Capitolo X

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 John si alzòla mattina dopo pieno di enfasi. Erano già le undici del mattino.Aveva tante idee per la testa e non vedeva l'ora di parlare con Carl.Non fece nemmeno colazione, scese al piano di sotto e per prima cosacercò di consolare i parenti. Non sapeva nemmeno perchè si sentivaesaltato dopo quello che era successo, ma dopo aver visto i suoigenitori e i suoi fratellini stare così un'ondata di tristezza loinvase da capo a piedi.

Salutò ilpadre e si sedette a fianco a lui.

"Come va?"chiese John.

"Eh, si vaavanti. Tu invece?".

"Siamosulla stessa barca".

John e suopadre si guardarono a lungo negli occhi.

Era da tempoche non si guardavano in quel modo. John lo vide profondamentesconvolto e visibilmente invecchiato dopo quel terribile fatto.

Il padre diJohn era un uomo vissuto. Aveva un passato da grande avventuriero, eaveva girato in lungo e in largo il Canada. Si somigliava molto conJohn.

"Figliolo,appena supereremo questo periodo del cazzo, partiremo in Texas".

John lo guardò,quasi con gli occhi lucidi. Era da tempo che suo padre non lochiamava in quel modo e visitare il Texas era uno dei suoi piùgrandi sogni.

"Papà",lo chiamò John. Era un pò incerto, ma aveva bisogno di parlarne.

"DimmiJohn".

"Ti possoparlare? Soli"

"Sicerto".

John e suopadre si diressero dritti verso lo studio, e ci entrarono senzapensarci due volte. Lo studio della loro casa era un ambiente chiusoe stretto. Era una stanza rettangolare con il tetto quasi ad altezzauomo e un sacco di roba accatastata di qua e di là. La scrivania sitrovava in fondo alla stanza, e l'unica fonte di luce era la lampadache si trovava su di essa. John dovette stringersi e mettersi inpunta di piedi per arrivare dall'altra parte. Arrivato oltre lascrivania, si sedette e si diede un'occhiata attorno. C'era una mareadi libri accatastati anche a terra e si stava formando la muffa.Entravano pochissimo in quella stanza e non la pulivano quasi mai.L'ultima volta è stato un anno e mezzo fa.

Il padre preseuna sedia al volo e si sedette davanti al figlio, dall'altra partedella scrivania, quasi oscurato dalla catasta di libri e documentiche si trovava sul mobile. John prese un paio di pile, in modo davedere bene il padre, e si sistemò

"Chevolevi dirmi John?", chiese il padre, dopo averlo guardato unsecondo.

"Tuttoquesto è principalmente colpa mia", rispose lui.

Aveva unosguardo terribilmente serio e consapevole.

Il padre subitoprese le sue difese. Gli rispose quasi piangendo, aveva gli occhi giàlucidi.

"Nofigliolo, non dire così, non è vero".

"Si che loè. E ti spiego pure il motivo".

"Sonotutt'orecchi".

Stavoltapiangeva davvero. Le lacrime scendevano miserabili dai suoi occhilucidi e ormai rossi, bagnando vari fogli sotto di lui.

"Hotrovato, tempo fa, questo liquido, e l'ho messo dentro una fialetta".

John prese lapiccola bottiglia di vetro e la poggiò sul tavolo. Suo padre sgranògli occhi, e mentre prendeva la fialetta tremava.

La guardò, lagirò un paio di volte e la capovolse. Non riusciva nè a capire neèa credere ai propri occhi.

"John,dove caspita l'hai presa?".

"Tornavo acasa, ho visto il sangue per terra e l'ho raccolto".

"Comescusa?! Hai detto per caso... Sangue?".

"Sì, èsangue. Ma non è questo il punto. L'ho fatto analizzare inlaboratorio, ed è una specie mai vista".

Suo padre smisedi piangere all'improvviso e strabuzzò ancora di più gli occhi. Gliuscivano quasi fuori dalle orbite.

"Nonstarai pensando che...".

"No papà.Non lo sto pensando. Ne sono sicuro. Ho cercato la creatura, mi havisto e durante la notte mamma è morta...".

"Nonricordarmelo John...".

Di nuovo lelacrime sgorgarono dai suoi occhi.

"Si,scusa".

"A cosavuoi arrivare?".

"Vogliouccidere quel fottuto mostro. Mostro o persona che sia, non faimportanza. Ma lo voglio uccidere e ho bisogno di più personepossibili. Mi aiuterai?"

Il padresospirò, portandosi le mani alla testa e poggiandosi su di esse.Passarono alcuni minuti prima che rispondesse. Parvero un'eternità,e nel mentre il padre di John si guardava attorno, poggiando prima losguardo su suo figlio, ora sugli scaffali, ora sui libri.

"Non socome ti sia venuta in mente questa pazzia... Ma ci sto".

Si alzaronoentrambi dalla sedia e ci fu un secondo di intesa tra due. Poi Johnandò dall'altro lato della scrivania e abbracciò il padre.

"Nonpensavo di arrivare a tanto dopo quello che è successo".

"Nemmenoio figliolo".


GhiaccioWhere stories live. Discover now