26. Werhunter il genio

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Werhunter afferrò l'asta che spuntava dalla spalla della sua armatura e la estrasse con un unico movimento fluido, poi la fece ruotare in aria, lanciandola e riprendendola.

«Hai visto che controllo incredibile?» Chiese «È come usare le mie vere mani, non delle maniche metalliche che pesano trentotto chili ciascuna. Il chip che le controlla l'ho inventato circa tre anni fa, ed è assolutamente fantastico. L'ho brevettato e mi frutta ogni giorno migliaia di dollari. Lo sapevi che viene utilizzato per un tipo rivoluzionario di protesi, che conferiscono all'utente una sensibilità simile a quella dell'arto perso?»

«E allora?» Domandò Rosie, sospettosa, mettendosi proprio davanti a Cherry e allargando un po' le braccia

«E allora? E allora? Ma non vedi in che modo ho armonizzato il controllo del chip con un sistema di movimento ibrido, il modo in cui pistoni, rotelle e una meccanica idraulica danno fluidità e perfezione a questa armatura che hai osato sfregiare più e più volte con la tua forza gargantuesca?»

«E allora?»
«Allora, sono dannatamente intelligente per essere riuscito a costruirlo. E se posso costruire questo robot, forse, ho solo deciso di non batterti»

«Sarebbe poco intelligente da parte tua, sottovalutarmi così»

«Al contrario, ma chére! Io ti rispetto e conosco la tua potenza. Per questo ho bisogno di mettermi in gioco» iniziò a roteare l'asta più velocemente, più minacciosamente, poi la afferrò al volte in una presa stretta e colpì il terreno con un colpo ampio «Ho bisogno di capire cosa posso fare. Quanto più forte è la mia intelligenza del tuo corpo»

«Non sei intelligente come pensi di essere»

«E allora come mai i miei scagnozzi in questo momento hanno sotto tiro i tuoi pazienti nel sotterraneo?» domandò sornione l'uomo, avvicinando la sua enorme armatura di due passi

«No!» esclamò Rosie, guardando verso l'ospedale.

Non appena la donna girò la testa, Werhunter ne approfittò per scattare brevemente in avanti e colpirle il cranio con una sonora sprangata. La dottoressa Cosmos si afflosciò a faccia in giù.

«Funziona sempre» Sospirò Werhunter, poi si chinò per prendere il corpo esanime

«Ehi!» Esclamò Cherry «Guardami negli occhi»

«Ok» Werhunter obbedì, abbassandosi un poco e rivolgendo l'elmo verso di lei

«Tu adesso farai quello che voglio»

«Un po' pretenzioso, a dire il vero, ma ammiro il tuo spirito e la tua determinazione. Andrai lontano, bella bimba, ma mi dispiace deluderti: non farò affatto quello che vuoi. Non faccio mai quello che vogliono gli altri».

Cherry rimase in silenzio a guardare il supercattivo che raccoglieva da terra la dottoressa e se la gettava su una spalla per poi allontanarsi fischiettando. Perché non aveva funzionato? Lo aveva guardato dritto negli occhi, aveva potuto vedere le sue iridi castane.

«A proposito» Disse Werhunter, senza voltarsi «Il mio è un casco anti-ipnosi foderato di alluminio e il mio visore, sebbene trasparente, ha un distorsore di immagine che impedisce alle mie retine di catturare esattamente le stesse immagini che esistono all'esterno. Sono troppo intelligente, vero?».

Cherry sentì la stizza surriscaldarle il viso e le orecchie. Era davvero possibile fermare un potere come il suo con l'alluminio? Lei si sentiva invincibile!

Ripensò a ciò che Bloodhound le aveva detto prima: che lui e il suo capo non erano lì per lei. Prima non aveva saputo cosa pensarne, ma la cosa la convinceva sempre meno ora che vedeva che l'armatura di Werhunter aveva specificamente degli equipaggiamenti anti-ipnosi. D'altro canto, se davvero fossero stato lì per lei, perché diamine se ne stava andando con la dottoressa Cosmos senza degnarla di una seconda occhiata?

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWo Geschichten leben. Entdecke jetzt