°Epilogo°

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[LUKE]

Due anni dopo...

Quando finalmente aprii la porta di casa, dopo dieci lunghe ore di estenuante viaggio in aereo, volevo solo potermi buttare sul letto e riposare un po', ma qualcosa, o meglio qualcuno, avvinghiato al mio corpo come una piovra me lo impedii. Sorrisi come un cretino quando notai la testa colorata di bianco del mio ragazzo, e lo strinsi più forte.

"Dio.. Quanto mi sei mancato!" urlò, prima di prendermi in braccio, costringendomi ad allacciare le gambe al suo bacino e mettendosi a girare su se stesso. Risi divertito mentre gli cingevo il collo con le braccia.

"Anche tu sei mancato molto, amore" dissi, scompigliandogli i capelli. Il suo sorriso in quel momento era impagabile.

Tutto stava andando in maniera perfetta. Io e Michael ci eravamo trasferiti subito, avevo bisogno di allontanarmi da Londra, da tutto ciò che potesse ricordarmi la morte di mia madre. Faceva ancora dannatamente male, a distanza di due anni. Arrivammo nella nostra nuova casa tre giorni dopo la laurea con le innumerevoli scenate di Calum e le lacrime trattenute di Ashton che avevano deciso di restare lì, a casa del più grande.

La squadra di calcio per la quale stavo giocando in quel periodo dava buone speranze ma mi teneva lontano da casa molto spesso. Cosa che a Michael non piaceva minimamente, ma non aveva mai provato a farmi mollare, anzi, era sempre il primo a spronarmi e darmi forza quando il viaggio era troppo lungo e io mi sentivo perso. Perché ancora mi sentivo perso quando ero lontano dal tinto, non riuscivo più a immaginare una vita senza di lui che mi baciava la mattina per darmi il buongiorno, oppure senza di lui che in piena notte mi svegliava con qualche rumore per andare in bagno. In quel momento ero appena tornato da un viaggio durato più di una settimana, e non avevo la minima intenzione di spostarmi dal corpo del mio ragazzo. Finché non notai un dettaglio che mi fece allarmare, portando il mio cuore a pompare più in fretta.

"Sei dimagrito" sussurrai, staccandomi e mettendogli le mani sul viso per poterlo guardare meglio. Lui scostò lo sguardo, guardandosi attorno con aria colpevole. "Michael, cazzo!" urlai. Lui si scostò da me mentre io mi passai una mano fra i capelli. Non era di certo la prima volta che tornavo da un viaggio e trovavo il tinto in quelle condizioni, con qualche chilo in meno.

"Lucas.." sussurrò lui, sbuffando in maniera esasperata e poggiandosi con la schiena contro al muro, incrociando le braccia al petto. "Semplicemente quando non ci sei tu cerco di tenermi impegnato con il lavoro e mi scordo di mangiare, tutto qui" disse scrollando le spalle come se nulla fosse. Lo fulminai con lo sguardo e con passo svelto mi avvicinai a lui, spingendolo contro il muro e schiacciandolo con il mio corpo. Sentii subito qualcosa svegliarsi tra le sue gambe, mentre lui si portava il labbro tra i denti.

"Voglio che mangi" dissi con tono fermo. "Sempre, anche quando io non ci sono.. Altrimenti giuro che ti faccio provare cosa significa avere male al culo dopo un Luke Hemmings molto nervoso" dissi, ma quando vidi che si mordendo forte il labbro, con un sorriso eccitato, non riuscii a non avvicinarmi alle sue labbra. "E molto frustrato devo dire.." sussurrai. Lui invertì le posizioni, così che fossi io quello schiacciato contro la parete.

"Mi sei mancato tanto, Lucas" disse, prima di poter assaltare la mia bocca con la sua. Sorrisi sentendo come lo stomaco facesse una capriola, mentre ricambiavo quel bacio aspettato per troppo tempo con vigore, mettendo le mani fra i suoi capelli. Ancora così maledettamente morbidi dopo anni di tinte.

"Prima o poi starò sopra io, lo so" dissi, alludendo a ciò che gli avevo detto prima. Lui rise, alzando gli occhi al cielo, per poi riprendere a baciarmi, facendo passare le mani su tutto il mio petto ancora coperto dalla giacchetta di pelle.

Rivality{Muke} #Wattys2019Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora