Timore

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Mamma, perché quei bambini non vogliono giocare con me?
"Piccola, sono dei maschietti, spesso i maschietti preferiscono giocare con la palla pensando che le ragazzine non siano brave, ma vedrai che un giorno quei maschietti faranno a spintoni per giocare con te"
Ah, allora devo solo aspettare?
"Si amore, se vuoi ora giochiamo un po' insieme"
Si mamma per favore
"Uno, due, uno, due..."
"Che brava la mia bambina"
Hai visto mamma? Guarda guarda!
"Ho visto, sono fiera di te"
"Attenta amore che finisci in terra!!"
Tranquilla mamma, sono una roccia, non mi ferma nienteeee!!

Lentamente ho aperto gli occhi ed ho guardato l'orologio sopra alla lavagna, era passata mezz'ora.
A quanto pare nessuno mi aveva notato...
Lentamente mi sono alzata dal terreno e cercavo di capire ciò che era successo.

Taisho... Era reale o l'ho solo sognato? Bhe forse se ero sdraiata lì in terra un motivo c'era... Conoscendomi potrei essere svenuta...

Presi in mano la cartella e mi incamminai verso l'uscita, la scuola era totalmente vuota e c'era una tranquillità inimmaginabile.
Ormai ero fuori e stavo tranquillamente andando a casa quando per un attimo mi soffermai sul guardare un nido di rondini:

Chissà quanto tempo ci è voluto per intrecciare tutti i bastoncini in quel modo... Mamma rondine ha lavorato sodo solo per i suoi piccoli... che tenerezza...

La mia porta di casa era a qualche passo di fronte a me, ma prima mi fermai per controllare se avessi avuto qualche lettera nella buchetta della posta; era vuota.
Con delicatezza entrai in casa, mi tolsi le scarpe ed appoggiai la cartella al muro del corridoio; faceva freddo.
Entrai in camera e chiusi la porta, aprii l'armadio e con delicatezza mi tolsi i vestiti davanti allo specchio che era attaccato all'interno dell'armadio.

Il mio corpo é davvero debole, sembro un cadavere, senza forze; sarà perché non mangio spesso... non ho molti soldi e non so cucinare.

Presi dall'armadio una maglietta e dei pantaloncini tre taglie più grandi della mia e li indossai, presi un libro e con leggerezza mi infilai sotto le coperte.
Mi sentivo come protetta e la temperatura era piacevole; avevo la testa appoggiata al cuscino e per un po' fissai il soffitto.

Sinceramente questa vita non mi piace per nulla, vorrei un cambiamento, qualche colpo di scena.

Porsi il mio sguardo sulla copertina del libro che avevo posato sul letto ed iniziai a sfogliarlo fino a raggiungere la sera, poi suonò il campanello di casa che mi interruppe.

Chi mai può essere, non sapevo che qualcuno conoscesse veramente l'indirizzo di questa casa...

Mi alzai dal letto con molta calma e mentre stavo andando verso la porta il campanello suonò un altra volta.
Mi avvicinai all'occhiello e vidi una ragazza che mi pareva di aver già visto da qualche parte.
Aprii la porta e mi strusciai gli occhi dalla stanchezza, avevo un po' di timore ma tutto sommato ero tranquilla; lei parlò per prima:

"Ah scusa il disturbo, sei Shoko giusto?"

"Emh si sono io"

"Volevo parlarti a proposito di una persona, un certo Taisho"

Appena pronunciò quel nome il mio respiro si fermò per un attimo.

Taisho? Come fa a sapere che lo conosco? E se fosse la sua ragazza ed ho combinato un casino? Cosa rispondo? Mi sento a disagio...

"Ah, emh- Taisho? S-si lo conosco- ... P-perché mi chiedi di lui?"

Il mio battito era diventato più veloce e stavo balbettando, non sapevo come comportarmi.
Lei era un po' agitata e sembrava strana...

"Ah e così lo conosci... Devo assolutamente parlarti."

Mi sembra molto agitata, cosa sarà successo?

"Emh- accomodati pure in casa e ti preparo un tè"

Lei ringraziò ed entrò in casa...
La feci accomodare al tavolino ed andai a preparare un tè verde caldo; intanto stavo notando che quella ragazza era molto preoccupata e pensierosa...

Vederla così mi fa preoccupare... Non vedo l'ora di sapere ciò che ha da dire... Anche se ho paura.

L'acqua era calda abbastanza, la versai in una teiera contenente foglie di tè verde e la posai sul tavolino insieme a due tazze, poi mi sedetti.

"Ti ringrazio per questa accoglienza e scusami tanto, non mi ero ancora presentata, mi chiamo Nami Suzuya"

Ammetto che questo nome mi é nuovo, eppure da qualche parte l'avevo gia vista...

"Comunque sono qui per parlarti di questo presunto Taisho..."

Un'altra volta il mio respiro di bloccò per un attimo.

"Yuri mi ha detto di averti vista parlare con lui vicino all'entrata della scuola in modo abbastanza diretto,"

Yuri? Cosa c'entra?

"però stai attenta, molte persone nella scuola evitano quel ragazzo per i suoi disturbi mentali, molti pensano che non esistano, ma ti posso assicurare che ne ha, gira voce che la sua ex ragazza sia rimasta chiusa nella sua casa senza uscire per mesi, per poi trasferirsi... te lo dico, stai attenta."

Mi bloccai.
I miei muscoli si irrigidirono all'improvviso, non sentivo più nulla ed i miei occhi si riempirono di lacrime... Ero davvero terrorizzata.

Disturbi... Mentali? Seriamente lui avrebbe rapito una ragazza? Spero si stia inventando tutto...

Non riuscivo a guardarla negli occhi ed ero agitata ... Non sapevo cosa rispondere:

"Sei venuta fino a qui per informarmi di ciò?"

"Si, é stato Yuri a chiedermi questo favore, ed io l'ho fatto"

Di nuovo Yuri... Aspetta, ora ricordo, lei dovrebbe essere la ragazza che lo baciò sul treno, ora mi é più chiaro; però ricordo anche la reazione di Taisho in quel momento... Quella non la capisco... Devo chiederle qualcosa a riguardo:

"ma tu conosci Taisho?"

"Sinceramente non ci siamo mai rivolti la parola ma so che era un compagno delle elementari di Yuri, erano amici anche se Taisho aveva 2 anni in più"

Allora forse ha ragione, se quei due si conoscevano e lei sta parlando per Yuri... Forse é tutto vero, anche se speravo il contrario.

Le mie gambe tremavano e la mia mente si riempì di tristezza e paura... Non sapevo più come comportarmi...
Dopo un po' Nami si alzò in piedi e si incamminò verso l'uscio ma un attimo prima si fermò e si voltò:

"Testuali parole di Yuri: la conosco ormai da molto tempo, non vorrei mai che per colpa di quel pazzo le succeda qualcosa"

Accennai un piccolo sorriso e mi sentii rassicurata al solo pensiero che qualcuno si sia preoccupato per me.

Lui, mi vuole proteggere... Eppure non so che fare.

La ragazza uscì da casa mia e chiuse la porta, io, col tremore alle gambe tornai nella mia camera da letto e mi infilai sotto le coperte, per poi iniziare a piangere dal terrore.




Il freddo nella stanzaWhere stories live. Discover now