Capitolo V

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John attraversò la porta dellaboratorio. Uscì e si diresse verso l'uscita. Appena arrivato nelsalone principale, attraversato il corridoio, la voce femminile lorichiamò subito.
"Finito con il dottor Carl?"
"Nonancora, ma finiremo entro il pomeriggio".
Si sentiva piùsicuro di sé ora, o perlomeno non era così imbarrazzato come quandoera arrivato.
"Ah si?", rispose lei. "E cosa eraquesta incredibile scoperta scientifica?".
"Un liquidostrano. Anche Carl ha detto che era un qualcosa che hadell'incredibile".
"Capisco" disse lei, con ariaquasi disinteressata, e accasciandosi sulla sedia girevole.
Inquel momento si guardarono un po' con aria di sfida. C'era qualcosache attirava entrambi, l'uno dell'altro. Ma John aveva una fidanzata,e lo sapeva bene. Mise da una parte tutti i suoi pensieri e presel'iniziativa.
"Beh, io devo andare. Se non mi raggiungeràCarl entro l'ora di pranzo, farò un salto a chiamarlo".
Aprìla porta e cominciò ad uscire.
"Ci vedremo presto".
In quella frazione di secondo si guardarono entrambi con quellostesso sguardo di qualche istante fa, poi la porta si chiuse.
Johnsi guardò in avanti, e vide il paese in piena vitalità. Tantissimepersone che camminavano, in giro per i negozi, per le bancarelle e ibar. John guardò l'ora.
Erano solo le dieci e mezzo.
Decisecosì di seguire il consiglio di Carl, e si indirizzò verso il barche gli aveva consigliato, il bar 'Paul' s'.
Entrò e rimasealquanto sorpreso. Quel bar aveva un aspetto incredibile. Appenaentrati la prima cosa che si notava era il salone enorme. Una fila ditavoli perfettamente ordinati ti portava direttamente al bancone. Iltutto era decorato in legno, perfettamente levigato e con intagligeometrici particolarmente complessi ma d'effetto.
I quadri allepareti rappresentavano di tutto, dai quadri più famosi a fotografiedel paesaggio, fino ai precedenti possessori del locale e le lucisoffuse creavano quell'atmosfera sinistra ma piacevole.
John siavvicinò, palesemente stupito, al bancone.
L'accoglienza erabrusca, ma sicuramente elegante.
Il barista gli si avvicinò confare amichevole e subito cominciò a elencare i vari aspetti dellocale in tono vivace.
"Buongiorno ragazzo, è la primavolta che vieni qui?"
"Beh si..." John cominciò amalapena a parlare che il barista lo interruppe subito.
"Benissimo,allora le riservo uno dei tavoli migliori. Cosa desidera? Caffè? Uncroissant? O la nostra torta fatta in casa, con la nostra ricettaspeciale?"
John si ricompose subito, e scelse moltovelocemente.
"Un croissant e una cioccolata calda, graziemille"
"Subito amico mio".
E infatti, in menodi trenta secondi era già tutto pronto.
"La accompagno alsuo tavolo, ragazzo".
Il barista lasciò velocemente la suapostazione e si scaraventò verso di lui. Uscito dal bancone, sidiresse in un angolo del bar, molto più vivace del resto del locale.Le luci erano più calde, e le decorazioni erano molto più semplicima efficaci. Quei ghirigori sui tavolini e le sedie davano un'ariamolto più familiare al tutto.
"Buon appetito ragazzo",e con questa frase il barista si allontanò da lui.
John cominciòlentamente la sua merenda. Il cibo era squisito, e se lo gustòmeglio che poté.
La pasta morbida del croissant sparivavelocemente nella sua bocca, i suoi denti affondavano cin delicatezzanella pasta. La cioccolata invece non era né troppo calda né troppofredda. Era della temperatura perfetta, così come la densità delcioccolato.
Fu in quel punto che la porta si aprì. Era Carl conla sua segretaria.
John squadrò attentamente entrambi conun'occhiata veloce. Carl aveva una faccia preoccupata mainsolitamente soddisfatta.
La sua segretaria invece aveva lostesso tono di sfida di prima.
Si dirissero dritti verso di lui,presero una sedia e si sedettero.
Fu John a parlare perprimo
"Allora, come va?"
"Tutto bene",rispose Carl.
John lo guardò attentamente, e rispose subito.
"Tivedo un minimo preoccupato Carl, che succede? Buone notizie?"
Carlsembrò rimanere spiazzato dalla domanda, ma non lo diede a vederepiù di tanto.
"Dal punto di vista scientifico direibuonissime. Abbiamo fatto una scoperta a dir poco strabiliante. Laparte cattiva viene dopo".
"Vai, racconta"
"Pensoche abbiamo scoperto una nuova specie animale. O meglio, animale percosì dire perché non lo sappiamo. Nonostante i DNA di tutte lespecie viventi sono completamente diversi, l'analisi di questocampione, che ho scoperto poi essere realmente sangue, è davveromolto simile a quello umano"
"Mmmh"
"Sembriperplesso John. Cosa non ti convince?"
"Potrebbe essereil famigerato 'anello mancante'?"
"Per quanto ne so iono, il percorso umano ha seguito un'evoluzione che non è terminatain varie specie, ma in un'unica singola, l'homo sapiens sapiens.Questo ovviamente non ci da certezza assoluta, ma la tua è comunqueun'ipotesi da poter prendere in considerazione"
"CapiscoCarl"
"Beh, detto questo... Che ne dite di una partita acarte? Ora che siamo insieme e siamo tranquilli".
John e lasegretaria di Carl risposero all'unisono, annuendo.
A un certopunto la segretaria si sporse verso John, e le tese lamano.
"Comunque, scusa la maleducazione, mi chiamoAnastacia"
"John, molto piacere", risposelui.

