Capitolo III

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«Mamma, ho un appuntamento!»

Visto che Lacey non riusciva a inventarsi nessuno stratagemma valido per comunicare il lieto evento alla madre e al contempo farsi passare l'ansia, optò per gridare quella frase nel momento stesso in cui stava varcando la soglia di casa, ancor prima di dire "sono tornata" o semplicemente "ciao", come avrebbe invece fatto in circostanze normali.

«Eh?!» si sentì la mamma urlare dall'altro capo della casa, esclamazione seguita dallo scricchiolio delle pantofole sul parquet, segnale che la madre le stesse correndo incontro.
«Oddio, dobbiamo prepararti!» furono le prime parole che rivolse alla figlia, per poi rendersi conto di aver quasi dimenticato la domanda più importante — e no, non si trattava di "come stai?" o "com'è andata a scuola?" — «Aspetta, con chi?!»
«Ehm, con... Will. Harris. William Harris!» balbettò Lacey, che ancora stentava a crederci.
«Oh, il figlio del sindaco!» alla madre brillavano gli occhi.
Evidentemente doveva essere un sollievo per lei, che si era ritrovata improvvisamente divorziata in un Paese straniero a crescere una bambina praticamente da sola, scoprire che in fondo quella ragazzina non solo era "nella norma", ma aveva anche scelto un buon partito per il suo primo appuntamento.
«È stasera, comunque...» mormorò Lacey a mezza voce.
«Coooosa?!» la mamma sgranò gli occhi. «O-M-G. Forza, dobbiamo sistemarti!» aggiunse prendendo Lacey per un braccio.
«Hai davvero appena detto "O-M-G"?» Lacey non ebbe neanche il tempo di controbattere il tentativo di utilizzo di un lessico pseudo-giovanile da parte della madre, che quest'ultima l'aveva già trascinata in camera.

Dopo shampoo, phon, piastra, un'ardua selezione di vestiti e un blando tentativo di convincere Lacey a farsi mettere più mascara e un rossetto più scuro, i preparativi per quello che più che un semplice primo appuntamento adolescenziale sembrava essere l'evento dell'anno terminarono con soddisfazione (almeno da parte della mamma di Lacey).
Finalmente sola nella sua stanza, Lacey si sedette sul letto, rendendosi conto di non aver controllato il cellulare da ore.
"Magari Will mi ha scritto che è tutto annullato, magari era uno scherzo, magari-"
Non fece neanche in tempo a far finire quel flusso di coscienza, che dovette constatare, scuotendo la testa, che le uniche notifiche ricevute erano da parte della sua amica, Kat.
"Tre messaggi e una chiamata? Uhm..."

A volte al destino piace fare degli scherzetti, oppure gli piace tenersi per sé qualche dettaglio, trattenerlo un po' prima di svelarlo: per cui, proprio nel momento in cui il pollice di Lacey stava per aprire la notifica dei messaggi di Kat, il campanello di casa suonò, facendo ricordare a Lacey che non aveva tempo per guardare i meme che probabilmente le aveva mandato Kat, oppure chiamare l'amica per sentirle dire quanto fosse uno schianto Angelique Lange in uniforme da cheerleader.
Per questo, Lacey lasciò perdere le notifiche e si affrettò a scendere le scale che dalla sua stanza portavano al soggiorno.
Non fece neanche in tempo a scendere che già udì la madre cinguettare:
«Lacey! C'è qualcuno per te!»

La ragazza, fatto un respiro profondo e facendo del suo meglio per ostentare una finta disinvoltura, s'incamminò verso l'ingresso, seguita dalla madre.
Will era lì, in tutta la radiosità che può mostrare un ragazzo di diciassette anni, quasi diciotto, al suo primo appuntamento con quella cotta con la quale mai avrebbe immaginato di riuscire ad ottenere un'occasione.
E Lacey, vedendolo e realizzando finalmente che quell'appuntamento non era affatto un'allucinazione né uno scherzo, ma l'immediata realtà, la sua realtà, gli sorrise con tutta la speranza che può emanare una ragazza di sedici anni, quasi diciassette, che mai avrebbe pensato di poter trovare l'eccezione alla "regola". La "regola" era che tutti pensavano che lei fosse solo una frigida, una bigotta, una sorta di suora senza il velo sul capo; insomma, una per cui non valeva neanche la pena di prendersela una cotta, e che peraltro molto probabilmente non avrebbe mai rivolto il suo interesse a nessun altro essere vivente all'infuori di un futuro animale domestico (visto che al momento non ne possedeva nemmeno uno).
Eppure, in quel momento le sembrò che, sì, i sentimenti di Will potessero davvero essere genuini e sinceri, che lui guardasse al di là della facciata che vedevano (e giudicavano) tutti gli altri.
Ma non solo, c'era di peggio.
Le sembrava che, quasi quasi, questo Will si meritasse davvero una chance, che stesse realizzando lei stessa di non aver accettato di uscire con lui solo per quella stupida scommessa con sua madre, ma perché, sì, quel William Harris le piaceva davvero, sotto sotto.

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⏰ Last updated: Apr 26, 2020 ⏰

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