~dolce melodia~

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Mia
La campanella suona, dando il permesso di recarsi in mensa per mangiare. Non aspetto neanche che la professoressa proclami l'accesso, che sono già uscita dall'aula. Ho bisogno di respirare. Mi affretto ad uscire dall' edificio e vado in giardino, respirando il più possibile quel buon profumo di aria fresca, mentre delle lacrime rigano il mio viso con estrema facilità. Sono colma di graffi e di lividi sul mio corpo candido, porto i segni di ogni mia azione, ma non smetterò mai e poi mai di amare loro, le persone che amo e che amerò tutt'ora, le persone che mi hanno fatto ridere per varie sciocchezze, le persone che mi hanno fatto piangere tutta la notte, ma che alla fine riuscivano a far ritornare un sorriso sulle mie labbra rubino. Ecco, quell'amare, forse sono io ad essere ingenua, forse sono io ad essere sbagliata, forse sono io a dover smettere di piangere per i graffi che mi segnano, forse sono io il problema. A far smettere il flusso dei miei pensieri è una voce leggera come un filo

"Una ragazza bella come te non dovrebbe piangere" giro il volto verso la voce limpida, rivelando un ragazzo vestito con dei jeans blu scuro, una felpa rossa sangue, da gli occhi cioccolato e i capelli cenere, con vari tatuaggi sulla mani e con un piercing sul naso nero. Scoppio a ridere, una risata falsa e provocatoria

"Non so con chi tu pensi di parlare, ma non sono come le ragazze che probabilmente ti girano attorno, io non sono una piccola gallina che ti sbava dietro. Con me non attacca" il mio sguardo si riporta sul terriccio sotto le mie suole, mentre mi siedo su di esso inclinando la schiena sul tronco dell'albero, mentre la testa esegue lo stesso movimento dando il comando al cervello di chiudere i miei occhi con rapidità, sospirando. Il fruscio dell'erba invande le mie orecchie e il calore di un corpo accanto a me mi crea timore

"Ma che bel caratterino" la voce limpida risuona per la seconda volta nelle mie orecchie. Ma non oso rispondere

"Non era per prenderti in giro, dicevo sul serio" apro gli occhi e giro la testa verso la sua direzione "Lorenzo" mi porge la mano con un sorriso, ma come tutta risposta mi alzo e me ne vado con le lacrime agli occhi. Non voglio. Non posso.

~❤~

"

sorellona!" Urla Thomas correndomi in contro per poi tuffarsi nelle mie braccia facendomi ridere

"Hey calmo, così mi fai cadere" ridacchio facendo alzare le sue Nike nere dal suola, lui mi lascia un bacio sulla guancia e nasconde la testa nel mio collo

"Com'è andata oggi?" Gli chiedo mentre prendo il suo zaino e cammino verso la nostra stanza, ma dalle sue labbra non  esce neanche un fiato. Sospiro pesantemente capendo già che mi toccherà fargli un interrogatorio sull'accaduto, inserisco la chiave della camera nella serratura in ferro battuto ed entro in camera posando gli zaini sul tappeto e sedendosi sul letto con il moro a cavalcioni su le mie gambe, gli stacco il volto dal mio collo e porto lo sguardo sui suoi occhioni muschio

"Che hai combinato?" Gli chiedo con tono calmo e giocando con i suoi capelli cenere, mentre lui si limita ad abbassare lo sguardo sulle sue mani fredde. Stufa del suo ingiustificato silenzio lo faccio scendere dalle mie gambe e gli alzo il mento lasciandogli un bacio a schiocco sulle sue labbra di un rosa cipria

"Hey, non ti faccio niente amore, voglio solo parlare" gli sussurro all'orecchio con dolcezza e lo vedo leggermente più tranquillo

"Ho preso un cinque e mezzo all'interrogazione di italiano (considerato come lingua straniera) e una nota per aver alzato la voce" faccio un respiro profondo per non scoppiare a ridere per il nervosismo

"Perché non hai studiato?" Gli chiedo con calma e lui scoppia a piangere nelle sue stesse parole

"I-io ho studiato, m-ma l-le lettere si muov-muovevano e n-non r-riuscivo a l-leggere il testo" subito lo prende e lo stringo al mio petto lasciandogli vari baci sul capo

"Ti prego, non essere delusa da me" a quelle parole lo stringo anco più forte al mio petto e gli bacio la guancia con delicatezza.

Terza persona

Occhi azzurri fece calmare il suo "fratellino" con estrema facilità, considerando la stanchezza dalla troppe lacrime versate, ma poco prima che il più piccolo chiudesse il suo piccolo colore fragile la ragazza sussurrò al suo orecchio una frase dolce e speciale

"Non potrei mai essere delusa da te"

~❤~

Era notte fonda quando la ragazza dai capelli rossi come il fuoco si svegliò per un suono dolce e fragile, quasi limpido, un suono familiare al suo udito sensibile. La ragazza non aveva mai udito un suono così candido, a parte quella bellissima sera del ventiquattro dicembre, dove Louis si dedicava a suonare con estrema delicatezza a sfiorare i tasti bianche e neri in plastica del pianoforte in legno scuro di casa dei loro nonni. Anche essendo il suo compleanno, Louis non poteva che suonare la sua più grande passione. Mia lo aveva ascoltato così tante volte che ormai sapeva quel testo, su cui si basava, a memoria. La ragazza staccò con delicatezza il piccolo corpo latte del minore e si incamminò fuori dalla stanza dalle pareti bianche, camminò sul pavimento freddo di quel posto lugubre e si avvicinò ad una porta leggermente spalancata dal colore nero, da dove proveniva il magico suono ed entrò nella stanza. I suoi occhi grigi iniziarono a brillare al suono del piano ancora più accentuato, di solito non era da lei rimanere incanta da un suono così semplice, ma era come se in quella melodia il suo cuore si perdesse in quei ricordi tanto gracili quanto dolorosi.

"Non dovesti essere qui carotina" il ragazzo si girò mostrando il suo colore dolce "è tardi" concluse alzandosi dallo sgabello in legno

"Era stupenda" si limitò ad ignorare la frase precedente occhi azzurri



Hey ragazzi/e
Spero che questo capitolo vi piaccia. A breve arriverà un nuovo personaggio di cui abbiamo parlato molto nel primo libro. Vi lascio con l'ansia. Notte a tutti cicos❤

cuore di vetroWhere stories live. Discover now