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Vorrei dirti che non fa niente se sei sparito, se ogni volta che succedeva qualcosa di bello ti tiravi indietro, se negli ultimi tempi neanche riuscivi a reggere il mio sguardo.
Mi dicevi sempre che ero io quella forte, solo perché il mio orgoglio mi impediva di piangere, solo perché non volevo darti la soddisfazione di essere riuscito a ferirmi.
Non ho mai voluto mostrarmi fragile ai tuoi occhi, volevo darti l'illusione che sapessi alla perfezione ciò che stavo facendo, che alla fine sarebbe andato tutto bene.
Svegliarsi la mattina senza di te non è stato facile, ho dovuto far finta che non fosse successo nulla per un tempo che non riesco a quantificare, come se tu fossi stato solo una breve parentesi nella mia vita così disarmonica e aggrovigliata.
Dovevi restare ai margini, dovevi essere qualcosa di non vissuto veramente.
Nessuno parlava, ignoravo le domande mute che mi facevano, fingevo di guardare da un'altra parte.
Un nodo alla gola, sei rimasto incastrato tra i denti e la lingua, tra le mie mani, tra i miei capelli.
Lo sguardo lievemente incrinato, l'impercettibile sussulto, la contrazione della mascella appena accennata.
I segni delle piccole crepe che si formavano sul mio corpo fermo, immobile, saldo.
Io sarei rimasta quel segreto che non avresti mai raccontato a nessuno, e pure per i miei amici sei diventato alla fine un'ombra sbiadita.
Resti una data scritta sull'armadio, un paio di foto sul telefono, un messaggio che non dimentico, qualche canzone che non mi va di eliminare.
Ma io per fortuna, non ho bisogno di te.

Tutto quello che non so dirti Where stories live. Discover now