18. Verso un altro ospedale

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La dottoressa Cosmos mise in moto e partì, uscendo dal parcheggio con rapidità e abilità. La sua guida era sportiva, il piede premeva allegramente l'acceleratore, il vecchio motore cantava. Le ruote mangiavano i metri con avidità e la vecchia macchinetta blu si muoveva con agilità nel traffico cittadino e anche fuori, sulla grande strada che conduceva fuori città.

Cherry si rilassò un po', osservando il paesaggio che cambiava fuori dal finestrino.

«Attaccati la cintura» Le disse la dottoressa Cosmos

«D'accordo» borbottò piano la ragazza, trafficando con la cintura di sicurezza

«Allora, sei contenta di uscire dall'ospedale?»
«Tanto sto per entrare in un altro ospedale»
«Ma è diverso. Quello dove stiamo andando è un posto fatto per fare stare bene le persone»
«Anche gli ospedali normali dovrebbero, in teoria»

«Touché! Hai ragione, dovrebbero in teoria. Ma in pratica si cerca di risparmiare sui materiali d'arredamento e sulla struttura, in favore delle medicine e degli strumenti di cui hanno bisogno per garantire la salute fisica delle persone. Nel mio ospedale, invece, l'ambiente è uno strumento per la salute mentale delle persone, quindi...»

«Mi stai dicendo che non badate a spese?» Cherry sollevò un sopracciglio, girando un po' la testa per guardare Rosie

«No» la dottoressa rise «Abbiamo un budget anche noi. Ma lo usiamo in modo diverso».

Cherry capì immediatamente che cosa voleva dire quando arrivarono nei pressi dell'ospedale psichiatrico. La struttura si ergeva maestosa in mezzo a due ali di splendidi abeti, la facciata curata bianca e rossa, e il viale che portava fino al parcheggio era tutto costeggiato da oleandri con fiori di colori diversi.

«Gli oleandri sono velenosi» Disse Cherry

«Già» confermò la dottoressa Cosmos «Per questo li abbiamo messi lontani dal laghetto»

«Avete un laghetto?»

«Sì. E anche un orto. E una stanza dei giochi con le consolle più moderne e un sacco di giochetti elettronici»

«Non sembra un ospedale!»
«Te l'avevo detto».

Cherry sospirò

«Ma chi è che paga per la mia terapia? Mica mi accogliete gratis. L'hai detto tu, avete un budget...»
«Paga la tua assicurazione» le spiegò Rosie «A quanto pare tua madre ha stipulato un costoso contratto assicurativo in cui, in caso di morte violenta di entrambi i tuoi genitori, tu avresti ricevuto una somma piuttosto consistente»
«Quindi sono ricca?» Cherry spalancò gli occhi.

La dottoressa Cosmos aspettò di finire la manovra di parcheggio, prima di rispondere

«Beh, può darsi. Non me ne intendo, dovrai parlarne tu stessa con l'agente assicurativo, che verrà a trovarti domani, mi pare. A me è stato comunicato solamente che tutta la tua terapia verrà pagata dall'agenzia di assicurazioni».

L'auto fu parcheggiata sotto un oleandro dai petali rosa; l'intrico non molto fitto delle foglie allungate e dei fiori proiettava sui finestrini ed il parabrezza un disegno gradevole, che la giovane rimase ad osservare per qualche secondo. La dottoressa Cosmos aprì la portiera e la richiuse con un gesto energico e sicuro, poi iniziò a fare il giro dell'auto per passare dall'altro lato della vettura.

«Credi che sapesse che lo avrebbe fatto?» chiese Cherry all'improvviso, appena l'altra fu davanti a lei. Si accorse che probabilmente non l'aveva sentita, così aprì anche lei la portiera e ripeté la domanda, scivolando giù dall'auto

«Non saprei» rispose Rosie, chiudendo l'auto a chiave. Appena il meccanismo scattò la donna sorrise soddisfatta e fece cenno di seguirla alla giovane con una mano. Cherry le si affiancò, trotterellando per un paio di passi prima di assumere un'andatura normale. La dottoressa era una che andava svelta per avere le gambe così corte!

Shadowfawn - La Ragazza IpnoticaWhere stories live. Discover now