Capitolo 15 - Nora

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«Se lo avessi saputo prima te lo avrei detto.»

«Potevi benissimo dirmelo all'inizio, quando vi ho chiesto dell'incendio. Perché immagino che questa storia vada avanti da un bel po', lo vedevate passare tutti i giorni interpretando una vita che non era sua. O no?» mi sento pazza pronunciando queste parole. Quello che fa più male è il fatto che non sia una parte recitata, ma la realtà. Assurdo, mi sembra di essere nel racconto Enrico IV di Pirandello.

«Ma non ci conoscevamo affatto, e poi non ne hai più parlato...» Joe cerca di giustificarsi.

Margaret è fuori a fare la spesa altrimenti mi sarei arrabbiata anche con lei. Sono stata l'unica stupida a non averlo capito, all'oscuro di ogni cosa. Tutto il quartiere unito in questa strana coralità, ma la chiamerei più omertà. Mi viene un crampo allo stomaco. Anche la polizia lo sapeva, per questo non hanno risposto alle mie domande quella volta? Forse pensano che Davis sia pazzo.

«Allora parliamone ora!» sbotto.

Mi guarda titubante.

«Mi serve per chiudere questo capitolo.» insisto.

«Vieni, entra...» si fa da parte e io oltrepasso la soglia di casa sua. Resto in piedi, non ho voglia di sedermi.

«Vuoi del caffè?» versa il contenuto scuro in una tazzina.

Scuoto la testa.

«Davis ha la mia età. Mi ricordo di lui perché andavamo entrambi alla San Francisco State.» beve un sorso. «Però non eravamo amici. Diciamo che avevamo conoscenze in comune.»

Incrocio le braccia. Vuole rifilarmi la scusa che non lo conosceva abbastanza? Qualcosa dovrà pur sapere.

«All'inizio era così diverso...» si passa una mano tra i capelli. Poi mi guarda, incerto se continuare o no.

«Aveva i capelli lunghi, gli occhiali. Era più giovane, ovviamente...»

Cerco di immaginarmelo da come descrive ma non ci riesco. È possibile attuare un cambiamento così radicale nella propria vita e sulla propria immagine? Anch'io ho tagliato i capelli ma mi sembra di essere la stessa di prima.

Lui ha perso la memoria. Se così non fosse stato magari non sarebbe cambiato, io non mi sarei trasferita in casa sua, non ci saremo mai incontrati né innamorati.

«A vederlo non te lo saresti aspettato. Era sempre in biblioteca a studiare... non so cosa lo abbia cambiato. Forse la cattiva compagnia.»

Ci rifletto. Alex è uno di loro? Charlie? Jonas? Mi sembra di essere in un incubo.

«Comunque qualche tempo dopo si è saputo della loro storia.»

Sento una fitta al cuore.

«Lo sai, vero?»

Annuisco.

«Te lo ha detto lui?»

Penso se dirgli la verità o no ma lui mi precede: «Non ti sei mai fermata...»

Sentiamo la porta di casa che si apre.

«No.» faccio un sorriso amaro.

«Joe?» Margaret compare in salotto.

«Oh...» è sorpresa. «Ciao. Che fine avevi fatto?»

Faccio spallucce. «Colpa dello studio.»

Margaret ride. «Ma se non ti ho mai vista studiare.» si toglie la giacca e la butta sul divano. Si siede vicino a me. Ci guarda e vede le nostre facce scure. «Che è successo?»

«ehm...» guardo velocemente Joe che mi fa cenno di no con la testa. Capisco che lei non sa niente. Certo, me lo avrebbe detto altrimenti. Non come lui. Sono stata cattiva a pensare di insultarla.

«Joe mi stava raccontando...»

«Di quant'è stronzo il mio capo.» interviene lui.

«Ah, si... non ci pensiamo ora. Mangi con noi?» mi chiede così entusiasta che mi è difficile deluderla.

-

Torno a casa molto tardi, un po' brilla di spumante e piena del risotto alle fragole di Margaret. 

Tolgo le scarpe e le lascio all'ingresso. Bevo un bicchiere d'acqua in cucina e poi mi strucco e vado a letto. Davis sta dormendo ma appena si accorge della mia presenza allunga una mano verso di me. La guardo al buio.

Gesti che prima mi riuscivano naturali ora mi sembrano forzati Per quanto voglia superare l'accaduto, di notte mi sembra di affogare in un oceano di disperazione. In questo momento credo sinceramente che nulla possa essere sistemato, che non ci sia futuro. Ma domani con la luce del giorno probabilmente avrò cambiato idea. Non riuscirei a mettere il mio bene prima del suo.

«Dormi?»

Ho un tuffo al cuore. Mi giro spaventata, come se potesse entrare nei miei pensieri. «Si.»

«Bugiarda...»

Non rispondo. Mi giro dall'altro lato. Davis si riaddormenta, nemmeno lui si preoccupa del mio dolore e io mi sento ancora più sola.

-

Oggi è sabato, non ho lezione. Faccio una breve visita a mia madre e vado comunque al SFS a studiare in biblioteca perchè a casa non mi concentrerei. Mi siedo a un tavolo.

Evidentemente nemmeno qui è possibile perché la presenza di Camilla mi urta molto. Mi sento ribollire di rabbia appena la vedo. Dentro la mia testa si scatenano centinaia di immagini.

So che lei potrebbe rispondere a ogni mia domanda e allo stesso tempo potrebbe portarmi via ciò a cui tengo di più. Mi sorride da lontano. Che brava attrice.

«Che occhiaie che hai.» si alza e viene verso di me. Tira fuori dalla borsa un correttore. «Lo vuoi?»

Non capisco se sia ironica o meno.

«Già, ho una vita movimentata al contrario della tua.»

Si fa seria in volto. «Scusa?» si siede e aspetta una risposta.

Continuo a sottolineare sul libro ignorandola.

«Senti, non devi vedermi come una minaccia. Infondo sono sua sorella.»

La mia mano si blocca. Sono pietrificata dalla rabbia. Mi giro e la guardo di stucco. Sono tentata se tirarle un pugno in faccia o farle sbattere la testa finché non dimentica tutto ma penso a suo figlio che resterebbe senza una madre e cambio idea.

Digrigno i denti e mi alzo. Tutti si girano a fissarci ma non mi importa di fare una scenata. «Tu cosa?»

Si alza anche lei. «So che è difficile, davvero. Ma devi accettarlo. Quel che è stato è stato, ma sono l'ultimo parente che gli rimane.»

Scoppio a ridere e scuoto la testa. «Non ci credo che hai tirato fuori questo discorso.»

«E io non credo che tu sia così stupida da sperare in qualcosa. Tu non lo conosci affatto.»

«O forse sei tu che non lo conosci?» nemmeno io credo a ciò che ho appena detto.

«Scusate?» dice qualcuno piccato.
Ci guardiamo intorno a disagio e ci rimettiamo di nuovo a sedere.

«Ha chiuso con la sua vecchia vita. E tu fai parte del passato.» le dico socchiudendo gli occhi. Forse per sfida, forse perchè non voglio sentirmi esclusa.

Sorride. Sembra abbia accettato. «Anch'io ho chiuso con la mia vecchia vita.»

Dalla sua espressione capisco che fa sul serio. Non ho intenzione di abbassarmi al suo livello ma non voglio certo che sì immischi nella nostra relazione. Farò di tutto per impedirlo.

Inside our souls 2Where stories live. Discover now