Capitolo 15

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Nuvole grigie cariche d'acqua torreggiano sopra le nostre teste, il cielo è avvolto in una cappa di nebbia densa e umida che sembra riflettere la terra fangosa in cui sono affondate le mie scarpe. «Bella giornata per una passeggiata» ironizzo, infilando le mani nelle tasche della giacca di pelle nera. Remus mi lancia una rapida occhiata di dissenso, un chiaro segno che mi intima silenziosamente di chiudere la bocca perché qui nessuno ha chiesto la mia opinione, ma che prontamente ignoro siccome è della mia opinione che si tratta. Peter mi trotterella accanto affaticato, con il viso rosso avvolto in una sciarpa pesante nonostante non faccia ancora così freddo.

«Sirius io...» annaspa appunto Wormtail, appendendosi con una certa forza al mio braccio. Inclino la testa per guardarlo, con la sigaretta tra le labbra e gli occhi assottigliati di chi non apprezza affatto la sua vicinanza. Recepisce il messaggio e si allontana. «Rallentiamo» si lagna, ma gli do ragione, siccome Remus sta praticamente correndo per riuscire a raggiungere in tempo il suo albero preferito strategicamente posto accanto al Lago Nero, come se in una giornata schifosa come questa, altri studenti oltre noi, facessero a gara a chi si siede prima nel fango.

«Remus-» inizio, lui però sa già cosa voglio suggerirgli e perciò borbotta qualcosa in gallese e, con il suo libro sotto braccio, allunga il passo.

«Fate come volete» esclama pacato, apparentemente rilassato, ma tutto in lui grida che se facciamo davvero come vogliamo, allora ci terrà il muso giudicandoci mentalmente e accusandoci di essere gli amici peggiori di questo mondo. Sia io che Peter accettiamo il nostro destino, peggiore per lui in quanto ha le gambe molto più corte delle mie, e lo seguiamo.

Raggiunte le sponde del Lago Nero, noto con un velato disinteresse che non siamo gli unici imbecilli ad aver deciso di lasciare le calde e asciutte mura del castello per prendere un po' d'aria. C'è persino una coppia con un cestino da picnic, che sorseggia succo di zucca ignorando il tentacolo della Piovra Gigante che spunta fuori dall'acqua e ondeggia in aria a poca distanza dalle loro teste. Alice e Frank senza dubbio.

Remus si è appena seduto sull'erba bagnata con una certa nonchalance, aprendo il suo libro affatto divertente ed estraniandosi dal mondo. Sbuffo terribilmente annoiato, poggiando una spalla al tronco di un albero e finendo di fumare a debita distanza dal naso rompipalle di Moony.

Alcune ragazze ridacchiano, mi fissano e Peter ci tiene a farmelo notare come se le loro risate isteriche non fossero già abbastanza forti da attirare la mia attenzione. Scuotono i capelli, parlano a voce alta sperando forse che subentri nella loro conversazione, tutto ciò però è fastidiosamente seccante. Peter, d'altronde, non è della stessa idea visto che se fosse stato al mio posto, deduco dalla sua espressione sognante, si sarebbe lanciato a braccia spalancate in mezzo alle gonne del gruppetto.

I miei occhi si posano casualmente su una cascata di capelli neri a poca distanza dal lago. Dorcas è sdraiata a pancia in giù sulla sua giacca, disegna in aria cerchi immaginari con un piede e sembra assorta nello studio. È circondata dalle due ragazze della squadra di Quidditch. Stiro un ghigno, prendendo in considerazione l'idea di utilizzare le mie doti sarcastiche e importune per infastidirla, e così, migliorarmi la giornata.

***

D'accordo, questo paragrafo sembra piuttosto semplice, ho letto una riga e l'ho capita. Sono un genio. Scrivo la formula che ho appena studiato sulla pergamena per poter svolgere l'esercizio di Trasfigurazione. Lo eseguo concentrata‌ mordicchiando la punta della piuma, confronto il risultato con quello del libro che naturalmente è diverso.

«Porco Merlino» sbotto frustata, lasciando che la fronte si spiaccichi sulla pergamena con un tonfo.

Alaya scuote la testa divertita. «Suvvia Dorcas» agita una mano smaltata di rosa shocking per rifilarmi una pacca di conforto su una spalla. «Non disperare e fai come me: trovati un Corbin Murphy disposto ad aiutarti con i compiti gratuitamente»

«Sai che se James scopre che vi frequentate scoppierà una catastrofe, vero?» le fa notare Ivy, sistemandosi la sgargiante bandana rossa tra i capelli.

«Ma noi non ci frequentiamo!»

