La risata nel buio

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Questa è la più recente esperienza che mi è capitata.

Era estate, agosto. Purtroppo mio zio venne a mancare ad inizio agosto e i miei genitori si precipitarono in America per il funerale. Io ero sprovvisto di passaporto e per questo non andai. Le mie sorelle erano bloccate dal lavoro e dal dolore della perdita, e decisero di non andare al funerale.

Ero in giro per il mio paese con amici e rimanemmo fuori fino a tardi. Per tornare a casa mi portarono loro in macchina.

Il tempo di aprire il cancello che i miei amici fecero manovra e andarono a casa loro.

Rimasi solo, illuminato da uno scialbo lampione che emetteva luce arancio.

Accesi la torcia del telefono per avere più visibilità così da poter mettere fuori dalla proprietà i bidoni per la raccolta differenziata.

Una volta fuori sentii uno scricchiolio di passi sul selciato. Mi voltai verso il rumore, ma non vidi nulla.

Diedi la colpa ai gatti, in gran numero dove vivo.

Misi a posto i bidoni di umido e carta e tornai tra le mura della mia casa.

Casa mia è una semi indipendente, sulla sinistra c'è una casa attaccata alla mia, e ancora a sinistra un altra casa; a dividermi dalle altre due case vi è un muretto con una rete.

Mentre camminavo nel mio giardino provocavo un rumore di sassi pestati. Avendo ancora la torcia accesa, vi fu un riflesso sulla porta in vetro e legno del garage del mio vicino.

Preso dallo spavento e dai pensieri mi fermai, ma i passi continuarono.

Mi voltai in ogni direzione, illuminando con la torcia. Illumina anche il giardino del mio vicino. Nulla.

Accantonai il pensiero che potesse esserci qualcuno. Quando cammino sono spesso sovrappensiero. Chi non mi dice che ero talmente distratto da aver sentito dopo il suono dei miei passi?

Saranno i gatti, come prima, mi dissi.

Salì i tre gradini per arrivare al pianerottolo d'ingresso. Mentre cercavo la chiave per aprire la porta sentii chiaramente una cosa: una risata.

Mi pervase un calore ancora più acuto della calura estiva, e preso dalla foga entrai in casa e mi chiusi la porta alle spalle, senza guardarmi indietro.

Una volta in casa sano e salvo mi tranquillizzai.

La porta della camera dei miei genitori si aprì e ne uscì mia sorella.

"Luca" mi chiamò.

"Eh?" le risposi.

"Hai sentito qualcosa fuori, mentre entravi?" mi domandò.

"No" risposi d'istinto. "Perché?" mi informai.

"Perché mentre stavo entrando io ho sentito qualcuno ridere, e mi sono cagata addosso" mi spiego.

"Boh non so..." liquidai il discorso, e andai in camera mia.

Non le ho mai detto che anch'io sentii una risata, quella notte, ne cosa sentii dopo.

Ormai in pigiama e tranquillizzato dalla musica andai a vedere un po' di televisione.

Avevo tutte le finestre aperte per permettere all'aria di fare corrente e rinfrescarmi.

Sentii un rumore di passi, stavolta sull'asfalto che costeggia casa mia. Mi feci coraggio e guardai tra i pertugi delle imposte. Non c'era nessuno.

La paura che potesse essere un ladro mi diede la forza di aprire del tutto la persiana: sulla strada illuminata dal lampione, questo di colore bianco, non c'era nessuno.

Avrei potuto prendere una torcia e fare luce nel buio... ma mi mancò il coraggio.

Ancora oggi non so se quella sera ero solo o no.

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