Capitolo IX

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La nottatapassò fin troppo tranquilla per John. Nessun incubo, nessu bruscorisveglio, ma riuscì, contro ogni aspettativa, a dormire tranquillo.

Alle prime lucidell'alba si alzò e andò a cambiarsi. Mise la mano nella giacca eprese la fialetta.

Pensò a quelloche avrebbe potuto fare per arrivare a quella creatura. Quella stessacreatura che con ogni probabilità stava seminando il panico in cittàda ormai tanti anni.

Scese al pianodi sotto e fece velocemente colazione, dopodichè tornò in camerasua.

Aveva deciso.

Avrebberaccolto una piccola squadra e avrebbe stanato il mostro una voltaper tutte.

C'era solo unproblema. Non voleva mettere in pericolo Zoe.

Tutto ciò cheavrebbe voluto fare era trovare qualcuno che potesse avere la suastessa fame.

La fame disapere.

Cercò nellasua mente tutte le persone possibili che avrebbero potuto averequesta caratteristica, ma non gli venne in mente nessuno che potessefare al suo caso.

Poi a un certopunto gli balenò un'idea per la testa. Un'idea folle, ma che avrebbepotuto funzionare.

Carl era forsel'unica persona che avrebbe potuto fare al caso suo. E con ogniprobabilità si sarebbe portato dietro pure la sua segretaria, cheper quanto goffa potesse essere costituiva comunque un elemento inpiù in squadra, e questo faceva sicuramente comodo.

Aveva già trepersone in squadra.

E le sarebberopure bastate.

Presevelocemente un foglio di carta e una penna e si sedette al volo sullasua scrivania, dopodichè cominciò a scrivere.


"CaroCarl.

Sono John e hofatto ieri una scoperta davvero interessante. Nonostante questo nonsia il periodo migliore, voglio farti una proposta. Passerò al tuolaboratorio domani pomeriggio per le tre circa del pomeriggio perparlarne insieme.

A domani, conaffetto, John".


Subito John sialzò dalla sedia e andò a spedire la lettera.

Il momento dichiarire tutto era appena iniziato.


GhiaccioWhere stories live. Discover now