Un cuore in tempesta

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La sveglia comincia a suonare rumorosamente mentre dei raggi di sole mi rigano il viso svegliandomi, allungo una mano per cercare di spegnerla, provando a ricordare per quale motivo dovrei alzarmi dal mio soffice letto. In un secondo mi ritrovo distesa sul pavimento con un gran malore alla testa mentre Linda, la mia matrigna, sbatte su una pentola un cucchiaio in modo "poco" educato.
«Ma dico sei pazza!?» rispondo, lei mi guarda con un espressione infuriata « Eh no signorina!Ora ti alzi e ti preparei per andare a scuola, capito?»
Cercando di non perdere la ragione mi alzo e vado in bagno senza dire niente. Mi faccio la doccia, mi metto dei jeans e una felpa di Stranger Things, mi trucco e sono pronta.
Scendo giù a fare colazione e trovo mio padre,James, bere il suo caffè con un giornale nell'altra mano e mio fratello, Lucas, affogarsi per il latte andatogli di traverso. Insomma tutto come al solito.
Arrivo a scuola e vedo subito un sacco di gente all'ingresso, mi reco silenziosamente verso il mio armadietto e appena lo apro una ventina di spilli cadono per terra, noto anche un foglietto con una minaccia di morte. GIÀ TUTTO COME AL SOLITO.
La prima ora è andata, cerco di uscire dalla classe, ma all'improvviso vengo spinta violentemente, sento delle risate, tante risate...cosa ridete?...ditemelo...basta vi prego...basta «BASTA!» urlo così forte che la voce mi si strozza.
Quelle oche mi guardano con una faccia interrogativa così scappo via.
Mi chiudo in bagno, comincio a piangere e a singhiozzare. A un certo punto la porta si apre e noto una sagoma davanti a me, vedendo in modo sfocato per le lacrime mi stropiccio gli occhi per vedere meglio.
È Tom Carter il ragazzo conosciuto per aver ricattato ben tre insegnanti. Ora che lo guardo meglio è davvero carino, alto e snello, capelli scuri, occhi color nocciola, e pelle candida.
«C-cosa ci fai nel bagno delle ragazze sei per caso femmina» dico freddamente.
«Non sono una ragazza, ma se vuoi controllare non ti fermerò» risponde con uno sguardo che neanche voglio descrivere.
«Ma sei stupido, esci subito» cerco di dargli una spinta, ma mi afferea i polsi e mi spinge al muro, poi si avvicina lentamente al mio orecchio e sussurra:«Calmati dolcezza, ho solo sbagliato bagno»
Sono terrorizzata «Conosco quelle come te sai, piangi tutta sola maledicendo le tue debolezze. Sei patetica» Il mio respiro si blocca, lo guardo negli occhi afferrandogli la maglia e comincio a strattonarlo, mi partono dei singhiozzi e comincio ad innervosirmi.
Perché non riesco mai a dire ciò che penso?Mi odio.
«T-tu n-non sai niente di m-me quindi non p-parlare» lui mi guarda stranito «Non si capisce niente se hai qualcosa da dire dillo cazzo...forza PARLA» non ce la feci più a reggere quella tensione, era troppo per me, davvero troppo.
Dissi solo una cosa «Ti prego, aiutami a cambiare non ne posso più».
Lui posò una mano nella mia guancia per asciugare una lacrima, si avvicinò lentamente, i nostri visi erano vicini, era così vicino che potevo sentire il suo respiro irregolare. Volevo allontanarlo, ma ero come stregata da lui. I nostri sguardi non smettevano di studiarsi a vicenda, sempre più vicini, diventai rossa quando col pollice mi sfiorò le labbra. Il mio cuore era in tempesta...
«Signorina Shane è da trenta minuti che è in quel bagno per caso si sente male?» la professoressa rovinò quel momento magico, costringendo me e Tom ad allontanarci.
Uscì dal bagno facendo credere alla prof che ci fossi solo io, dopo di che mi girai e vidi Carter farmi l'occhiolino con quei sue due occhioni neri. Il mio cuore ebbe un tumulto.

~Spazio autrice~
Salve bella gente, come statee?
Comunque ecco il nuovo capitolo spero vi piaccia.
(Lo so che tanto non me se caga nessuno, però vabbeh).
Bye💕

The silent girlTempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang