Capitolo 12

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«Non c'è niente che vuoi dirmi?» esclamo, gli occhi spalancati e fissi su Sirius che, d'altro canto, si sta abbottonando la camicia scolastica con serenità ed una certa dose di disinteresse nello sguardo, come se sedersi accanto ad Evans nel bel mezzo della notte, e non venire schiantato fosse una cosa normale.

Alza la testa, mi squadra da capo a piedi, ed esordisce con un: «Ti trovo ingrassato» non solo ferendo i mei sentimenti e offendendo il mio meraviglioso fisico atletico, ma tentando miseramente di distogliere l'attenzione dall'ambiguo fatto avvenuto poche ore prima.

Spalanco la bocca oltraggiato, l'indice alzato e pronto a colpirlo con una forza tale da bucargli un braccio e convincerlo a prostrarsi ai miei piedi, per aver osato dire ad alta voce quella che è chiaramente una bugia. «Non è vero!» esclamo, avvertendo subito dopo sia lo sguardo di Remus addosso perché forse, d'accordo, l'urlo appena prodotto dalla mia gola non era affatto virile, ed il sopracciglio alzato di Pad che invece mi sta giudicando. «È la pancia? HO DEL GRASSO SULLA MIA BELLISSIMA PANCIA?» grido, spingendo via Peter da davanti allo specchio. «O Merlino» afferro con forza i capelli e li tiro verso l'alto. «Sembro Frank!»

***

Sirius sta ridendo, ed anche se dalla sua bocca non esce alcun suono, posso benissimo vedere il profondo divertimento nelle sue iridi che, invece, fanno un rumore tremendo. Ora, da persona saggia quale sono, dovrei afferrare la mia tracolla piena di libri e schizzare via da questa stanza, perché James si è appena voltato verso di me e la disperazione impressa sulla sua faccia, non presagisce niente di buono. «Moony» erompe. «Ti sembro forse Frank?»

Appunto.

In questo caso le opzioni sono due: scuotere energicamente la testa, con il rischio di scatenare una sua crisi isterica in quanto potrebbe pensare che io stia mentendo come quella volta al quinto anno — a mia discolpa vorrei dire che fargli notare di avere i denti verdi, davanti all'intera tavolata di Grifondoro, avrebbe attirato l'attenzione di quei pochi che non l'avevano ancora notato, e perciò ho preferito non metterlo a disagio. Ancora ad oggi non mi pento della mia decisione. — mentre la seconda, consiste nel tossire una risposta e sperare che lui capisca ciò che spera di sentire.

Scelgo la seconda opzione, e poi, invece di aspettare una sua reazione, afferro le mie cose e scappo via, perché se non puoi convincerlo, confondilo.

***

Alice sostiene di odiare il mio essere la studentessa più brillante ed intelligente di tutta Hogwarts, ma senza di me a quest'ora lei starebbe ancora elemosinando i compiti di storia della magia. Invece eccola, china sul tavolo e con un cucchiaio di porridge in bocca, intenta a copiare per filo e per segno il mio lunghissimo ed elaboratissimo tema, con il quale, sicuramente, prenderemo entrambe un voto ottimo, siccome il Professor Ruff non si è neanche accorto di essere morto, figuriamoci se potrebbe notare un insignificante dettaglio come questo.

«James sta correndo molto velocemente in questa direzione» annuncia Mary, con la brocca del succo di zucca alzata a mezz'aria e lo sguardo puntato alle mie spalle.

Mi schiarisco la voce, perché conosco perfettamente il motivo per il quale Potter si sta avvicinando, ed i permessi per l'uscita ad Hogsmeade di sabato che penzolano fuori dalla mia borsa, ne sono la dimostrazione. Sistemo i capelli, voglio che il mio "no" quest'anno sia particolarmente deciso e d'effetto, così attendo.

Il tonfo che fa il suo sedere quando si lancia sulla panca al mio fianco, mi informa che è arrivato, ed io non ho neanche bisogno di distogliere lo sguardo dal piatto per sapere che si tratta di lui: l'odore esagerato del suo profumo mi ha appena fatto passare la fame.

Moonwalkers | The Marauders Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora