22. I folli e i pazzi

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«Sei un pedofilo?» Cherry lo guardò dal basso

«Certo che no!» Teo parve oltraggiato «Perché mi hai fatto una domanda simile?»

«Non so. Sei un uomo adulto che sembra parecchio interessato ad avere una relazione con me, che sono una minorenne»

«Oh. Non quella relazione, bimba!» la faccia di Teo era genuinamente disgustata «Non sono interessato, mi dispiace. Cioè, non mi dispiace in realtà, né per te né per me. Non sembra che io ti piaccia, comunque, quindi c'è poco da essere dispiaciuti. E tu non mi piaci neanche, quindi è tutto a posto»

«Grandioso. Visto che non ti piaccio, che ne pensi di andartene e lasciarmi mangiare in pace?»
«Non provo attrazione romantica per te. E neanche sessuale. Ma provo curiosità e sono interessato al tuo potere»

«Neanche sai qual'è il mio potere!» sbottò Cherry

«È per questo che sono interessato» sogghignò Teo «Qual'è il tuo potere?»

«La legge sulla privacy mi permette di non rispondere a questo quesito. Ora posso mangiare in pace?»

«Mangia pure. Se vuoi parlo io finché non hai finito di mangiare. Poi mi rispondi tu»

«Tu fai il seccatore con tutti quelli nuovi, qui?»
«Può darsi di sì, può darsi di no...» disse lentamente Teo, misterioso

«Oh, andiamo! Significa sì, non è vero? Rompi le scatole a tutti» Cherry colpì il latte più volte con il cucchiaio, affondando diversi fiocchi d'avena galleggianti «Perché te lo lasciano fare?»

«Perché sono bravo ad aiutare le persone. Dico davvero. Dimmi che problema hai e io te lo risolvo in un quattro e quattr'otto».

Cherry guardò la mano dell'uomo, che non aveva smesso di tamburellare il tavolo neanche un secondo, da quando si era seduto accanto a lei. Era un ritmo strano, lento, ma gradevole.

«Chi ti dice che ho un problema?» Domandò lei, infilandosi in bocca una cucchiaiata di cibo

«Hai gli occhi così cerchiati di nero, bimba, che sembri un panda. Ne deduco che: o hai una circolazione orribile, oppure stanotte non hai dormito. In entrambi i casi hai un problema. E in entrambi i casi posso risolvertelo»

«Ah, sì?»

«Sì»

«Va bene. C'è una tizia, Ariana, che...»

«Non dire altro!» Teo drizzò la schiena e le dita che tamburellavano cambiarono ritmo, più veloci «So esattamente cosa ti ha fatto Ariana. Ma per essere più sicuro te lo domanderò. Ha cercato di fare amicizia con te, ma per farlo ti ha fatto venire gli incubi?»
«Ehm... più o meno...»

«Finisci di mangiare. Andiamo a parlare con quella peste! Non lo farà più, dopo che l'avrò strigliata per bene!».

Cherry finì rapidamente la sua ciotola di latte e cereali e la posò insieme agli altri contenitori da lavare, poi seguì Teo, che gesticolava in modo poco comprensibile, fuori dalla sala.

«Perché a te è permesso vederla?» Domandò Cherry, quasi correndo per stare al passo delle lunghe gambe dell'uomo

«Perché a me non può fare niente» rispose Teo, fiero «E comunque a tutti è permesso vederla. Solo che non ci vuole andare nessuno, da lei»
«E non ci vogliono andare perché...?»
«Perché è una pazza»
«Ah. Ma non sei pazzo anche tu?».

Teo si fermò di colpo e Cherry dovette frenare per non sbattergli addosso.

«Folle!» Strillò lui «Sono folle, non pazzo. C'è una differenza gigantesca»

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora