Closer

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Marinette accennò un sorriso. Era tesa e imbarazzata, si sentiva persino goffa in quel suo abito pomposo. Le mancava l'aria e no, non soltanto per lo spazio esiguo che si trovava a condividere con lui.

   Lui, Adrien, senza saperlo a causa dell'oscurità del luogo, ricambiò il sorriso, sentendosi impacciato allo stesso modo, soprattutto perché non aveva idea di come tirarsi fuori da lì. Non che la compagnia gli fosse sgradita, anzi.

   Dall'altro lato della lamiera udirono dei passi nella stanza e trattennero il fiato. Poi la voce di Sabrina, poco più lontana, li raggiunse. «Chloé, mi hanno detto di averlo visto dirigersi verso l'esterno!»

   «Non può essere già tornato a casa», la contraddisse lei, seguendola comunque fuori da lì.

   Adrien tirò un sospiro di sollievo che fece sorridere di nuovo l'amica, questa volta in modo più rilassato. «Che ne dici, via libera?» gli domandò Marinette.

   Il ragazzo fece per rispondere, ma fu distratto dal cellulare, che sentì vibrare nella tasca dei jeans. Lo prese e la luce del display illuminò i loro volti nel buio dell'armadietto in cui avevano trovato riparo. Lo sguardo di Marinette cadde istintivamente sul nome impresso sullo smartphone. Si rabbuiò, sebbene se lo fosse aspettato: era San Valentino ed era legittimo che Kagami volesse passare del tempo con lui.

   Adrien esitò, fissando il display con aria incerta fino a che il telefono non smise di vibrare. Aveva deliberatamente ignorato la chiamata, osservò Marinette, stupita. «Tutto... bene?» azzardò, non del tutto sicura che fosse giusto ficcare il naso nella faccenda.

   L'altro fece una piccola smorfia. «Sì, è solo che ogni San Valentino le mie fan si fanno sempre più insistenti», spiegò, risultando forse un po' ingiusto nei confronti di Kagami, che a conti fatti non era una semplice fan, ma qualcuno a cui lui comunque teneva in modo particolare. «Non ho molta voglia di stare in giro.»

   Marinette abbassò lo sguardo. «Sicuramente dev'essere un bel problema», commentò, capendo perfettamente il suo stato d'animo. Appena l'anno prima lei era stata una di quelle fan, benché con tutta probabilità i suoi sentimenti per Adrien fossero molto più profondi e sinceri rispetto a quelli delle altre. Non si sentiva di rimproverarlo, soprattutto perché lei stessa aveva lasciato di proposito il cellulare nello zaino, per di più senza suoneria. Temeva che Luka la cercasse e lei preferiva ignorare quell'eventualità anziché rispondergli. Lo avrebbe contattato dopo, con calma, quando sarebbe stato troppo tardi per organizzare un qualsivoglia incontro. E gli avrebbe detto che aveva lasciato il cellulare a casa. Conoscendo quanto fosse sbadata, Luka non avrebbe fatto fatica a crederle. Avrebbe dovuto sentirsi in colpa, Marinette, perché non era psicologicamente pronta per ricevere una nuova dichiarazione d'amore da parte di chicchessia? Non era neanche quello, il problema, quanto la consapevolezza che prima o poi avrebbe dovuto dargli una risposta che ancora non conosceva neanche lei.

   Sentendosi entrambi a disagio con loro stessi, rimasero in silenzio per un po'. Poi Adrien, facendosi coraggio, domandò: «E tu? Non hai impegni, per oggi?»

   «Li sto evitando anch'io», fu l'onesta risposta che gli diede la ragazza.

   Stupito, lui non si trattenne dal chiedere: «Come mai?»

   «Bella domanda...» mormorò Marinette, reclinando la testa all'indietro e poggiando la nuca contro il fondo dell'armadio in cui si erano nascosti insieme, quando Adrien l'aveva sorpresa nell'aula d'arte e le aveva chiesto aiuto per seminare Chloé.

   Il giovane non volle insistere, intuendo che lei avesse le sue motivazioni. «Prima non ho avuto modo di dirtelo, ma il tuo costume è meraviglioso», disse invece, decidendo di cambiare argomento per risollevarle il morale. «Ti sta davvero bene, come tutto quello che indossi.»

CloserWhere stories live. Discover now