«E lui lo sa?» chiedo ridacchiando, prima di ricordarmi che lunedì ho il compito di Trasfigurazione e cancellare con un gesto isterico l'esercizio sbagliato. «Uccidetemi prima che lo faccia la Mcgranitt!»

«Questo si che è lo spirito giusto, piccola guardona» ride una voce roca alle mie spalle, che riconosco subito un po' perché è la stessa che grida battute idiote durante gli allenamenti, e anche perché la faccia di Alaya è diventata dello stesso colore del culo di un babbuino.

«Ti ripeto per la milionesima volta, Black,» inizio risoluta continuando a tenere gli occhi fissi sul mio libro, nella speranza che se lo ignoro se ne andrà. «che è stato un incidente, causato principalmente dalla tua propensione alla nudità. Ora, se non ti dispiace, gradirei essere lasciata in pace»

Ovviamente ignora la mia richiesta e poco dopo me lo ritrovo seduto accanto a gambe incrociate, con un suo ginocchio premuto contro il fianco.

Sollevo lo sguardo, sentendomi osservata. Le mie amiche sono pietrificate sul posto. «Ehi Sirius» cinguetta Alaya, il tono che sale di almeno tre ottave. «Come va?»

«Tutto bene» esclama rilassato come se non lo stessi fulminando dal basso della mia posizione sdraiata. Poi si rivolge a me, degnandosi di piantarmi gli occhi in faccia con un sorriso da sbruffone ad illuminargli il volto. «Tu sai che la formula che hai scritto non ha alcun senso, vero?»

E il mondo mi crolla addosso.

***

Quando apro gli occhi non realizzo subito cosa sia successo o come io abbia fatto a ritrovarmi sdraiata su questo materasso che non mi appartiene. C'è una coperta rossa sulle mie gambe, il cuscino su cui sono sparsi i mei capelli odora di dopobarba e nella penombra della stanza riesco a scorgere un kit di manutenzione delle scope sul comodino.

È stato solo un brutto sogno, Lily. Mi ripeto, ma quando passo una mano sul viso e lo trovo bagnato di lacrime, la consapevolezza che i mei genitori sono morti davvero, mi schiaccia il petto e mi fa mancare il respiro.

«Io ci sono se hai bisogno» la voce pacata di Potter mi fa girare di scatto la testa. È seduto scompostamente sul baldacchino accanto, con i capelli sparati in ogni direzione e la fronte aggrottata, come se stesse cercando di nascondere la sua preoccupazione. «Se vuoi parlare mi trovi qui, a meno che tu non voglia che io me ne vada, in quel caso posso-»

Lo interrompo, gli occhi che tornano a fissare il soffitto e la voce che esce dalla mia gola senza che io sappia come o dove io abbia trovato la forza per farlo. «Grazie, James» dico, perché è giusto così. Posso sentirlo agitarsi sul posto.

«Alice e Mary stanno arrivando» m'informa, il tono dolce che mai gli ho mai sentito usare per rivolgersi a qualcuno che non siano i Malandrini.

Annuisco nell'ombra.

Non piango, non urlo e non prendo a pugni la faccia di Piton o di ogni singolo Mangiamorte in questo castello, anche se vorrei. Resto immobile nel letto, l'ultima risata dei miei genitori impressa dietro le palpebre.

***

«Cosa avete fatto questa notte?» la mia voce rimbomba per il corridoio vuoto del terzo piano. I capelli neri mi ricadono arruffati davanti agli occhi, tento di sistemarli con le mani. Sono stato catapultato fuori dal mio dormitorio e non ho avuto tempo di rendermi presentabile.

Avery si volta, il viso pallido illuminato dal sorriso selvaggio. «Guarda fuori dalla finestra Reg, ti piacerà»

***

Remus e Peter mi osservano rispettivamente uno corrucciato e l'altro estasiato, mentre ritorno con passo cadenzato all'albero sotto cui sono seduti, dopo che Dorcas ha minacciato di uccidermi con il suo tomo di Trasfigurazione.

«Sirius» Moony non sembra contento, ma potrei sbagliarmi. «Non ti ho portato al parco giochi ad adescare ragazze!»

Nella mia testa è già pronto la battuta che lo farà arrabbiare e sbraitare per almeno tre ore. Ma è un attimo, la tempesta arriva all'improvviso: un lampo verde squarcia il cielo, l'ombra di un teschio prende forma tra le nuvole e l'allegro chiacchiericcio di voci viene spazzato via dal terrore.

Il mio cuore perde un battito: dove cazzo è James.

Moonwalkers | The Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora