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La prima volta che ho scritto di te era il 20 Agosto 2018 ed era mattina presto, le 07:37, mi ero appena svegliata e la luce entrava prepotente dalla finestra, sul display del telefono il tuo messaggio che mi dava il buongiorno.
Non riuscivo a svegliarmi senza il tuo buongiorno.
Da quando c'eri tu mi svegliavo poco dopo che mio padre usciva per andare al lavoro.
Mi piaceva augurarti buon lavoro anche se eri in piedi dalle 6.
Quel lavoro estivo che facevi solo per pagarti la patente.
Non puntavo nessuna sveglia.
Mi svegliavo per te, ma non lo decidevo io, era qualcosa che dipendeva dal mio inconscio.
A volte mi svegliavo nello stesso momento in cui arrivava il tuo messaggio.
"Buongiorno" semplice, senza emoticon, però non mancava mai.
Ho iniziato a scrivere di te che non mi ero neanche alzata, le parole si affollavano nella mente e io dovevo assolutamente scriverle.
Ho aperto gli occhi e ce le avevo già sulle labbra.
Dopo di te non ho più voluto nessun buongiorno, nessuna buonanotte, non mi sono più svegliata presto se non per andare a scuola.
Ci sono state altre persone, però alla fine mi ritrovo sempre a scrivere di te, forse perché sei sparito da un giorno all'altro senza darmi spiegazioni. Mi sono girata e non c'eri più.
Vorrei urlarti quante lacrime ho pianto per te.
Quante canzoni non ho più potuto ascoltare, alcune non riesco ad ascoltarle nemmeno adesso che è passato un anno e mezzo.
Mi sono dimenticata di me stessa.
Non mi truccavo più.
Non mi importava come mi vestivo.
La scuola andava peggio del solito, e ho mollato pure l'hip hop perché sentivo che ogni cosa stava perdendo di senso.
Speravo di non incontrarti mai, e quando succedeva il mio cuore piombava giù nelle viscere e non voleva più rivedere la luce.
La prima volta che ho scritto di te neanche sapevo di essere innamorata, o forse lo sapevo ma non volevo ammetterlo.
Sì perché tu sei stato la prima volta in cui mi sono sentita amata.
La prima volta in cui mi sono sentita piena.
La prima volta in cui non mi fregava di niente.
La prima volta in cui non avevo paura.
La prima volta in cui ero forte, ma senza dovermi difendere.
La prima volta in cui guardavo ciò che mi circondava e lo vedevo davvero.
La prima volta in cui mi sono sentita all'altezza.
La prima volta in cui mi sono sentita bella.
La prima volta in cui mi sono sentita in pace.
La prima volta in cui mi sono sentita viva.
La prima volta in cui mi sono sentita libera.
Mi svegliavo presto la mattina e assaporavo tutto, andavo a letto tardi la sera ma non sentivo la stanchezza.
Mi hai fatto innamorare di me stessa, perché tu eri il primo a credere in me.
Mi innamoravo di te e mi innamoravo di me.
Per te io stavo un passo avanti, per te io sarei arrivata ovunque.
Avrei voluto toglierti tutta quella rabbia conficcata nel tuo corpo.
Dirti che non hai colpe, che gli anni buttati via non contano, che avere paura del mondo è normale, che non è vero che non puoi cambiare.
Chissà se continui a vivere alla giornata, se ti accontenti.
Se continui a guardare il mondo da dietro una parete che prendi a pugni o dal fondo di una birra che bevi alle 8 di mattina.
Ti auguro di fare un passo avanti, un gradino in più che ti allontani da quella vita che vivi solo perché credi di non avere altre possibilità.
E so che mi pensi, ma non me lo dici.
E ti ho sbattuto in faccia la realtà, ti ho mostrato una vita sana, ma tu il coraggio non ce l'hai mai avuto.
Ma non piango più per te, ti ho perdonato già da molto tempo.
Ti ho odiato, adesso sei solo un bel ricordo, perché il male che mi hai fatto l'ho eliso dal mio corpo.
Sei assolto.
Mi hai resa la persona che sono oggi.
Ho ripreso in mano me stessa l'estate appena trascorsa. Ho detto addio a tutto ciò che consideravo tossico e non mi nascondo più.
Non ho più paura.
Ora libera lo sono tutti i giorni, ed è così che voglio vivere.
Io sono mia, come mi hai insegnato tu.
Non dimentico niente.
I tuoi messaggi.
I tuoi segreti.
I tuoi errori.
I tuoi rimorsi.
I tuoi rimpianti.
I tuoi traguardi.
I tuoi nei.
Il tuo odore.
Il tuo respiro.
La tua voce.
La tua risata.
Il tuo modo di camminare.
Il tuo nome sulla mia pelle.
Il mio sulla tua.
Le canzoni che ascolti prima di dormire.
La giornata al mare.
Le tue mani su di me.
La mia testa sulla tua spalla.
I tuoi occhi così tristi.
Il tuo volermi insegnare che non devo aver paura dell'acqua.
Il tuo cuore che mi hai mollato qui una sera mentre ti spogliavi di tutto.
Me l'hai mollato sul letto e non sei mai venuto a riprenderlo.
Lo tengo in quelle canzoni che non ascolto, in quei biglietti della corriera che non ricordo neanche più dove li ho messi, nell'unico messaggio tuo che non ho eliminato, in quella foto che non guardo.
Me l'hai lasciato come se non fossi in grado di occupartene, e allora lo faccio io, anche se non ti amo più.

Tutto quello che non so dirti Where stories live. Discover now