6- Tragedie

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Vuoto... Sentimento... Malessere... Piacere... Soffrimento.... Amore

Questi pensieri rimbombavano nella mia testa.
Domenica. Steso sul letto. Guardando il soffitto, dove tutto accadeva.

Immaginazione...

D'avanti ai miei occhi vedevo cose che i miei occhi ordinari non avrebbero mai e poi immaginato di vedere. Pensavo... Pensavo a lui... Unicamente a lui... E dentro di me, tutto andava fuori controllo.
Pensavo a lui, pensavo a cose che non mi sarei immaginato di fare un giorno.

Paranoie... Illusioni...

E qua partiva il dolore. Un dolore che sentivo dentro. Un dolore inimmaginabile per il fisico. Una morte interna. Ecco cos'era... Anzi... Una morta lenta, è niente in confronto a questo sentimento.

Incertezze... Paura...

Le immagini belle e fantasiose cambiarono forma, trasformando tutto in un mondo ancora più pauroso, con la voglia di urlare e di piangere nella gola, con la voglia dei miei occhi di piovere sulla terra del mio viso... E non fermarsi più.

Speranza... O disperazione?

Tutto si fermò, ritornai a quel semplice soffitto, ritornai a quella monotona stanza, ritornai al mio letto freddo dalla mia assenza, ma ora era caldo, e rassicurante, come se volesse consolarmi. I pianti, le urla, le risate, le parole... Vennero sostituite dai soliti rumori della casa.

Questo.... È l'amore? È questo... Essere innamorati?

<<Shoutooo! La cena è pronta!!! Papà è appena tornato>> disse la voce dolce di mia sorella. Mi misi seduto sul morbido letto, anche se un po' triste. Non stavo mai a casa: se avevo la possibilità, o stavo in caserma, oppure andavo a dormire da Kirishima. Ma di stare a casa... Non se parlava... Solo per...

<<Ah, sei ritonato.>>  per queste parole di disprezzo, odio, parole di arroganza pronunciate dalla voce roca e temeraria del padrone di casa.

Mi limitai a guardarlo freddo. <<sì, Comandante.>> risposi prima di andare in cucina. A tavola l'atmosfera di tensione non cambiava mai. Un silenzio tombale che veniva di tanto interrotto dalla voce di Fuyumi, che cercava di spezzare quest'aria di guerra fredda.

<<Com'è andato il lavoro papà?>> si sedette a tavola dopo aver servito il minestrone.

<<Normale>> mescolava con sguardo disgustato il piatto, guardandomi storto e con la coda dell'occhio. Ma io avevo il viso basso, girando il cucchiaio sul piatto, non era né giorno né momento per parlarli.

<<e tu cosa ci fai qui? Ti hanno licenziato, buono a nulla di un cameriere della polizia?>> era il suo modo di definirmi, se stavo a casa, voleva dire che non svolgevo bene il mio lavoro.

<<Ho preso dei giorni di ferie, ti dispiace così tanto non essere solo con Fuyumi per caso?>> Dissi calmo ma con tono freddo.

Al solo sentire 'giorno di ferie', i suoi occhi divennero di fuoco, pieni di ira. Non li piaceva affatto quella parola.

<<per quale motivo... Ti sei preso una vacanza!? Ti pare che l'esercito sia una cosa da prendere alla leggera eh!?>>

<<Papà... Ti prego abbassa la voce... Non c'è motivo di urlare>> pregò Fuyumi con parole dolci, accarezzando un braccio del padre.

<<Ho bisogno anch'io di un riposo comandante. Non sono stato molto bene in questi giorni e non posso lavorare in queste condizioni.>>

<<Tu...brutto figlio di puttana... Guardami negli occhi quando mi parli.>> scostò le mani della figlia per indicare minaccioso il bicolore

<<oh quindi adesso metti in mezzo mia madre? Non era la tua donna amata una volta?>>

<<Shouto... Basta...>> pregò ancora la donna.

<<Shouto Todoroki. Non rispondere in questo modo a tuo padre.>> alzò la voce disprezzata.

<<Oh allora ogni tanto te lo ricordi che porto il tuo cognome, comandante.>>

Si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolo.

