprì il mondo degli anime, iniziai a guardare One Piece, Dragon Ball, Naturo, Magica Doremi, Mirmo E Camilla, Hamtaro e tanti altri.  Man mano che crescevo il Giappone mi affascinava sempre di più così, al liceo, decisi di imparare il giapponese lasciando stare tutte le altre materie. In meno di due anni sapevo parlare giapponese e capivo cosa venisse detto negli anime. Ero più debole sulla scrittura e lettura, nonostante comprassi tanti fumetti in giapponese, era difficile distinguere gli ideogrammi. *Fine flashback*.

Ero stanca così decisi di dormire un po'. Quando mi svegliai vidi che avevo dormito a mala pena tre ore e mancava ancora molto all'arrivo.                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                  All'uscita dall'aeroporto trovai un uomo e una donna con in mano un cartello con scritto il mio nome e sotto la scritta "Yamamoto Enterprise". Avevo già sentito quel nome, ma per colpa del fuso orario e, soprattutto, del sonno non riuscì a connettere ciò che sapevo. Mi avvicinai a loro a passi lenti e indecisi. Nel frattempo, nella mia mente malata un sacco di pensieri prendevano forma uno dopo l'atro. "Oddio, dovrei andare o no?" "si capisce che sto indugiando?" "e se fossero rapitori" "peggio seria killer" "no peggio ancora, se centrassero con la Yakuza e volessero vendere i miei organi?". Mentre tutti questi pensieri passavano nel mio cervello come una pellicola di un film, senza accorgermene mi ritrovai davanti ai due sconosciuti. "Tu sei Luna?" mi disse l'uomo "Si" risposi.                                                                                            "Piacere io sono ......" la mia attenzione vacillò e non presati attenzione per poi tornare sui due sconosciuti.                                                                                            "Spero che andremo d'accordo" mi disse la donna limitandosi a piccolo inchino verso di me, l'uomo, invece, mi strinse la mano sorridendo.                                                                                                                                                     "Oh, cavolo ma i loro nomi?! Non posso credere che per l'ennesima volta la distrazione ha preso il sopravvento" pensai disperata "ora come mi rivolgo a loro?".                                                                                       Una volta arrivati alla macchina mi fecero segno di salire, salì e ci dirigemmo verso l'hotel in cui temporaneamente avrei alloggiato, cosi potevo riposare.

Arrivati a destinazione, scesi dalla macchina presi i bagagli, mi girai verso l'hotel e ne rimasi incantata. "Ti piace?" mi chiese l'uomo, annuì felicissima. "Sono contento, devi sapere che questo hotel è mio", rimasi scioccata non sapevo che dire.  era imponente, di colore vaniglia che tendeva al bianco. Non era in stile giapponese, ma ricordava lo stile barocco, ma non solo. Ai lati del portone ingresso si trovavano due colonne in stile romanico, sembrava di essere davanti a quegli hotel super lusso che vedi nei film e in cui non ci entrerai mai; anche se io lo stavo per fare. Varcata la porta d'ingresso trovavi la reception, a destra c'era una sala con dei divanetti in pelle scura attorno a un tavolino posto davanti a un caminetto con soprastante un televisore. Nella parte sinistra della sala c'era un piccolo bar a disposizione ventiquattro ore su ventiquattro. Mentre dalla parte sinistra della reception, si trova la sala adibita al pranzo o alle feste. L'uomo mi disse che ci saremmo visti la mattina seguente, io annuì. Mentre ero concentrata a osservare il lampadario al centro della stanza che pendeva dal soffitto, l'uomo disse qualcosa al facchino, il quale poi mi rivolse un'occhiata.  L'uomo mi diede la buona notte e se ne andò con la sua BMW.                                                            Il facchino, di nome Mitsuda, mi aiutò a portare i bagagli e mi mostrò la camera. Era una delle camere più belle che abbia mai visto. Entrata avevo davanti a me un piccolo corridoio in cui a sinistra si trovava la porta del bagno e in fondo si trovava il letto con l'armadio e il televisore. Il letto era posizionato vicino a una grande balcone che si affacciava sulla città di notte. Ringraziai il facchino e chiusi la porta. Appena vidi il letto mi ci tuffai e mi addormentai.  Stava per iniziare un nuovo capito della mia vita. 

Angolo di Jade

Ciao a tutti! Questa è la mia prima fanfiction che pubblico e spero che vi possa piacere. Se volete fatemi sapere cosa ne pensate ^-^

The wonderful chapter of my lifeМесто, где живут истории. Откройте их для себя