1. Inizio

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Sono Martina, una qualunque ragazza, con una vita apparentemente normale. Ho una sorella gemella di nome Giada, anche se, a dirla tutta, non si direbbe che siamo gemelle, poiché non ci assomigliamo praticamente in nulla: lei è bionda, io sono mora, lei dolce e carina, io ho sempre avuto un carattere menefreghista e ribelle. Insomma le uniche due cose che ci accomunano sono gli occhi azzurri e l'altezza.
È sempre stata lei quella amata da tutti, la preferita, sopratutto da mia zia, che la tratta come fosse sua figlia. Con me, invece, è sempre stato tutto il contrario. Ma sinceramente, a me non importa. Ho i miei amici.
Certo, non sono reali, dato che sono personaggi di anime, ma mi fanno molta più compagnia di quanta me ne possa fare un amico in carne ed ossa.
<<Martina, prima di andare a scuola, butta l'immondizia>>dice mia zia Elena.
<<Certo zia, non vorrei mai che il tuo profumo per far colpo sul tuo capo, che è di dieci anni più piccolo di te venisse contagiato da quello dei rifiuti, eh zitella?>>.
Lo so, potrebbe sembrare troppo rivolgerle la parola così, ma è l'unico modo in cui mi sento di parlarle.
Le assegno l'appellativo di zitella perché non ha mai avuto un marito, non perché non lo volesse, ma perché erano gli altri che non la calcolavano, ancora prima che i miei morissero, quando io e Giada avevamo 6 anni.
<<Bada a come parli, signorinella, non sopporto questo tuo carattere sfacciato. Ecco perché preferisco Giada, lei è un angelo in confronto a te. Per non parlare del fatto che lei conserva la sua purezza per l'uomo giusto, tu invece l'hai già buttata al vento...>>continua a parlare, ma non la ascolto più ed esco di casa, lasciando l'immondizia all'interno di essa facendo finta di nulla, mentre mi infilo le auricolari nelle orecchie e faccio partire la prima canzone che mi ritrovo davanti.
Prendo l'autobus e arrivo a scuola, sedendomi subito sul muretto che la circonda e inizio a leggere il nuovo manga di One Piece, in assoluto il mio anime preferito. Ho la stanza interamente tappezzata di gadget di questo anime, in particolare di Law, Ace, e alcune piccole cose di Rufy. Può sembrare da pazzi, soprattutto per le mie coetanee, ma solo così mi sento a mio agio lì dentro.
Ad un tratto vedo arrivare l'auto di mia zia, che mi fulmina con lo sguardo, ma lo distoglie praticamente subito per dare un bacio sulla fronte di mia sorella che, dopo averle sorriso, scende.
Fa finta di andare verso i suoi amici, ma quando la donna se ne va, di incammina verso di me.
<<Ciao Marty>>dice con quella voce tanto dolce da farmi quasi venire il diabete.
Ricambio il saluto con una veloce occhiata, per poi tornare a leggere sullo schermo del cellulare.
<<Se stai leggendo il nuovo manga di One Piece, non azzardarti a fare qualche spoiler, perché lo leggerò dopo la scuola>>.
Questa è l'unica cosa che mi piace di lei. Ama One Piece, anche se lo nasconde.
<<Sarà la prima cosa che farò dopo averlo finito>>sulle labbra, mi appare un sorriso beffardo.
Me ne vado, lasciandola da sola, in piedi davanti al muretto.
Entro a scuola e vado in bagno, dove mi siedo su un W.C. e accendo una sigaretta.
Lo so, è vietato e non fa bene, ma non ho il vizio, mi capita raramente di farlo.
Quando la finisco, mi dirigo verso la mia classe.
Mi siedo al mio solito posto: in fondo, accanto alla finestra. Adesso, fortunatamente c'è biologia, una delle mie materie che preferisco.
Seguo i passaggi della prof, quando il mio sguardo ricade su un bigliettino che viene passato a mia sorella. Lei lo legge, poi si volta verso il ragazzo dietro di lei e con un sorriso e annuisce. Gli angoli della bocca della ragazzo sembrano alzarsi fino all'estremità delle orecchie.
La lezione finisce e mi metto un chewingum in bocca.
Quando arriva la professoressa di matematica, comincio a formare delle bolle con il quadrato dolciastro, facendole poi scoppiare semplicemente per fare un rispetto alla prof che ogni volta si gira ma, non notando niente di strano, se non studenti che guardano la lavagna, prendono appunti o guardano sotto al banco per stare al cellulare nella speranza di non essere beccati, di volta nuovamente per scrivere.
Le lezioni finiscono in fretta ma, ciononostante, non torno a casa, infatti vado a mangiare in un fast food a dieci minuti di distanza dalla scuola.