<<p-papà t-ti prego sta c-calmo->>

<<Sta zitta donna.>> respinge bruscamente la figlia.

<<AH! ANCHE SU TUA FIGLIA TI SFOGHI EH!?>> mi alzai anch'io sbattendo I pugni contro il tavolo.

<<NON HAI DIRITTO DI PARLARE NE DI ORDINARMI COSA FARE SIGNORINO.>>

Fuyumi cominciò a piangere pregando ancora gli uomini di smetterla.

<<SONO MAGGIORENNE >>

<<ED IO SONO TUO PADRE. ORA PRENDI LE TUE COSE E VAI VIA DA QUESTA CASA. NON VOGLIO VEDERE NEANCHE UN TUO CAPELLO NEL MIO TERRITORIO.>> colpì di nuovo il pugno sul tavolo. Quello, fece calare di nuovo un silenzio tombale, l'unico rumore rimanente erano i singhiozzi e le lacrime di mia sorella.

<<FUORI HO DETTO. FUORI!>> urlò di nuovo, ormai rosso dalla rabbia.

<<Sì... Comandante>> furono le ultime cose che dissi prima di allontanarmi definitivamente da quel inferno...


<<Mi dispiace davvero Shouto... Però alcune volte potresti anche contenerti... Non puoi venire cacciato da casa tua! >> disse Kirishima, l'unico luogo in cui potevo rifugiarmi era da lui. In quel momento stava cucinando, mentre io ero nel piccolo salottino, così lo raggiunsi per  apparecchiare il tavolo.

<<Eijiro... Non cambia nulla... Cercherà sempre e comunque un modo per cacciarmi via...>>

Sospirò scuotendo la testa. <<Sei proprio testardo... Dai su prendi le birre che è quasi pronto>>

Presi le due birre e le aprì. Mi trovavo davvero bene quando ero fuori casa, anche se si trattava di un appartamento piccolo per una coppia come quello di Kirishima, oppure se si trattava dei dormitori della caserma, tutto era perfetto per me.

<< non ti ho visto in questi giorni...>>

<<Ah...sì... Mi sono preso una settimana di ferie>> presi il primo sorso di birra appena ci sedemmo a tavola.

Le posate risuonarono contro la superficie del piatto. <<che cosa!? Tu... Prenderti dei giorni di ferie!?>> Era al quanto stupito e anche preoccupato. Sì, era molto raro che io prendessi giorni di vacanza.

<<Sono stato poco bene... >> Dissi tagliando corto, cominciando a mangiare. Eijiro mi guardò abbastanza sospettoso, ma non osò a fare altre domande.

Almeno, non quella sera...

<<Ben tornato Agente Todoroki>> la mia sostituta, l'agente Uraraka, uscì dalla cella 116B con tutte le sue cose. Era un po' seria e infastidita alla vista del mio ritorno, molto strano, visto che lei era sempre di buon umore. << Speriamo che dopo i miei turni con il 116B, lei possa stare più tranquillo>>

<<Lo spero agente Uraraka>> non mi feci domande, ed entrai nella cella. L'odore all'interno di quella cella non mi piacque per niente, poi guardai oltre le sbarre, ed effettivamente, c'erano macchie sul pavimento, come se non avessero pulito per quella settimana e solo al mio arrivo l'hanno fatto in fretta e furia.

<<Oi Midoriya...>> Mi avvicinai alle sbarre, più precisamente dove stava il materasso in cui era buttato il prigioniero<<vedo che ti hanno finalmente messo l'uniforme del carcere->>

<<P-perché... P-Perché mi hai abbandonato... T-Todoroki-Kun...?>> la sua voce era ridotta in un soffio, alzò piano la testa per guardarmi, era abbastanza infuriato, anche se pupille tremavano di disperazione.

E fu lì, fu in quel momento che capii che qualcosa non andava, qualcosa che è successa sotto i miei occhi... Ero inorridito a quella vista... raccapricciante..

<<M-Mido...riya... l-le... le-le tue mani...>>


Spazio autrice
Sono tornata, forse, diciamo, almeno completo le cose che mi rimangono

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 17, 2021 ⏰

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~Criminal Love~ {TodoDeku Ff} Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora