Il carillon

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Era l'una notte di Dissonnia.

Non riuscendo a dormire, mi misi ad ascoltare musica su Youtube.

In camera mia ero solo, i miei genitori dormivano, mia sorella era uscita con i suoi amici.

Ascoltavo musica e camminavo per la stanza tranquillo, ma col tempo il mio telefono si scaricò e andai verso la presa per metterlo in carica.

Nel tragitto mi chiamò mia sorella. Mi comunicò che dormiva fuori casa.

Chiusi la chiamata e, con ancora le cuffiette nelle orecchie, sentii un rumore di fondo, un trillo.

Misi il telefono in carica e mi tolsi le cuffie.

Il trillo si fece più nitido. Aprì la porta di camera mia e fissai il buio; il trillo veniva da qualche parte del salotto.

Accesi la luce e riconobbi il suono. Era un carillon che si trovava sul mobile della TV.

Corsi dai miei genitori e li svegliai.

"Il carillon suona da solo!" dissi tra divertimento e paura.

Mia madre, assonnata, si rigirò nel letto; mio padre, sentendo la mia voce alta risvegliarlo dal sonno, sobbalzò dalla paura.

"Che?" mi chiese con la voce impastata dal sonno.

"Il carillon in salotto suona da solo!" ripetei

"Ma va, va" mi rispose papà. Forse pensava ad un mio scherzo.

"Oh e senti" gli dissi.

Feci silenzio.

Il trillo continuava tranquillo, senza perturbazioni.

La sua melodia un tempo simpatica aveva assunto immediatamente una connotazione negativa.

Mio padre, ormai semi sveglio e seduto sul bordo del letto, ascoltava.

Senza dire niente si alzò e andò in salotto e io lo segui.

Accesa la luce del salotto il carillon emise ancora qualche nota e si spense.

"Alcune volte va da solo" mi disse in dialetto napoletano.

"Si ok" ammisi "è vero, è un po' smollato il meccanismo. Ma per farlo partire serve che qualcuno lo tocchi, o una forte vibrazione, come un colpo o una porta che sbatte" spiegai.

"Lo avrai toccato tu senza accorgertene" mi disse sempre in dialetto.

"Ma no!" ormai la paura aveva preso il sopravvento, aizzata dall'irritazione del momento.

Mio padre non mi rispose, e approfitto del momento di veglia per bere dell'acqua.

Mia madre si era destata e chiedeva informazioni.

"Il coso suona da solo" la informò mio padre.

"Che cosa?" chiese ansiosa.

"il carillon" risposi io.

Dopo una breve veglia mamma e papà si rimise a letto, ma io avevo un altra intenzione di dormire.

Da una mensola recuperai tre piccoli cacciaviti, presi il carillon e mi misi all'opera.

Tolsi il coperchio nero da dove spuntava la chiave per far suonare il carillon. Tolto quello avevo davanti a me il cuore del carillon.

Senza pentimenti incastrai il più spesso dei cacciaviti tra il meccanismo e le pareti del carillon; una breve forza ed estrassi il meccanismo.

Lo colpii, lo percossi, fino a romperlo.

Presi tra pollice e indice una piccola scatola quadrata da dove spuntava una linguetta sottile di metallo. Non sapevo quale fosse il suo compito all'interno del gruppo, e non l'ho so tutt'ora.

Ad un certo punto la linguetta scattò graffiando il mio pollice ed indice. Dallo spavento, più che dal dolore, l'oggettino mi scappò dalle mani; cadde, ma non si ruppe.

Mollai tutto li: cacciaviti, meccanismi, organi e struttura del carillon.

Avvertii i miei genitori che mia sorella non avrebbe dormito a casa e mi misi nel letto.

Controllai l'ora dal telefono. 03:15.
Mi bloccai immediatamente. Per smontare il carillon ci avevo impiegato un quarto d'ora circa... quindi il carillon suono alle 03:00 precise.

Controllai il registro chiamate, la chiamata con mia sorella si era conclusa alle 03:01.

Come potete immaginare non avevo il minimo segno del sonno. Ero vigile.

Mi misi a leggere, e quando ormai vidi la luce fare capolino tra i pertugi delle imposte presi finalmente sonno.

⁂ ⁂ ⁂

L'indomani mia sorella tornò a casa e mi rivelò perché dormì fuori casa.

Purtroppo il padre di un suo amico aveva perso il lavoro, e tra il mantenere una famiglia, mutuo, tasse, e quant'altro si era tolto la vita impiccandosi.

Gli diedi i miei dispiaceri e chiesi qualche informazione in più.

"Dove si è ucciso?" chiesi.

"Qua, praticamente. Dal ponte che collega il nostro paese al paese vicino" rispose.

"Mio dio... ma quando è successo?"

"Stanotte, mancava poco alle tre di notte"

Un pensiero mi colpì.

Il carillon che suona da solo. Un uomo che si suicida negli stessi momenti. Si è suicidato nel ponte che ci collega ad un altro paese, e parallelo a quel ponte c'è quello che collega casa nostra al paese.

Collegai tutti gli avvenimenti in un unico fascio. Forse mi sbagliai, o forse no...

"Siediti un attimo" dissi a mia sorella. "Devo raccontarti una cosa"

Esperienze paranormali.Where stories live. Discover now