~un sentimento, una fotografia~

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"Si diceva che le foto intrappolassero  lo spirito delle persone e che da esse non uscissero ad uscire, ora è scientificamente provato che era una falsità, ma in questo caso, penso che l'anima l'abbia intrappolata"

Freddie
Ero sdraiato sul letto, che gentilmente zio mi aveva concesso, erano passati due giorni dalla litigata con papà e dire che stavo male era poco, avevo sempre pensato che se non ci fosse stato sarei stato più felice e libero di infrangere le regole e non ci sarebbero mai state, ma adesso che l'avevo perso mi ero libero di fare qualsiasi cosa avessi voluto, ma avevo voglia solo di stringerlo a me e piangere tra le sue braccia. Distolsi lo sguardo dal soffitto panna e presi il telefono sentendolo suonare, lo portai a gli occhi e lessi il nome papà, ero tentato di rispondere, ma richiusi la chiamata con le lacrime a gli occhi, ero troppo orgoglioso per non fargliela pagare come l'avevo pagata io con tutti i suoi segreti, sospirai asciugandomi le poche lacrime che ancora ricadevano sul mio viso con nostalgia dei vecchi tempi e dei rimpiati delle cose che avessi potuto fare se non fossi stato così acido nei suoi confronti, mi alzai dal letto sentendo scendendo al piano di sotto per cercare delle coccole da parte di zio, il quale era sdraiato sul divano mentre vedeva un film che mi ricordò le serate passate sul divano con papà a cercare di vedere un film degno dei nostri pareri, cosa che era difficile. Mi avvicinai a lui strifinando la mano sul mio naso e mettendomi affianco a lui, si girò verso di me con un sorriso per poi scoppiare a ridere

"Che ti ridi!" Dissi mettendo un finito broncio che lo fece ridere ancora di più

"Oddio...scusa amore, ma sei troppo dolce con la mia maglietta a dosso" disse prendendo il mio polso portandomi tra le sue braccia lasciandomi un dolce bacio tra i miei capelli biondi

"Non sei divertente" dissi io assottigliando gli occhi cercando di avere uno sguardo minaccioso, ma l'unica cosa che ebbi fu uno sguardo dolce, lui mi lasciò un dolce bacio sulla guancia e sentii il suo petto muoversi per pochi istanti

"Senti ti devo parlare" mi disse mettendosi con fare dritto e guardandomi con sguardo serio e preciso, mi misi in posizione eretta iniziando a giocare con le dita procurando del dolore piacevole tirando le pellicine

"Amore, lo so che sei arrabbiato con tuo padre, ma lui ci sta soffrendo" mi disse facendomi sedere sulle sue mentre mi strofinava la mano sul busto e cercava di non farmi alzare da lui, cosa che gli riuscì alla perfezione

"Non me ne fotte un cazzo di quello stronzo" dissi dimenandomi dalla sua presa, ma l'unica cosa che ottenni fu più forza sul mio bacino e le gambe bloccate nelle sue

"Non dire parolacce" mi rimproverò lui con sguardo arrabbiato, io abbassai lo sguardo con le lacrime a gli occhi, papà mi mancava, mi mancavano anche gli zii, i quali non avevano smesso neanche per un secondo di chiamarmi, alzai leggermente lo sguardo vedendo il volto di zio ancora freddo e duro, ho deluso anche lui, non mi bastava essere un pessimo figlio e un pessimo nipote per i miei zii, adesso sono anche un pessimo nipote aquisito, pensai tra me e me con delle lacrime sul voto, alzai la testa e mi fiodai in un abbraccio zio mettendo le braccia al suo collo iniziando a singhiozzare e a far cadere delle dolci e fragili lacrime sulla sua schiena scura, sentii la sua mano a contatto con la mia schiena, le sue labbra sul mio collo e sul volto, le sue gambe allentarsi e le sue parole fare strage nel mio cuore

"Non conviene piangere per il passato, ricorda che la vita è come un pianoforte: i tasti bianchi sono i giorni belli e i tasti neri sono i giorni brutti. Eppure tieni conto che da soli non creeranno mai della musica piacevole, vedrai che tutto il dolore che provi in questo momento passerà" mi disse lasciando dei dolci baci caldi sul collo e sulle mani

"Ma quando passerà?" Chiesi con la testa sul suo petto mentre cercavo di non chiudere gli occhi

"Quando lo vorrai tu" non feci in tempo a soltanto ascoltare la frase che caddi nelle braccia di Morfeo per l'ennesima volta in quella giornata piovosa

*

Mi svegliai sul divano con una coperta fino al collo e con zio seduto sulla poltrona accanto a me con una foto in mano e con uno sguardo confuso e allo stesso tempo triste, mi alzai leggermente con il busto mettendomi dritto e attirando la sua attenzione con un colpo di tosse, lui posò la foto sul mobile al suo fianco e mi fece un sorriso venendo a sedersi di lato a me

"Come stai piccolo? Ti sei addormentato subito prima" mi disse con un piccolo sorriso lasciandomi un bacio sulla testa e io per ricambiare lo strinsi in un abbraccio strofinando il naso sul suo maglione

"Bene" dissi secco portando la mia attenzione su la foto che era stata poggiata delicatamente sul mobile scuro della stanza

"Ti devo far vedere una cosa che ho trovato mentre dormivi, me l'aveva data tua madre prima che me ne andassi" mi disse con gli occhi lucidi e alzandosi dal divano per prendere quella foto, si risedette accanto a me e mi porse la fotografia tringendomi con un braccio la mia schiena

"Questa era l'audizione per X-Factor, vedi, era prima che tuo padre avesse un contratto con noi, loro due si erano conosciuti lì, lei era una delle finaliste certe e tuo padre era solo un semplice ragazzo venuto da un paesino qualunque. Si innamorano a prima vista, fecero l'amore e da lì è nato un piccolo faggiolino, da quel giorno, tua madre decise di non continuare il suo sogno per crescere te, sapeva benissimo che uno di loro doveva lasciar stare la propria carriera, tuo padre voleva lasciare la beand, ma tua madre non ha voluto" disse lui mentre guardavo quella foto con mamma, papà e tutti gli zii compreso Zay, davanti lo sfondo di X-Factor

"Era il suo sogno" concluse lui e da quel momento decisi che avrei realizzato il sogno di mia madre

piano d'argento Freddie TomlisonWhere stories live. Discover now