~cuore ferito~

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Freddie
Correvo con un matto per le strade di Londra senza meta, il mio cuore era ferito dalle troppe false verità ricevute in questi molteplici anni, la vista era appannata dalle troppe lacrime, le guance erano rosse e roventi mentre a fatica riuscivo a respirare per la troppa fatica e lo sforzo nel reggermi in piedi per le troppe ferite sulle gambe grazie alle cadute sul cemento scuro e freddo della sera, la luna risplendeva non ostante fosse un piccolo spicchio di roccia nel buio del cielo. Ero stanco, fin troppo stanco di quello che mi stava accadendo, ero stanco di correre, ero stanco di respirare a fatica per lui, per loro, per delle persone che non hanno il diritto di avermi. Mi fermai sul marciapiede per il poco fiato rimanente e per i miei poveri piedi distrutti dal troppo tempo passato negli anfibi neri che avevo ai piedi, avevo sete e fame, erano le nove di sera e se non avessi mangiato mi sarei sentito male, mi alzai dal marciapiede sforzando le mie gambe e i piedi nel camminare, tirai su lo zaino controllando quanti soldi avessi considerando che avevo speso quasi tutto per i fiori, infatti avevo a malapena i soldi per un panino alla rosticceria davanti a me, feci un sospiro entrando in un bar affianco sperando che i prezzi fossero più bassi, mi affiancai alla cassa posizionandomi davanti al vesto dove erano conservati sei panini con salumi e formaggi, guardai i prezzi con un piccolo sorriso, mi sarebbero bastati i soldi anche per una bottiglia di Coca-Cola e feci proprio come avevo pensato, presi un panino con mozzarella e prosciutto crudo con una lattina piccola di Coca-Cola, uscii dal bar mangiando e bevendo con velocità. Dopo svariate ore che il mio telefono squillava con insistenza smise facendomi pensare a dove potessi andare a dormire considerato che erano le due di notte e che ero un ragazzino di soli quindici anni in una grande città da solo con molte persone sconosciute con lo sguardo su di me s con un sorriso malizioso sul volto, rabbrividii al sol pensiero, ma mentre ero immerso nei miei pensieri non mi accorsi di essere scaraventato contro il muro da un uomo vecchio con i vestiti stracciati e con sguardo minaccioso, cercai di sfuggire alla sua presa, ma ricevetti solo un pugno nello stomaco, mi appiccicò ancora di più al muro mettendo il suo volto sul mio collo iniziando a leccarlo, iniziai a piangere e supplicarlo di fermarsi, ma ricevetti uno schiaffo e della puttana, ad un tratto, quando ero ormai certo che avrei perso la mia verginità sento la presa svanire e un tonfo sul pavimento, aprii i miei occhi colmi di lacrime e vidi zio Zayn con le nocche bianche e un volto tra il preoccupato per me uno incazzato per quell'uomo stesso sul marciapiede con il segno di un pugno in pieno volto, appena si girò verso di me corsi nelle sue braccia scoppiando a piangere per paura, lui circondò le sue braccia al mio busto sussurrandomi che adesso ci sarebbe stato lui e che andava tutto bene, non c'era niente da temere, lo strinsi ancora di più a me strofinando il volto su la sua camicia bianca, solo quando staccai lo sguardo per incrociare i suoi occhi nocciola mi accorsi che era vestito con uno smoking nero e con le scarpe lucide del medesimo colore, mi staccai da lui quando mi pose una domanda che mi fece riaprire le ferite nel mio cuore

"Che ci fai qui a quest'ora di notte" disse con tono duro, ovviamente spaventato, sapevo per certo che se non ci fosse stato lui ora non sarei più vergine

"I-io, p-pap-pà, z-zii" cercai di formulare una frase con senso compiuto, ma le lacrime presero il sopravvento e il fiato incominciò a scarseggiare, zio strabuzzò gli occhi vedendomi in completo panico, mi strinse in un abbraccio e quando mi calmai mi sussurrò all'orecchio

"Hai detto tutto stellina?" Mi chiese più come affermazione che domanda, io annuiii con le lacrime in sopravvento mentre strusciavo gli occhi sulla sua giacca, lo sentii sospirare

"Vieni, anfiamo da me" disse aiitandomi ad appoggiare i piedi senza urlare e a piegare le gambe in modo meno osceno, l'ultima cosa che ricordai fu che mi sedetti sui sedili con la testa sul petto di zio, non ebbi tempo di salutare Kirby che mi feci catturare nelle braccia di Morfeo con le lecrime a gli occhi e con la presa salda su zio

*

Mi svegliai con la luce del sole sul viso e con un ricordo triste nella testa, mi misi dritto sul letto, dove probabilmente avevo dormito per quelle poche ore, mi guardai a torno con curiosità, ero stato molte volte in quella casa, ma quella stanza non l'avevo mai vista o solo sentita nominare da zio, era una stanza dalle pareti crema, con la moquette di un marrone non troppo scuro, un comodino, un armadio e una scrivania di un marroncino chiaro e con un bagno personale a piastrelle bianche, mi stropicciai gli occhi camminando a passo lento verso il bagno per guardarmi il viso, il quale era segnato da due occhiaie profonde e di un colorito scuro, sospirai pesante e feci quello che la natura mi imponeva di fare ogni mattina, una volta finito scesi le scale del piano inferiore e mi diressi in cucina dove sentivo smanettare alcune padelle dove era contenuto del cibo, sporsi pa testa dalla porta per riuscire a intravedere quel ciuffo nero che mi piaceva tanto, oltrepassai la soglia della porta e mi avvicinai a zio stringendolo da dietro la schiena, come tutta risposta ricevetti un bacio e un fragola che aveva vicino a se per fare dei pancake, mi invitò a sedermi al tavolo, cosa che feci a passo svelto per la fame che mi stava assaporando dentro, con un sorriso si avvicinò a me e mi porse dei pancake leggermente bruciacchiati con della panna e delle fragole, ne mangiai più che potessi ingozzandomi velocemente tra un boccone e l'altro, zio mi guardava con un sorriso sul volto divertito e io lo assecondai con in bacio sulla guancia

"Per quanto ho voluto che io passassi questo tipo di mattine con te" disse lui sorridendo e io ricambiai con euforia

piano d'argento Freddie TomlisonUnde poveștirile trăiesc. Descoperă acum