Capitolo 21

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Quella era una cosa che non mi sarei mai aspettata.
Matt aveva parlato guardandomi fisso negli occhi per assicurarmi che fosse sincero, ma subito dopo abbassò il capo con vergogna. Sapevo che ogni scuola possedesse uno psicologo a disposizione degli studenti per qualsiasi cosa, ma non potevo sapere quanto fosse serio il problema del ragazzo che ora sembrava più interessato alle sue scarpe che alla mia reazione. Portò una mano dietro il collo in un gesto nervoso.

«Va bene.» Annuii sperando che alzasse lo sguardo per vedermi. «Ci vai tutti i giorni?» Azzardai una domanda trattenendo a stento la mia solita curiosità. Era evidente lo sforzo che aveva fatto per dirmelo.
Sollevò la testa ma il suo sguardo evitò il mio per posarsi sulle pareti del corridoio. Lo vidi in difficoltà e capii che non voleva parlarne. Capii che me lo aveva detto solo per assicurarmi che non ci aveva fatto sesso, anche se tecnicamente non mi doveva alcuna spiegazione.
Il trillo della campana liberò una marea di studenti che ci travolse. Anche con quella piccola distrazione Matt pareva sforzandosi ancora per rispondere alla mia domanda, quindi allungai una mano per posarla gentilmente sul suo polso.

«Non fa niente.» Finalmente mi guardò di nuovo negli occhi e notai che i suoi era tornati quelli in cui mi ero quasi perduta quella volta che eravamo usciti sul prato. Così sinceri da destabilizzarmi. «Non sei obbligato a dirmelo.»
Lui annuì in modo deciso e si allontanò senza nemmeno salutarmi.
A mensa trovai Allison al solito tavolo, ma per una volta non era sola. Jack le stava a fianco e sembravano entrambi a loro agio.
Non le parlai di Matt. Pensai che non avevo alcun diritto di dire a qualcuno qualcosa che lui stava provando a nascondere, per qualche motivo.
Non ci fu traccia di lui per tutta la mensa e io sentii il bisogno di andarlo a cercare perché la fragilità con cui mi aveva guardata, con cui si era sforzato di aprirsi mi aveva fatto aprire gli occhi.

«Ci andate alla festa di Dawson sabato?» Jack si rivolse anche a me, che mi ero persa nei miei pensieri da qualche minuto. Vidi Allison titubante sulla risposta.

«Assolutamente si.» Risposi con forse troppa enfasi, ma lo feci per farle capire che non poteva tirarsi indietro.  Il suo volto rimase lo stesso e si sistemò gli occhiali sul naso.

«Veramente Elsa. . .non lo so.» Portò le mani sotto il tavolo e si allungò le maniche del maglione fino a coprirle.

«Se non le va, non fa niente.» Mi disse Jack, rivolgendo alla mia amica un sorriso gentile.

«Non può non venire.» Lo misi al corrente della realtà. «Il ragazzo per cui ha una cotta l'ha invitata ad andarci, quindi non può tirarsi indietro.»

«Dimentichi la figura di merda che ho fatto quando me l'ha chiesto.» Mi riprese lei, sperando di farmi cambiare idea.
Jack fece una piccola risata.

«Vi svelo un segreto: noi ragazzi amiamo che una ragazza a cui piacciamo faccia delle figuracce. È dolce.» Si concentrò su Allison per rassicurarla. «Sono d'accordo con Elsa, devi venire a quella festa. Chi è il fortunato?»
Quando lo chiese le guance della nostra amica si tinsero di rosso al solo pensiero.
Io mi resi conto di non averle mai chiesto chi fosse il ragazzo, ma non credo avrebbe fatto qualche differenza dato che non conoscevo nessuno in quella scuola.

«Adam Taylor.» Rispose con un sussurro pieno di imbarazzo.
Mi dovetti ricredere.

«L'amico di Matt?» Domandai per essere certa che si trattasse della stessa persona.

«Lo conosci?» Mi chiese lei con aria di speranza.

«Mi ha riparato la macchina.»

Un fischio lasciò le labbra di Jack che tornarono subito a stendersi in un sorriso. «Non puoi assolutamente non venire alla festa.»

Profumo di stelle #wattys2020Where stories live. Discover now