Pur essendo un posto molto frequentato, soprattutto da ragazzi e lavoratori, riesco a prendere velocemente il mio pranzo e, in seguito, a sedermi ai tavoli esterni. Consumo il pasto con calma, godendomi il leggero venticello che caratterizza questa giornata, ringraziando mentalmente me stessa per aver scelto un posto all'aperto isolato.
Quando ho finito, mi controllo attorno e, non vedendo nessuno, mi alzo e me ne vado, allontanandomi in fretta.
Mi capita di farlo quando mi dimentico a casa i soldi, cosa che però accade molto spesso.
Torno a casa, trovando Giada intenta a mangiare un piatto di pasta. Per ora sa preparare solo quello.
<<Ehi Marty, come va? Dove sei stata a pranzo? Non ho preparato anche per te perché cred...>>non finisce la frase che la interrompo.
<<Per una volta hai fatto bene>>e salgo in camera mia.
Lancio lo zaino e la giacca un po' dove capita, buttandomi a capofitto sul morbido letto, lasciando perdere i miei doveri scolastici, lasciando finalmente che arrivi il momento della giornata che preferisco: posso iniziare a guardare anime!
Non vedevo l'ora. Per me, ogni giorno, è il momento più atteso.
Ovviamente la scelta del giorno - e di quasi tutti i giorni - è naturalmente One Piece.
Decido di guardarmi delle puntate più recenti. Mentre cerco un sito online su cui potermi godere la visione di queste, mi proietto nel futuro, raggiungendo con la mia mente il giorno in cui viene caricata una nuova puntata.
Decido di iniziare una delle mie preferite, nonostante l'abbia vista la scorsa settimana.
Mi incanto davanti allo schermo del mio portatile, durante lo scontro tra Law e Rufy, comandati da Breed. La furbizia di Law, oramai, non mi sorprende più, infatti anche questa volta ha attuato un piano geniale.
Sento la porta aprirsi, ma non volendo distrazioni, non mi volto neanche.
<<Ehi, Marty, stai guardando One Piece?>>chiede Giada, entrando in camera mia. La ignoro.
<<Posso vederlo con te?>>avanza.
<< Fa come ti pare, basta che stai zitta>>rispondo fredda.
Lei sospira e si siede sul letto matrimoniale, che occupa buona parte della mia stanza, al mio fianco.
Ce ne stiamo in silenzio, almeno io, dato che lei ride ogni tre per due. Io non ho mai sorriso in quel modo. Non ci sono mai riuscita. Non ho mai capito perché la gente ride in quel modo, ai miei occhi non vedo nessun motivo valido per farlo. Gli unici sorrisi che sono riuscita a fare o sono falsi, oppure volevo provocare qualcuno.
Dopotutto, perché sprecare il lavoro di dodici muscoli facciali per fare qualcosa di tanto inutile come il sorridere?
Ad un tratto, sentiamo la porta d'ingressi al piano di sotto, aprirsi.
<<Vado ad aiutare zia Elena, avrà delle buste della spesa. Vieni anche tu?>>dice Giada alzandosi dal letto e dirigendosi verso la porta. Non le rispondo e ritorno a guardare la terza puntata che ho messo.
Lei non insiste e va via, intuendo che non ne ho la minima intenzione.
Passa un'altra oretta, credo.
<<Marty, andiamo è pronta la cena>>mi chiama Giada.
Sbuffo.
Scendo le scale, e mi siedo a tavola, incominciando a riempirmi il piatto.
Il silenzio a tavola, per una persona non abituata, sarebbe a dir poco imbarazzante.
<<Giada, domani ho alcune commissioni da fare, ti andrebbe di venire con me?>>chiede la donna alla mia gemella. Prima che possa rispondere, inizio io.
<< Oh no, zia, lei non può, deve uscire con un ragazzo, andranno in discoteca, o forse in qualche localino>>dico con un sorriso beffardo.
<<Martina, non ti permettere mai più di parlare in questo modo a Giada>> mi sgrida Elena.
<<E sono in collera con te, mi lascerai da sola a cena, perché se non sbaglio, ti ha invitata anche a dormire a casa sua, eh? Chissà cosa potrebbe succedere>>ridacchio in un modo fastidioso.
Mia zia si alza violentemente dal tavolo,sbattendo le mani su esso.
<<ADESSO BASTA! Smettila di parlare così a Giada, lei non è come te!>>grida.
<<Non hai neanche il coraggio di dire '' tua sorella'', da quanto ci reputi diverse? Non ti illudere zietta, non siamo poi così diverse>>dico utilizzando un nomignolo da lei detestato.
<<Fila immediatamente in camera tua! Sei in punizione!>>ribatte lei indicandomi le scale. Giada, per tutta la conversazione non ha fatto altro che tenere il viso basso.
<<Io sono costantemente in punizione, anzi, direi in prigione, perché è così che mi sento in questa fottuta casa>>termino cercando di mantenere la massima calma, dirigendomi verso la mia camera.

The Witch Of HeartsUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum