Mi piaceva guardarlo correre. In realtà, mi piaceva guardarlo fare qualsiasi cosa: dal saltare la corda, al giocare a palla avvelenata, dal fare il lancio del peso o del disco al salto in alto o quello in lungo.
L'ora di educazione fisica era la mia occasione per poter ammirare il corpo di Eren Jaeger all'opera.
Le sue gambe tornite e scattanti, il busto aitante e le spalle ampie, le braccia forti e resistenti: agli occhi di un ragazzino gracile e malaticcio, lui rappresentava ciò di più perfetto potesse esserci. Mi ritrovavo spesso a paragonarlo a una statua del Michelangelo. Le sue performance, sebbene non si trattasse certamente di un atleta di chissà che livelli, erano eseguite con una tecnica e una precisione tali da rapire del tutto la mia attenzione.
Lo ammiravo molto, sotto ogni aspetto. Se da una parte io ero come uno spettro che si celava dagli occhi di chi lo circondava, Eren Jaeger era certamente il protagonista della classe, il ragazzo su cui erano sempre puntati i riflettori della popolarità. Lo conoscevano tutti, e tutti lo adoravano. Era circondato da un'orda di amici e di spasimanti, con il suo carisma, la tenacia e l'innata gentilezza che infervoravano il suo animo, riusciva a conquistare tutti. Era sempre pronto ad aiutare chi ne aveva bisogno. Non si può dire che fosse uno studente brillante, ma poteva vantarsi di una media più che buona. Ricercato dalle ragazze, temuto dai bulli e dai gradassi. Vincitore del primo premio per tre anni di seguito ai cento metri e alla staffetta delle Olimpiadi degli Istituti Superiori della città T. Rappresentante di istituto in quarta liceo, l'anno dopo di classe: ha sempre profuso grande serietà e impegno nell'adempiere ai suoi compiti e ai suoi doveri, e per questo era rispettato da tutti.
Se io ero l'ombra, Eren Jeager era la luce, ed io, una pietosa falena sgraziata, ne ero tremendamente e irrimediabilmente attratto.
L'ho osservato e studiato per così tanto tempo, che non ricordo nemmeno quando mi resi conto di essermene innamorato.
Per quanto mi piacesse, non ho mai avuto alcun coraggio di avvicinarmi. Del resto, anche lui come gli altri, non pareva fare molto caso alla mia presenza e dunque ritenevo inutile quanto penoso tentare anche solo di rivolgergli la parola. Date queste premesse, penso si possa ben immaginare quale fosse stata la mia faccia quando lui, per la prima volta, ha pronunciato il mio nome.
"Armin è fortunato!" Aveva detto. Eravamo in classe, appena tornati dalla palestra. Io ero nel penultimo banco, accanto alla finestra. Da lì osservavo Eren ed altri ragazzi chiacchierare durante il cambio dell'ora.
Faceva parecchio caldo, doveva essere uno degli ultimi giorni di scuola: lui continuava a scoprirsi il busto tutto sudato, alzando e abbassando la maglietta di continuo nel tentativo di rinfrescarsi. Si stavano tutti lamentando del fatto di sudare troppo, e che le corse a giugno avrebbero dovuto essere bandite dal programma dei professori di educazione fisica.
Quando lo sentii riferirsi a me, mi rizzai dritto sul mio posto, rivolgendogli uno sguardo stralunato e perplesso. Innegabile poi il rossore che doveva tingere le mie guance in quel preciso momento.
"Armin è proprio fortunato, perché non suda tanto come noi!" aveva sospirato, e rivolgendomi forse il suo primo sorriso gentile.
A quella vista, persi un battito e venni pervaso da un senso di gioia che mi lasciò stupefatto: mi pareva impossibile, per la prima volta lui si stava rivolgendo a me, e in maniera del tutto spontanea!
Peccato che poi, come era solito accadere, per ogni emozione positiva provata in quella classe, ne seguiva automaticamente una negativa, di pari o maggiore intensità.
"Già, che invidia! Vorrei averlo pure io un bel buco nei polmoni, e continuare a bigiare educazione fisica!", aveva sputato Floch.
Tutti gli altri gli andarono dietro, naturalmente: battute pungenti e prese in giro presero presto a riempire l'aula.
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과호흡 || Hyperventilation
Fanfiction[𝓒𝓸𝓶𝓹𝓵𝓮𝓽𝓪] Dopo nove anni dalla fine del liceo, Armin rincontra ad una rimpatriata il suo sofferto e non corrisposto primo amore. Due ragazzi completamente diversi, legati l'uno all'altro da un filo sottile quanto fragile, si ritroveranno ad...