Passarono la serata in compagnia, e si divertirono tuttie tre. Ma a metà pomeriggio John dovette andare, per non farpreoccupare la famiglia.
Salutò i nuovi amici, ringrazio Carlper l'aiuto, e si accinse ad uscire dal bar.
"John, prendiquesta" disse Carl.
John si girò di scatto e vide che Carlgli stava porgendo la fialetta con il liquido al suo interno.
"Perché me la stai ridando?"
"È tua, è latua scoperta scientifica e voglio che la tenga tu. In laboratorio nonme ne faccio nulla, almeno non finché non sappiamo a che specieappartiene"
"Capisco Carl, grazie per tutto"
"FiguratiJohn. Comunque, se vuoi cercare quella creatura, hai tutto il mioappoggio"
"Perfetto. Appena scoprirò qualcosa ti faròsubito sapere"
Detto questo, si salutarono, e John tornòalla scuderia. Prese il cavallo, e tornò verso casa sua, molto piùtranquillamente di quanto pensasse.

Arrivò a casa sua versole cinque e mezza del pomeriggio. Ma non aveva voglio di restare incasa.
Entrò a salutare i suoi familiari, gli avvisò che erarientrato, e andò subito verso casa di Zoe.
Si fermò sullasoglia di casa sua e la chiamò. Zoe scese subito da lui, e come lovide lo abbracciò all'istante. Si scambiarono uno sguardo di intesae si lasciarono andare a un lungo bacio.
"Beh, dove ti portostasera?" Chiese John.
"Da nessuna parte birbantello",rispose lei, e senza pensarci due volte lo tirò dentro la porta.
Loportò verso il letto di camera sua, su per le scale.
John capìsubito perché. I suoi genitori non erano in casa.
Entrambe lefamiglie erano ancora molto all'antica, e a parte le occasionispeciali non permettevano loro di stare a casa assieme.
Mentresalivano le scale John la prese in braccio,e andò verso la suacamera. Appena arrivati lui la buttò sul letto, e si avvicinò alei.
Appena la sua faccia sfiorò quella di lei, si baciarononuovamente.
Si guardarono.
Il loro sguardo era molto intenso.
Lui si alzò e si tolse la felpa assieme alla maglietta, facendovedere il suo fisico poco scolpito ma molto forte. Si notavano leforme dei dorsali e i suoi bicipiti poderosi.
Lentamente si tolsei pantaloni, e dopo essersi spogliato del tutto, passò a lei.
Lesfilò i leggins neri insieme alle sue mutandine, e la canottiera.Nonostante il freddo esterno dentro casa sua faceva molto caldo.C'era una fonte di riscaldamente in ogni stanza della casa.
Lagirò delicatamente e le slacciò il reggiseno.
Dopodiché siinfilo dentro alle coperte.
Non era la prima volta che lofacevano, lo avevano fatto altre volte, ma l'atmosfera quel giornoera diversa. C'era più mistero nell'aria. La luce soffusa dellastanza inoltre contribuiva a rendere tutto molto più sensuale.
Johninfilò il preservativo.
Nonostante tutto senza non rischiavanoancora di farlo. Avevano troppa ansia entrambi.
Si avvicinò alei e la baciò.
Le sue mani accarezzavano con dolcezza i suoiseni piccoli ma sensuali.
E poi lo fecero.
La sua espressionesi contrasse in una sorfia di piacere. Continuarono per un bel po',fino a quando lui, con espressione sollevata, venne.
Sfilò tuttocon molta calma, e si ributtò su di lei, baciandola su tutto ilcorpo.
Dopodiché entrambi si guardarono intorno, e si accorseroche era molto tardi. John la baciò delicatamente sul labbro, prese ivestiti e si rivestì, poi tornò giù assieme a lei.
Sibaciarono di nuovo, un lunghissimo bacio, passionale, euforico.
Dopodiché si salutarono, ed entrambi tornarono nei propri letti,pensandosi.
Ma John aveva anche un altro pensiero in testa.


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