6. Signor. Jeon

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Revisionato.

«Chi sono quei due?»

Chiedo a Jimin cercando una risposta.

«Non lo so, sembrano due persone importanti.»

«Perchè parlano con le nostre suore?» Jimin emette una faccia infastidita. «Come faccio a saperlo se sono qui con te?» faccio per replicare ma la suora mi precede. «Park,Kim, andate nelle vostre stanze e recuperate qualsiasi cosa sia vostro.»

Facciamo per annuire e dopo saliamo le scale andando al secondo piano. Prendiamo le nostre cose dal letto a castello, ho ancora il mio peluche che usavo da piccolo e non ho mai avuto intenzione di buttarlo via.

«Taehyung ho paura..» chiudo il mio borsone e dopo mi avvicino a Jimin dandogli un bacio sulla guancia. «Jimin non ti abbandoneró mai, cascasse il mondo.» Jimin sorride e mi abbraccia a sé. «Grazie .»

Sorridiamo e dopo scendiamo.

«Park andrá con il signor Jung.» la suora indica il ragazzo di destra. Jimin mi guarda confuso e io gli faccio segno di andare. «Mentre Taehyung andrá con il signor Kim.»

Annuisco e vado vicino questo ragazzo alto, dopo usciamo dall'orfanotrofio e una limosine si presenta davanti ai miei occhi. Poco più avanti ce n'è un'altra, e quella in cui Jimin entra.

«Perché ci hanno divisi?» chiedo a nessuno in particolare. Dò uno sguardo a Jimin che anche lui a sua volta mi guarda in modo confuso.

Salgo nella macchina notando subito i sedili freddi e l'aria condizionata, nonostante non fa molto caldo, il profumo è quello di una macchina appena comprata. L'uomo entra nella macchina e si sistema davanti al posto del guidatore.

Quando partiamo sto in silenzio per tutto il viaggio fin quando l'altro non decide di spezzarlo. «Mi chiamo Kim Seokjin, e stiamo andando nella casa del signor Jeon. Ti ci troverai bene.» mi fa un sorriso e cerco di non tremare. Nella mia testa connetto ciò che sta succedendo e non ci vuole molto prima di capirlo.

Distolgo lo sguardo e penso che ora starò da solo, un groppo in gola mi si forma ma lo mando giù.

Dopo poco arriviamo alla casa e posso notare subito quanto sia benestante il signor Jeon. «Vieni entra o prenderai freddo.» mi risveglio dalla vista e mi sistemo. Mi tolgo la sciarpa e sbottono i bottoni del cappotto, in casa la temperatura è più calda.

Entro nella casa e subito vedo il salotto e la cucina immensa.

Jin mi porta al secondo piano con una cameretta abbastanza carina.

«Il signor Jeon ci tiene molto alla pulizia e all'ordine, per questo ti chiedo di non mettere troppo in disordine, lì ci sono i tuoi vestiti, mettili così sarai pronto a vedere il signor Jeon.»

«Non si preoccupi, sono un ragazzo ordinato.» il ragazzo annuisce e se ne vá lasciandomi da solo in quella stanza. La stanza ha le pareti blu come le altre cose, mentre le altre sono bianche. Lo gradisco, siccome le tonalità sono le mie preferite.

Prendo i vestiti e noto che sono semplicemente un pantalone grigio e una maglietta bianca, li metto con piacere e indosso le piccole pantofole. Poi noto una collana nera, quella decido di non indossarla visto che mi sembra troppo inappropriata. Mi sistemo i capelli e cerco di sembrare più alto e educato possibile.

Scendo le scale per andare ad incontrare il signor Jeon.

Appena scendo uno splendido ragazzo alto e muscoloso è girato di spalle, rimango a fissare la sua schiena, non sapendo come comportarmi. Mi sento ambiguo.

Lui poi si gira e i nostri sguardi s'incrociano. Deglutisco non sapendo cosa fare e esco allo scoperto. Cercando di dire qualcosa. «I-l signor Seokjin m-mi ha detto di v-vedere il signor J-Jeon...» Non so perchè ma mi ritrovo a balbettare, e le mie guance si fanno rosse. Non mantengo il contatto visivo per il troppo imbarazzo.

Sento il ragazzo ridere. Alzo lo sguardo, «Sono io il signor Jeon, Taehyung.» ora che ci faccio caso lui è il ragazzo che mi ha visto ballare al locale, e una leggera rabbia prende sopravvento del mio ego. «Perchè sono qui?» dico forse alzando un po ' troppo la voce.

Lo vedo avvicinarsi a me e deglutisco per quanto è alto, è alto circa un metro e novanta. Mi sento completamente impotente.

«Vedi di non usare questi toni con me, ragazzino.» mi sbatte al muro facendomi far male alla schiena e un lamento abbandona le mie labbra. Tremo alla voce e guardo a terra annuendo.

«Ora andiamo.» dopo questo lo seguo nella cucina. Vedo Seokjin che mi rivolge un sorriso e lo ricambio. Mi siedo a tavola notando lo sguardo del signor Jeon verso Seokjin.

Deglutisco, e dopo arrivato il cibo mangio senza fiatare. «Allora Taehyung.» Lui ha giá finito di mangiare e non mi stupisco, dopo alzo lo sguardo e lo ascolto.

«Mi chiamo Jungkook, e ho 26 anni. Riguardo alla domanda di prima non ti deve interessare saperlo, per ora. Questa è la tua nuova casa da oggi in poi.» rimango con gli occhi spalancati alla diversitá di etá, deglutisco, sentendo un leggero disagio. Gioco con le mie mani, annuendo. La casa è molto carina, e cerco di non pensare al peggio.

«Va bene.» dico con convinzione, finendo di mangiare. Appena finito mi alzo, e gli rivolgo un sorriso. «Sono abbastanza stanco adesso, me ne vado in camera mia. Buona serata Jungkook, buona serata Seokjin.» saluto entrambi e salgo le scale.

Una volta chiusa la porta della mia camera continuo a respirare, non mi sono accorto di averlo trattenuto.

La paura è incessante. Ripenso a Jimin e spero che lui stia meglio di me.

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