9. Il furto delle parabole

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Persone come Tomas, era meglio averle dentro l'Accademia piuttosto che fuori, decretò il preside. Lo destinò alla classe dei piloti. Avrebbe aiutato nelle telecomunicazioni visto le doti che possedeva nell'hackerare, ricostruire e formattare qualsiasi tipo di apparecchio.

Quando Tomas aveva quindici anni, suo padre morì. Abuso di alcol: una cirrosi epatica così estrema che nemmeno l'Hc34Fc987 poté curarla.

Una professoressa, con la cartella appresso, una camicia bianca abbottonata fino alla gola e i lunghi capelli grigi legati sulla nuca, gli consegnò la notizia su un foglietto di carta così minuscolo che a prima vista gli parve un biglietto da visita.

«Condoglianze.» Furono le sue uniche parole di conforto.

Nel foglietto erano scritte la causa del decesso e l'ora. Rimasero scritte per poco, perché le lacrime del ragazzo lo rovinarono irrimediabilmente.

Questo fu l'inizio della fine.

Tomas lo ripeté più volte, ai diversi ispettori che l'interrogarono, anni più tardi.

Dopo quell'evento, tutto cambiò.

Irrimediabilmente, così come si era sciolto l'inchiostro su cui era scritto che da quel momento in poi sarebbe per sempre stato solo al mondo. Orfano.



Come diventare un leader.

Prima di tutto bisognava avere un'infinita fiducia in se stessi. Senza di questa, non sarebbe mai stato possibile attrarre niente di positivo dalle proprie azioni. Un vero leader era fiducioso e ottimista di natura.

Inoltre, bisognava credere nei propri seguaci. Fare gruppo era complesso, se non ci si fidava di chi si aveva di fronte, era impossibile per gli altri fornire a loro volta fiducia. L'insicurezza era contagiosa e si trasmetteva con rapidità.

Il secondo luogo, ciò che contraddistingueva un vero leader era la capacità di motivare, diventare un esempio da imitare. Bisognava essere rispettati, mostrare sempre grande impegno, mantenere le promesse fatte ed evitare malumori.

Infine, bisognava avere un obbiettivo, uno scopo, una direzione. Intraprendere un progetto, un'idea, poteva apparire facile. All'inizio prevalevano l'entusiasmo e lo slancio tipici delle grandi promesse e delle aspettative elevate. Il leader si distingueva però per il voler portare a termine tale percorso, a prescindere dalle avversità che si potevano presentare.

Tomas aveva un grande seguito.

Tutto iniziò con alcuni compagni di camerata, quando leggeva ad alta voce un libro rubato in biblioteca, tra i volumi scoperti dal neo-professor Hans.

1984 di Orwell era la sua Bibbia.

La sua stanza si riempiva di occhi rapiti, bocche semiaperte, orecchie attente, che non perdevano una sillaba di ciò che il ragazzo narrava.

Una storia antichissima, ma attuale. Sebbene Eurasia, Estasia e Oceania fossero ormai nomi difficilmente riconoscibili per i ragazzi dell'Accademia, era facile trovare una similitudine tra il Grande Fratello e gli Anziani. Il Prolet assomigliava in modo assurdo ai piani bassi dell'arca, la psicopolizia ai soldati che uscivano dall'Accademia ed entravano a far parte del corpo di guardia.

Tomas sottolineava spesso come il protagonista, Winston Smith, impiegato del Partito Esterno che lavorava presso gli uffici del Ministero della Verità, fosse incaricato di "correggere" i libri e gli articoli di giornale già pubblicati, modificandoli in modo da rendere riscontrabili e veritiere le previsioni fatte dal Partito. Smith si occupava di occultare la storia e contribuiva in modo indiretto ad alimentare la fama di infallibilità del Partito stesso e ad applicare la damnatio memoriae verso dissidenti e oppositori.

UMANA ∽ Ritorno sulla TerraWhere stories live. Discover now