Capitolo 9

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In quel momento fu come se il cervello di Clyde si fosse spento di colpo. Blackout totale. Quel briciolo di razionalità rimasto adesso aveva lasciato spazio all'angoscia, e in pochi secondi lasciò cadere la sua moto a terra per correre dal suo campione. Anche Yurick era stato coinvolto nell'incidente, e fu il primo tra i piloti a rialzarsi. Le moto erano tutte distrutte, e la sua Honda era finita proprio addosso al compagno. «Gray, porca puttana!» Yurick non smetteva di urlare, divorato dai sensi di colpa. Riuscì a spostargli la moto di dosso dopo qualche tentativo e grazie all'aiuto del francese, e non ci volle molto prima che i soccorsi li raggiungessero. «Kain non risponde! N-Non ha battuto la testa, ma non mi risponde!» riprese a blaterare in fretta e furia il biondino rivolgendosi a Clyde, che dovette trattenersi e farsi forza per non crollare insieme a loro. In silenzio si abbassò sul suo corpo, prendendolo in braccio «Mon petit souris, ehi. Non fare scherzi. Rispondimi» riuscì a sussurrare vicino alle lacrime. Kain non disse nemmeno una parola, ma appena realizzò di ritrovarsi tra le braccia di Clyde, iniziò a colpirlo leggermente con le mani sul petto, per attirare la sua attenzione: era cosciente. Indicava il casco, non riusciva a toglierlo. Nonostante l'iniziale incertezza dell'altro, decise di assecondarlo e liberarlo; in fin dei conti da quanto detto da Yurick non aveva battuto la testa, e adesso probabilmente non riusciva a respirare bene per la botta. Non appena si liberò di quell'affare, allontanò entrambi con un leggero spintone, per poi voltarsi. In meno di due secondi si ritrovò chinato al suolo a sputare sangue, che chissà da quanto tempo stava trattenendo in gola. Clyde dovette reprimere l'istinto di vomitare a sua volta e corse da lui, cercando in qualche modo di tirarlo su. «F-Fermo, porca puttana!» sbottò ancora dolorante Kain, finendo di nuovo a terra sulle sue stesse ginocchia «f-fa male Clyde. Non riesco a stare alzato». Avrebbe voluto rispondere in qualche modo, o anche soltanto chiedergli che cazzo stesse succedendo, ma dovette lasciare spazio ai medici che in men che non si dica lo portarono via, insieme al pilota della Ducati -che a quanto pare, ci aveva rimesso una gamba-. Clyde si allontanò dal circuito insieme a Yurick e, appena fu abbastanza distante dalle telecamere,  scaraventò il suo casco al suolo lasciandosi andare in un pianto liberatorio. Era successo tutto così in fretta, non aveva nemmeno avuto il tempo di metabolizzare la cosa. Sentiva ancora delle fitte al petto dallo spavento, e non riuscì nemmeno a trattenere oltre l'istinto di rimettere. Se lo faceva già "di norma" prima delle gare, figuriamoci in un momento simile. «Poteva creparci! se la ruota gli fosse finita anche solo qualche centimetro più avanti poteva creparci!» «Gautier, santo cielo, respira e calmati adesso! Sta bene, poteva andare peggio. Ti ha pure parlato, okay? Era cosciente. Smettila di viaggiare con la mente e prendi fiato. Scommetto che stai peggio tu, di lui!». Ci volle qualche minuto prima che riuscisse a ristabilire un ritmo cardiaco normale, ma la prima cosa che gli chiese da lucido fu comunque «portami da lui». Lo avrebbero cacciato a calci se si fosse presentato da solo davanti alla clinica mobile, ma forse con la buona parola del compagno di scuderia non avrebbero detto nulla. O almeno, così sperava.
Dovettero attendere un po' prima di ricevere il via libera dai medici, ma non appena gli venne concesso di entrare Clyde scattò dentro più veloce di un fulmine. Nonostante la perplessità di alcuni medici di gara, si avvicinò subito al campione e gli portò una mano tra i capelli, strappandogli inevitabilmente un flebile sorrisetto. La sua tuta era stata abbassata all'altezza dei suoi fianchi, e non poteva quindi coprire i segni di quell'incidente sul suo corpo. «Passerà in fretta» sussurrò notando il suo sguardo diretto ai lividi, prima di alzare il braccio per potergli voltare il viso verso di sé. Un gesto così semplice in quel momento per Kain comportava uno sforzo immane, ma non lo avrebbe mai ammesso. «Dio, sono morto dalla paura...» mormorò di rimando il francese, prendendo quella mano tra le sue. «Non crepo così facilmente, mi spiace» nonostante il tono smorzato inevitabilmente dagli antidolorifici -era leggermente stordito, insomma, ma non abbastanza per crollare e riposare-, sentiva sempre il bisogno di ribattere con ironia. In realtà era solo un modo per non farlo preoccupare eccessivamente: era facile dedurre dai suoi occhi arrossati quanto avesse pianto, e al solo pensiero il campione sembrava sentirsi peggio. «Mi dispiace, Kain! Ho perso il controllo, non volevo arrivarti addosso» esclamò poi Yurick, col viso paonazzo dalla vergogna e le guance rigate dalle lacrime. In fondo era uno dei suoi migliori amici e non un semplice collega, e non riusciva ad accettare come quella situazione fosse in parte colpa sua. Clyde istintivamente trascinò il biondino in un goffo abbraccio, per consolarlo in qualche modo. Non voleva nemmeno pensare a come dovesse sentirsi in quel momento. Al suo posto sarebbe sicuramente impazzito. «Non scusarti, Yu. Non serve» riuscì a biascicare Kain socchiudendo nel frattempo gli occhi, stanco e ormai quasi del tutto inibito dai farmaci «Che saranno mai due costole... Una dormita e mi passa tutto, c-col cazzo che domani vi faccio correre senza di me». Clyde gli lanciò uno sguardo truce, un rimprovero silenzioso che solo loro due potevano capire. Con una sola occhiata gli stava dicendo "fallo e ti ammazzo", e allo stesso modo il campione parve rispondergli "fermami se ce la fai"

Rush [SOSPESA]Tempat cerita menjadi hidup. Temukan sekarang